Capitolo 11

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-Ragazzi, vi presento Alba, una vostra nuova compagna di classe-, dice un uomo sulla trentina che pare sia il mio nuovo professore di letteratura. Sento gli occhi di ragazzi e ragazze puntati su di me, questo non mi provoca molto imbarazzo, ma comunque non mi sento a mio agio: ho la continua impressione  che qualcuno possa capire chi sono davvero, anche se dentro di me so che è impossibile. Ad aumentare il mio disagio colgo anche degli occhi verdi che, pur avendomi scrutato qualche giorno prima, approfittano della situazione per farlo di nuovo: Mason. È già andato a sedersi lasciandomi sola a presentarmi. Tutto per non aver voluto continuare la conversazione di prima ... che assurdità. Non sono gelosa.
-Dove...dove posso sedermi?-, dico a bassa voce all'uomo dietro alla scrivania.
-In un posto vuoto, dove preferisci-
Mi guardo intorno e vedo due posti vuoti: uno vicino Mason e l'altro vicino a una ragazza mora. Opto per il primo e mi avvio, ma il professore mi ferma: -Mi spiace, ma li è meglio di no signorina Older-
-Perchè? È l'unica persona che già conosco-, si sente un brusio propagarsi in tutta la stanza, ma non ci faccio caso.
-Questo lo so, ma vede il signorino laggiù ha il brutto vizio di distrarsi un po' troppo con la presenza di belle ragazze e, bhe, lei è una bella ragazza-, arrossisco violentemente e abbasso lo sguardo verso Mason che sogghigna divertito, e il professore continua: - Quindi sarebbe meglio che lei si sieda vicino alla signorina Danton, la veda come una possibilità di fare conoscenza-, lo dice con un tono che non ammette repliche, quindi mi affretto a sedermi di fianco alla Ragazza Mora e sistemo i libri sul banco, ancora imbarazzata per la scoperta precedente: Mason ci prova con tutte le ragazze carine. Perfetto. Appoggio la testa sul banco esasperata mentre il professore inizia la sua lezione. Sento una vocina dolce ridacchiare e quindi alzo la testa per guardarla meglio: capelli corti castani e occhi verdi, sembra alta e molto magra, anche se non sembra avere molti muscoli. Porta un paio di occhiali enormi e neri e ha lentiggini sparse per tutto il viso, mi guarda sorridendo e mi rendo conto che ha un bellissimo sorriso che illumina anche gli occhi. Decido che mi sta simpatica e mi presento: -Piacere Alba-
-Ciao,  mi chiamo Avery-, risponde a bassa voce per non farsi sentire e si avvicina con la sua sedia alla mia.
-Quindi ti piace Mason?-
-Cosa?! No!-, ma perché tutti pensano la stessa cosa?
-Strano, piace a tutti-
-No no, i nostri genitori sono amici, è per questo che lo conosco-, dico per specificare che sono loro a essere amici, non noi.  E continuo:
-Quindi anche a te piace?-
-Mi piaceva, l'anno scorso avevo una cotta per lui, ora no. Anche se non si può dire che non sia bellissimo-, dice guardandolo e poi spostando lo sguardo su di me con le sopracciglia alzate. Mi metto a ridere e il signor Safer si gira a guardare nella mia direzione: -vedo che ha già fatto amicizia signorina Older-. Mi volto di scatto e, imbarazzata, mi siedo bene e inizio ad ascoltare. 
Non so come funziona a scuola, ma la mia concentrazione si esaurisce presto. Inizio a vagare con lo sguardo per osservare i miei compagni di classe finché i miei occhi non si fermano su qualcosa che trovano interessante: gambe lunghe stese in avanti, schiena appoggiata allo schienale della sedia e braccia incrociate avvolte in una maglietta grigia che mette in risalto i muscoli possenti. Capelli corti, zigomi alti e occhi verdi attenti alla lezione; lunghissime ciglia che proiettano la loro ombra sulle guance e labbra carnose, morbide. Si morde un labbro e poi inizia a far passare la pena avanti e indietro sopra quelle labbra perfette. Vorrei poter provare quelle labbra. Subito mi risveglio da quel pensiero con il suono della campanella, mi alzo di scatto allarmata guadagnando un occhiataccia da tutti i miei compagni.
-Rilassati piccola, è la campanella per la fine dell'ora-, dice Mason mentre viene verso di me, -Ah e, ciao Avary-, facendole l'occhiolino. L'occhiolino! Sono sbalordita, ma mi limito ad alzare gli occhi al cielo.
-Non mi chiamare piccola-, ribatto. Avary ridacchia e risponde al saluto: -Ciao Mason-, per poi rivolgersi a me,
-Allora qual'è la tua prossima materia?-
- Aspetta che controllo... Ecco qui, matematica, aula 15-
- Perfetto! È anche la mia, possiamo andare insieme... se ti va ovviamente-
-Certo che mi va-, dico sorridendo, è il mio primo giorno e mi sono già fatta un'amica. Sono felicissima.
-Avete bisogno di un bellissimo ragazzo che vi aiuti a trovare la strada?-, si intromette Mason.
-No grazie-, ribatto lanciandogli un occhiata tra divertita e infastidita. 
-Va bene,- dice e mi da un bacio sulla guancia propagando il suo calore in tutto il mio corpo e girandosi per uscire, -Allora ci vediamo alla prossima lezione-.
Sorpresa cerco di ribattere mentre finisco di sistemare il quaderno in cartella: -Come fai a sapere che sarò con te?-
-Ho una copia del tuo orario nella tasca-, dice indicando la tasca posteriore dei jeans e guardandomi sorridente.
-Dammela!-
-Vieni a prendertela-, dice mentre fa l'occhiolino ridendo sempre di più. Non sapendo cosa fare e arrossendo gli faccio la linguaccia, mentre si gira.
-Ti ho visto, e me la pagherai-
-Sai che paura. ..-
Avevo paura. Tantissima paura.

