Tears

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Un'altra giornata scolastica era finita e Calum non vedeva l'ora di tornare a casa e rinchidersi in camera.

Da quando Luke era scappato da casa sua, la sera dopo che erano stati insieme, lui non gli aveva più parlato e questa cosa stava lacerando Calum lentamente.

Aveva cominciato a fumare più spesso e aveva rifiutato qualunque persona che avesse provato a parlargli in quei tre giorni.

Stava cadendo a pezzi, si sentiva sbagliato e inutile, diverso, emarginato.

Aveva preso a camminare verso casa, quando sentì i passi di qualcuno alle sue spalle.

Non fu sorpreso quando si ritrovò Felix che gli camminava accanto, tenendo il suo passo svelto.

Erano giorni che lo osservava e come tutti aveva capito che qualcosa non andava in quel ragazzino con i capelli corvini.

"Hood, posso parlarti?"

Chiese freddamente, Calum non si scompose neanche un po' e continuò a camminare dritto, come se il ragazzo accanto a lui non esistesse.

"Calum perfavore"
Ripeté Felix, stavolta con un po' più di dolcezza.

Il moro gli rivolse un fuggitivo sguardo e continuò ad ignorarlo.

Allora il più grande si spazientì e prendendolo per un braccio, lo incastonò tra la parete di uno dei palazzi vicini e il suo corpo.

Calum tentò di ribellarsi, ma Felix era più forte di lui.

"E va bene, parlerò. Ma adesso lasciami andare, ci stanno fissando tutti"

La voce del ragazzo era tesa e roca, gli occhi gli guizzavano a destra e in cerca di sguardi clandestini.

Felix davvero non lo capiva, perché aveva così tanti problemi a farsi vedere con un ragazzo?

Si fissarono negli occhi per qualche secondo e poi si allontanarono.

"Che cosa vuoi?"

Chiese allora Calum riprendendo a camminare, infilandosi le mani nelle tasche dei pantaloni.

"Sapere che ti prende"
Disse Felix, con tono preoccupato.

Lo aveva visto dimagrito,con due grandi borse sotto gli occhi e con una sigaretta sempre in bocca, non poteva certo lasciare che quel ragazzo di appena sedici anni si rovinasse la giovinezza per qualche idiota che gli aveva spezzato il cuore.

Calum alzò gli occhi al cielo.
Non sapeva se confidarsi con lui, ma nonostante non fossero così legati, Felix era l'unica persona che forse sarebbe stata in grado di capirlo.

"Ho baciato Luke" sputò, sentendo le guance arrossarsi.

"E lui come ha reagito?"

A quelle parole a Calum si fermò un groppo in gola e smise di camminare.

"Ha ricambiato e sai cosa? Si è fatto fare anche uno splendido pompino!"
Urlò, noncurante del fatto di trovarsi in mezzo ad una strada.

"Ma poi la mattina dopo mi sono svegliato e lui se ne era andato!"

Pronunciò quella frase con voce rotta.
Felix si accostò a lui, pronto a consolarlo nel caso in cui fosse scoppiato in lacrime, ma Calum si ricompose.

"Mi dispiace tanto...ma questo succede a giocare con il fuoco Cal"

Ripresero a camminare, ora più lentamente.

"Luke non è come te"

"Per un attimo, quando ci siamo baciati, posso giurarti di aver sentito che lui provava lo stesso"

Felix scosse la testa, Calum si stava facendo troppe illusioni, che poi gli avrebbero bruciato, in futuro.

"Io..sono arrivato a casa, ciao Felix"

Non si erano resi conto di essere già davanti casa di Calum.

Prima che potesse sfuggirgli, il più grande lo abbracciò.

Allora il moro si lasciò andare e due lacrime gli uscirono dagli occhi, ma non permise alle sue emozioni di andare oltre.

"Ciao Calum"

-

Non appena fu a casa, buttò lo zaino a terra e si tolse le scarpe.

Il suo cane gli venne incontro, per salutarlo.

Si diresse in cucina,affamato come sempre, ma vi trovò una scena che lo fece rabbrividire e non poco: sua madre e suo fratello Ben stavano seduti al tavolo, lui era in lacrime.

"Cosa è successo?"

Si allarmò, avvicinandosi a suo fratello, cercando di calmarlo.

In quel momento nella stanza entrò anche il fratello di mezzo degli Hemmings, in ciabatte e pantaloncini.

"Beh..visto che ci siete tutti..sedetevi ragazzi"

Luke e Jack sedettero al tavolo, avevano l'ansia che se li stava mangiando da dentro.

"È successo qualcosa a papà?" Chiese Jack preoccupato.

"No ragazzi, ma potrebbe succedere se noi non lo aiutiamo e non lo facciamo curare"

Luke era già sul punto di piangere, la sua emotività non avrebbe retto nemmeno questa volta.

"Farò tutto quello che vuoi, ma ti prego, voglio che stia bene, ti prego" disse sull'orlo delle lacrime.

Il volto di Liz si intenerì alla vista del suo bambino così distrutto.

"Dobbiamo andare a fargli fare delle cure..in Europa."

In quel momento così difficile tutta la famiglia Hemmings doveva restare unita, e a Luke importava solo che suo padre stesse bene, quindi annuì.

"Abbiamo preso un appuntamento con il medico.. Partiremo tra due settimane"

Jack si mise due dita alle estremità degli occhi per fermare le lacrime.

Luke ormai era fuori controllo.

Si alzò dal tavolo,non era arrabbiato, era solo molto triste... Si chiuse nella sua stanza e decise che non ne sarebbe uscito per un po', aveva bisogno di tempo per riflettere e per riprendersi.


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