Capitolo 9

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Mi avvisano che è ora di cena, questa giornata è passata velocissima e ogni minuto che passa sono sempre più agitata. Scendo e mi siedo, sono di nuovo tutti intorno al tavolo e io mi siedo capo tavola. Subito iniziamo a parlare.

-Ciao Alba, emozionata per domani?-, mi chiede Gemma.

-Sì molto. Non so neanche cosa immaginarmi-

-Tranquilla, non è molto diverso da qui-

-Devi stare attenta, non si sa mai-, dice Gwen, so che lo fa a posta per mettermi paura e convincermi che stare qui è molto meglio e mi viene voglia di risponderle a tono, ma mi limito a sorridere e dire: - Sisi tranquilla starò attenta, ma non mi farò sfuggire questa opportunità -. Vedo nei suoi occhi il fastidio che prova nei miei confronti e immagino che lei veda il mio. Mio padre si schiarisce la gola e si passa una mano tra i capelli. È vestito con la tuta e sembra molto più vecchio rispetto a quello che è realmente, sembra stia per dire qualcosa ma evidentemente cambia idea.

- Oggi non c'eri a pranzo, come mai?- chiede Hanry.

-Ero andata ad allenarmi e non mi sono accorta delle ore che passavano-, rispondo imbarazzata.

-Tu combatti?-

- Sì, adoro farlo. Mi aiuta a rilassarmi e mi fa sfogare-

-Sì papà, dovresti vederla. Combatte magnificamente -, dice Mason con uno sguardo... adorante?! Mi sento orgogliosa di me stessa anche se non vorrei: mi piace l'idea di lui che si accorge di come combatto e soprattutto mi piace che mi consideri brava... anzi magnifica. Ma, aspetta, se dice così significa che mi ha visto?!

-Mi stavi spiando? -, dico.

- Emmm.. no solo volevo allenarmi anche io e quindi sono andato in palestra e ti ho visto-, non so se crederci o meno, ma vista la presenza dei suoi genitori decido di non metterlo ancora più in imbarazzo. Sento sua mamma ridere sotto i baffi e tutti ci giriamo a guardarla, curiosi.

-Scusate, scusate... è solo bello vedere mio figlio in imbarazzo qualche volta, è sempre così spavaldo e sicuro di sé-, dopo questa provo per lei una grandissima stima, mi metto a ridere e dopo di me tutti mi seguono a ruota, compreso Mason, anche se non di gusto come noi.

Finita la cena sto per uscire quando sento mio padre che mi chiama e torno indietro, mentre tutti ci lasciano soli:

-Alba, io ti voglio bene lo sai?-, mi aspettavo di tutto ma questo proprio no. Sto per rispondere ma lui prosegue - so che negli ultimi tempi non te l'ho dimostrato, sono stato distaccato e mi comportavo male con te chiudendoti in stanza ogni volta che qualcuno arrivava. Il fatto è che mi ricordi tantissimo tua madre, sei uguale, e lei mi manca da morire. Sono felice con Gwen, ma tua mamma resta sempre l'unica persona che io abbia mai amato. Era il mio vero amore e spero che anche tu un giorno possa provare certe cose. E spero che tu capisca che tutto quello che ho fatto è stato per il tuo bene, anche se a volte non ho scelto i modi migliori-, ho le lacrime agli occhi e mi precipitò ad abbracciarlo forte. Sono bassa e minuta, lui un confronto a me è un gigante, ma riesco ad abbracciarlo tra i singhiozzi dico: -papà, io non sono arrabbiata con te. Ti voglio bene anche io e anche a me manca tanto la mamma, sono felice che tu abbia deciso di farmi provare e spero davvero di non deluderti. Mi mancavi così tanto-,mi da un bacio sulla fronte e rimaniamo così, stretti l'uno all'altro finché non smetto di singhiozzare. È bellissimo essere abbracciata dal proprio papà dopo tanto tempo. Solo ora mi rendo conto di quanto mi mancava.

Mi avvio verso camera mia, e li subito mi addormento felice.

Suona la sveglia: sono le 7.00.
Fra un'ora devo essere a scuola!

Mi alzo e di fretta faccio la doccia e mi preparo: un paio di pantaloni bordeaux con una canottiera nera e sopra un golfino dello stesso colore, tengo i capelli sciolti, ma definisco i riccioli con la piastra. E mi trucco. Sono pronta e inizio a scendere con la cartella nuova in mano e dentro solo dei quaderni perché non so ancora l'orario. È presto, manca ancora mezz'ora alla partenza, ma sono talmente agitata che non posso più stare in camera mia, non riesco più neanche a stare ferma: faccio avanti e indietro davanti al divano con lo sguardo fisso a terra per quelle sembrano ore...

- Ehi, piccola, mi stai facendo innervosire-, mi blocco e mi giro di scatto verso la voce che ho sentito: Mason.

-Piccola?!?-

- Sì... sei piccola. In confronto a me sei una nana-, ridacchia lui. Va bene che sono bassa, ma è lui il gigante qui dentro! Sarà alto almeno un metro e novanta.

- Non c'entra niente. Non devi chiamarmi cosi-

-Ah si?! E perché?-, dice ridacchiando.

-Perché non mi piace-, dico scocciata.

-Un motivo in più per farlo più spesso-, dice con un ghigno, sta facendo a posta per farmi arrabbiare!
-Qual è il tuo scopo?-, lui si alza e viene verso di me abbassandosi fino ai miei occhi e mi guarda come se fosse capace di leggermi dentro, ogni emozione, ogni pensiero... I miei battiti aumentano ed è talmente vicino che sono sicura possa sentirli.

-Farti smettere di pensare alla scuola e farti rilassare-...

-Direi che ci sei riuscito-, dico prima di riuscire a connettere il cervello alla bocca. Appena mi rendo conto arrossisco e rompo il nostro contatto visivo... è possibile che devo sempre mettermi in imbarazzo con lui?! Lui cerca di soffocare una risata, ma non si alza, anzi mi da un bacio sulla guancia che mi fa venire le farfalle nello stomaco, mi scalda tutto e mi fa dimenticare tutto, vorrei fare un passo avanti e far finire le mie labbra sopra le sue, ma lui dice: -sei bellissima-, l'ha ridetto... oh mamma mia. Ma poi aggiunge: -con il mio fascino, nessuno può respingermi-. Okay, come se avessi ricevuto uno schiaffo sono stata riportata alla realtá: lui è un ragazzo arrogante il cui unico scopo è mettermi in imbarazzo. E per l'ennesima volta c'è l'ha fatta. Alzo gli occhi al cielo e mi volto, rossa in viso, e vado verso la porta, pronta ad andare.

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Ciao a tutti! Spero davvero che vi piaccia, fatemi sapere! Nel prossimo capito Alba, finalmente, andrà a scuola.

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