-Non so se hai notato, ma tutte le ragazze presenti ti stavano fissando-, dice Avary mentre ci avviamo nell'aula numero 15.
-Quando-, chiedo confusa.
-Durante il tenerissimo battibecco tra due giovani innamorati-, dico con occhi sognanti... Decido di fare la finta tonta,
-Eh?!-
-O insomma, mentre tu e Mason facevate quella cosa stile: tu mi piaci, ma non lo saprai mai-
Mi metto a ridere: -Mi dispiace deluderti, ma non ci piacciano e io lui non lo sopporto proprio-... che bugiarda. 
-Se lo dici tu-, dice facendo segno con la mano, evidentemente non ci crede.
Ci fermiamo davanti alla porta con un cartello sbiadito: aula 15. Siamo arrivate, sospiro e apro la porta, la professoressa è già nella stanza.
-Signorine, vedo che siete in ritardo -, dice con voce severa. Ma se la campanella è appena suonata! Decido di farglielo notare quando la mia amica interviene prendendomi un braccio e trascinandomi verso due banchi nuovi: -Ci scusi signora Lopez, non capiterà più-.
Le lancio un occhiataccia mentre ci sediamo e lei si affretta a spiegarmi: -meglio non inimicarsi subito la Vecchia Strega, oppure vieni rimandata in matematica,  scegli tu-, faccio un cenno di assenso facendo finta di aver capito, la verità è che non so neanche cosa voglia dire essere rimandata ... dovrò chiederlo a Mason appena ci vediamo.
La lezione passa velocemente e sono costretta a dividermi dalla mia nuova amica che, prima di lasciarmi, tenta di spiegarmi la strada verso la prossima aula.
Una volta arrivata mi rendo conto di essere la seconda arrivata, la prima è la ragazza di stamattina, la Barbie: Layla. Appena nota la mia presenza mi squadra e io faccio altrettanto: indossa una gonna molto corta e una canottiera, ma non era vietato vestirsi così a scuola?
Distolgo lo sguardo, mi siedo in un banco appartato e inizio a sistemare i miei libri per la prossima lezione di due ore. Mi sento tranquilla finché non vedo un mucchio di ragazzi palestrati entrare dalla porta e guardarsi intorno per trovare dei posti, tra loro c'è anche Mason che sta ridendo alla battuta di uno di loro. Quando il suo sguardo si posa su di me il sorriso si ingrandisce illuminando anche gli occhi verdi. Si avvicina e si siede nel banco di fianco al mio:
-A questa prof non danno fastidio i tuoi tentativi di conquista?-
-No tranquilla, lei si limita a parlare, chi la ascolta bene, chi no pazienza-, dice sorridendo.
-Meglio, in qualunque caso con me non avresti possibilità-, ribatto ridendo a mia volta. Noto lo sguardo di Layla su di noi, ma lo ignoro, sorridendo ancora di più e spostando lo sguardo verso Mason.
-Allora come stai passando il tuo primo giorno?-
-Abbastanza bene, Avery è simpatica e, sinceramente, credevo fosse molto più difficile-
-Io ti avevo detto di stare tranquilla-, ammetto che ha ragione e glielo dico, poi aggiungo: -però ho una domanda, cosa vuol dire rimandare qualcuno?-
Lui ridacchia: -spero tu non lo scopra mai-
-In che senso?-
-Rimandare qualcuno significa che non ha raggiunto la sufficienza in quella materia e quindi devi studiarla durante l'estate e fare esami in più-
-Ho capito-, dico chiudendo la conversazione mentre la professoressa entra e, spedita, inizia la lezione.
Stiamo in silenzio per un po', sento la sua presenza costantemente e mi deconcentra. Vedo tutti che scrivono e quindi inizio anche io a prendere qualche appunto.
-Cos'è quello?-, dice Mason ad un certo punto indicandomi la spalla.
-Cosa?-, dico guardando e vedo che sta indicando il frutto di un'uscita fatta di nascosto da mio padre alcuni anni prima, quando mia madre era viva. Un tatuaggio.
-Sono delle rondini-
-Perchè l'hai fatto?-
-Significa libertà ed era quello di cui avevo bisogno, quello di cui ho bisogno-
Sì limita ad annuire e girarsi per continuare a seguire la lezione.

Due ore dopo suona un'altra campanella. E mi viene un altro piccolo infarto. Prima o poi mi abituerò. Ci prepariamo per andare a casa e, mentre camminiamo fianco a fianco verso l'uscita, sento una voce dolce chiamarmi
-Alba!-, mi giro e vedo Avery correre verso di me non degnando di uno sguardo il gigante al mio fianco. 
-Questo sabato c'è una festa qui vicino, mi chiedevo se.. Ecco. . Se ti va di venire-, dice affannata per la corsa, poi, indicando Mason, aggiunge: -Può venire anche lui-
-Ah grazie-, borbotta Mason.
Presa in contropiede non so cosa rispondere e quindi dico la prima cosa che mi passa per la testa: -Chiedo a mio padre e ti faccio sapere-
Evidentemente era la risposta giusta perché Avery annuisce e, dopo avermi dato un breve abbraccio, esce.

TigerTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang