Quindi. Amici?

2.7K 183 60
                                    

"Oggi dovevo sposarmi".

Sono bastate queste tre parole per spezzare la meravigliosa atmosfera che tra una Roma di notte, segni indelebili lasciati nel tempo e sguardi languidi, Louis era stato capace di creare per fare ciò che qualsiasi persona sana di mente avrebbe fatto in quel momento: provare a portarsi a letto Harry, così come ha fatto con tutti i turisti che sono passati per il Coming Out e che hanno scaturito il suo interesse. Nessuno di loro, però, lo ha mai interrotto sul più bello e dicendogli la cosa più inaspettata che mai avrebbe pensato di sentirsi dire in un momento del genere e da qualcuno di così giovane.

Così lo ha fissato interdetto per dei lunghissimi istanti, che sono bastati ad Harry per rendersi conto di quello che ha fatto e alzarsi di scatto dal muretto, farfugliando qualcosa sul fatto che fosse troppo tardi e che doveva assolutamente ritornare a casa. Una bugia bella e buona, perché Harry è qui in vacanza e non ha orari da rispettare e a cui tenere conto, ma va bene.

Louis non ha fatto domande, gli ha detto qualcosa a proposito dell'autobus notturno e poi sono andati insieme alla fermata ad aspettarlo. Lì hanno trovato un gruppo di ragazzini rumorosi, abbastanza da impedire ad entrambi di parlare di quanto accaduto, poi sono saliti sull'autobus quando è arrivato e sono scesi entrambi alle loro rispettive fermate. Harry è tornato a casa, da solo, sentendosi uno stupido cretino idiota per aver detto una cosa del genere e per non aver permesso a Louis di continuare a baciarlo, a toccarlo, a slacciargli quei dannati pantaloni che tiene chiusi da troppo tempo per poi profanare una Roma storica che era solo lì per loro.

Come è potuto essere così tanto idiota? E così tanto vecchio e noioso, pur essendo così giovane?

Sono passate almeno sedici ore dall'evento più imbarazzante della sua vita, ore che ha trascorso perlopiù chiuso in casa da solo, passando dalla cucina al bagno dal bagno al divano e infine alla sua camera. Sono quasi le otto di sera, quando sente la porta di casa aprirsi e decide di andare di là per accogliere Niall.

"Ehi" lo saluta, mentre lo guarda gettarsi a capofitto sul divano e accendere la tv. "Giornata lunga a lavoro?"

Il ragazzo irlandese annuisce. "Dovevo fare degli straordinari, però almeno ieri sera ho scopato."

"Sì, ho letto i tuoi messaggi stamattina" gli ricorda Harry, sedendosi accanto a lui e incrociando le gambe sul cuscino. "Almeno è servito a qualcosa darmi buca, brutto stronzo."

Niall lo guarda mortificato. Aveva quasi dimenticato di aver lasciato il suo nuovo amico da solo in un locale, per inseguire un bel culetto. "Scusami, Haz. Come sei tornato?"

"Ho preso un autobus notturno con Louis."

"Non aveva la vespa?"

"Uhm, non proprio" risponde Harry, arrossendo un po' al ricordo di Louis che lancia le chiavi del mezzo al barman per poter fare una passeggiata insieme a lui. Ha bisogno di cambiare immediatamente discorso, perché non vuole finire per fare qualcosa di stupido come raccontare a Niall quello che è successo. Già è stato abbastanza umiliante viverlo, quel momento, e vuole dimenticarlo il prima possibile. Anche se - è stato così bello, baciarlo. Ma non è il momento di pensarci. "Cosa facciamo stasera? Non ho voglia di cucinare."

Niall afferra il telecomando dal tavolino e spegne la televisione. "Nulla, ordiniamo le pizze. Stanno arrivando Louis e Zayn, hanno lavorato entrambi oggi pomeriggio."

Se fossimo in un cartone animato, la mascella di Harry adesso sarebbe spiaccicata tra i cuscini del divano. "Cosa? In che senso? Vengono qui?"

"Sì?" risponde Niall, voltandosi a guardarlo con sospetto. Harry può praticamente vedere le rotelle del suo cervello cominciare a girare in questo esatto momento. "Harry, cos'avete fatto ieri sera tu e Louis? Oh Dio, avete scopato, vero? Gli avevo espressamente chiesto di non far scappare il mio coinquilino, giuro che me li passa lui i soldi se tu te ne vai a causa sua - "

Vacanze RomaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora