Capitolo 6

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"Stai ferma,ancora un attimo e..perfetto. Ora stai bene." dice il dottore mettendo un po' di garza sulla guancia di Lex all'altezza del graffio. Lei chiude gli occhi, probabilmente perchè le bruciava la ferita. "Grazie dottore.." dice scendendo dal lettino. "Ragazzi, vorrei parlare in privato con la vostra amica, potete us.." non ebbe nemmeno il tempo di finire di parlare che ero già nel corridoio. Mi avvicinai ad una macchinetta di bevande calde e, dopo aver cercato qualcosa di spiccioli nelle tasche dei jeans, presi un caffè. "Cami." Mi girai e mi ritrovai Alex dietro. "Alex." dissi con tono sarcastico. Stavo per andarmene quando sentii la sua mano stringere la mia facendomi notare il suo tatuaggio sotto forma di una lunga scritta contorta e complicata. "Che succede?" dico lasciando la sua mano. "Volevo scusarmi, calmati." Si mette le mani in tasca. "Scuse accettate." le diedi le spalle e raggiunsi la porta della stanza dove si trovava Lex e il dottore. Mi raggiunse. "Tregua?" dice prostrando la sua mano in avanti. "quando mai c'è stata una guerra tra noi." dico sorseggiando il caffè. "Ma andiamo..Lo sai meglio di me." lascia andare la mano appoggiandola al suo fianco. Scrollo le spalle. La volevo ignorare ma era impossibile, così mi limitavo a mandarla sui nervi, e quindi a divertirmi un pò. "Si vedeva che fin dall'inizio non saremmo andate mai d'accordo, fin da quando ti incontrai su quelle scale di quel fottutissimo studio." Mi ricordai l'episodio. Strano, e pensare che credevo che non ne valeva la pena di ricordare il nome di una persona che non avrei visto mai più. Se solo avessi saputo tutto fin da subito. Il destino a volte mi manda a fare in culo per hobby, probabilmente aveva già fatto tutto e solo all'ora,quando aveva ormai fatto le cose più importanti, gli era venuto in mente di me, la ragazzina dalle ali nere. Cose che capitano. Nel pensare non mi accorsi che stavo guardando come un ebete il bicchierino, quindi sorseggiai ancora un pò di caffè. "è inutile che taci, cretina." Ah, manco mi ero accorta che non parlarvo. Facevo progressi. Che carattere di merda. "Forse ti sto altamente sul cazzo." Tra poco arrivi alla soluzione Alex. " E forse a volte vorresti darmi un pugno direttamente in faccia." Tra poco arrivi alla soluzione Alex. "E forse..." "E forse hai ragione su tutto." Alzo le spalle dal muro e mi allontano lasciandola lì in mezzo al corridoio. Poi mi giro e noto che si è seduta. "Hei." Si gira."Hai mancato una cosa." mi guarda confusa." Forse sarai altamente stronza e una grandissima rompi palle, ma rimmarai la più forte del gruppo, "piccola leader dai capelli neri" " Dissi imitando la voce profonda e stronza del tizio del colloquio. "Noo" Ride e mi fa l'occhiolino. Avevo trovato un mio coetano, un angelo dalle ali nere. Ricambio il gesto ed esco dall'ospedale, e vidi con la coda nell'occhio Alex alzarsi. Sarei tornata da Lex più tardi.

"Cazzo." dissi quando mi misi in coda. Una luuuuunga fila di gente in coda dietro una biglietteria, per comprare i biglietti di una delle squadre che non erano nel mio cuoricino tanto bello: Arsenal. Ora che mi ero "trasferita" qui in Inghilterra, stavo conoscendo vari usi e costumi degli inglesi. Beh, diciamo che uno ne avevamo gia in comune di uso e costume: essere stronzi più totali. Ma uno non basta, mi dovevo mimetizzare. Che schifo. Quindi, dato che qui in Inghilterra il Napoli non giocava, mi accontentavo dell'Arsenal per la FA Premier League. Purtroppo, mi sono messa in fila inutilmente, perchè credo che i biglietti siano ormai sul punto di terminare. La fila però avanza di tutta fretta, quindi mi ritrovo presto, a occhio e croce direi al quarto posto. Bene. Sento all'improvviso dei passi veloci e agili provenire dalla strada alle mie spalle. Mi giro, e riconosco il biondino. Assurdo, lo vedevo ovunque. Si mise in fila dietro di me ancora col fiatone, e tenne lo sguardo fisso sulla strada. Gli diedi le spalle, approfittandone che non mi aveva riconosciuto e che quindi potevo scappare da quella figura di merda della sera prima. Fu come un gesto istintivo, il fatto di nascondermi dai miei errori di ogni giorno. Per un pò funzionò, ma fu comunque tutto inutile. Forse stava aspettando che mi girassi e lo salutassi, ma visto che non lo facevo, fece lui il primo passo. "Camy." Mi girai lentamente e finsi di essere sorpresa nel migliori dei modi. "Niall, come va?" inutile. "Non male e tu?" "Bene dai.." mi girai e solo allora mi accorsi di un rossore improvviso in viso. Non mi andava giù il fatto che non riuscivo a guardarlo in faccia e chiedergli scusa. Dopo vari minuti di silenzio e due biglietti venduti, mi disse: "Tifosa dell'Arsenal eh?" mi girai. "no guarda.". Apposto. Mi accorsi del mio tono acido. Mi misi istintivamente la mano sulla bocca,poi: "Cioè..si." Abbassa la testa, e avrei scommesso mille sterline e più che fece un'espressione di disappunto. Sbuffai e mi girai e fui sorpresa nel vedermi in faccia il viso rotondo e paffuto di rosa della commessa. Per fortuna c'era il vetro. Mi diede il biglietto, ed annunciò che era l'ultimo, e che quindi potevamo sgombrare la zona. La fila che si era formata dietro il biondino in grand fretta si sciolse rapidamente tra vari insulti e bestemmie. Guardai il biglietto tra le mani. Mi girai e vidi il biondino avanzare a passi lenti sulla strada con le mani nelle tasche dei jeans. Lo guardai per vari secondi, poi lo rincorsi. "Niall aspetta!" Si gira e mi guarda, non so se sorpreso o confuso. Che cretino. "Volevo darti questo.." Dico dandogli il biglietto tra le mani. "Un modo per..farmi...perdonare per ieri notte.."dissi imitando i suoi gesti della notte quando mi diede il cellulare. Guarda il biglietto, poi me. "Camy non.." Mi porge il biglietto. "insisto." dico spingendo la sua mano prostata verso di me contro il suo petto. "Te lo meriti più tu che io. Io non me ne intendo molto di sport, specialmente qui. Meglio che lo abbia tu." Sorrisi meglio possibile, ma mi sentii orribile. Se lo mette lentamente in tasca. Incrocio le braccia. "Mi raccomando bastardo non perderlo." Ride. "Grazie cuoricino di ghiaccio." "Fanculo." Risi dandogli una spallata. Ricambia. "Scusami per ieri, non volevo trattarti male." Dissi guardandomi le scarpe. Mi alzò il viso in modo che potessi guardarlo, come sempre. "Va tutto bene, davvero. So di essere un disastro tranquilla." "Sese." disapprovo alzando gli occhi al cielo sorridendo. Ride ancora. Ormai ero abituata a sentirlo ridere, e mi sorprese il fatto che non mi dispiaceva per niente. "Lo vedi che non sei fredda?" Sbuffai. "L hai detto solo perch.." lo guardai e mi fermai in tempo mordendomi il labbro. Vede il pullman il lontananza e fa come uno scatto. "Devo andare, grazie davvero cuoricino cattivo." Mi da una leggera e svelta pacca sulla spalla, poi attraversa la strada e corre verso la fermata. Lo stavo guardando con le braccia ancora incrociate, quando fui sorpresa dalla suoneria del mio cellulare improvvisa. Vidi il contatto che chiamava. Alex. Era ora di tornare da Lex.

Angels With Black Wings. ||Niall Horan.||Where stories live. Discover now