Capitolo 9: Come tutto ebbe inizio

646 27 15
                                    

Alina:

Dalla nostra fuga dal Non Mare facevo solo incubi, ma questo fu diverso.
Era come essere spettatori fantasma di una scena che mi si palesava davanti.

Ci trovavamo in un bosco, dentro un edificio abbandonato, con diverse persone, mi trovai a pensare a profughi e fuggiaschi vedendoli. Si stavano organizzando per distribuire le scorte e le medicazioni. Erano vestiti in uno strano modo, e anche il dialetto era più antico. Sembrava di trovarsi in una rappresentazione storica.
Quello che li accumunava tutti era il fatto di essere Grisha.
Grisha di ogni genere, senza distinzione di colore o casta, che si aiutavano l'un l'altro. Riconobbi Bakra. Una Bakra meno arcigna e dai folti capelli neri, che aiutava nella lettura di alcune mappe. Poi entrò qualcuno, e Bakra si girò a guardarlo con sguardo adorante. Mi girai anche io seguendo il suo sguardo e lo vidi.

Era Kirigan, suo figlio che rientrava dopo una perlustrazione a cavallo. Era senza età come adesso, ma sbarbato e con i capelli leggermente più lunghi da sfiorargli le spalle. Legati da una mezza coda. Sembrava allo stesso tempo uguale e diverso da quello che conoscevo io. Il Kirigan che ricambiava il saluto di Bakra appariva ancora così innocente.

Poi la visione si dissolse, e mi ritrovai a fissare un altro momento.

Era notte e Kirigan cavalcava nel bosco buio verso una piccola abitazione nascosta tra gli alberi. Smontò da cavallo e salutò una giovane dalla treccia bionda. Chi era questa ragazza mi chiesi.

" Alexander" disse lei sospirando, andandogli incontro.
"Sei qui" disse lui sollevato mentre l'abbracciava.
"Ero preoccupato".
Lei lo guardò in viso "Sto bene, non sono più fragile come una volta" disse sorridendogli.
Lui si rattristò "Non fragile...solo mortale" disse. "Rientriamo non è sicuro qui" disse prendendola per mano mentre la conduceva verso l'edificio.
Lei lo fermò dicendo, "Potrei vivere a lungo. Con un addestramento e un Amplificatore. Potrei vivere altri 100 anni o più" disse lei speranzosa.
Lui si incupì "Sembra molto tempo per te immagino" disse dolcemente.

L'intimità tra di loro mi metteva a disagio, o forse era la gelosia?

Poi si girarono entrambi di scatto verso il bosco, c'erano dei rumori di uomini in lontananza.
" Soldati" disse lei preoccupata. " forse a Sikursk, hanno setacciato il mio villaggio ieri in cerca di Grisha. Alcuni di noi sono fuggiti".
"E Bakra?" Chiese lui preoccupato scrutando il bosco.
"Ha condotto gli altri al santuario" rispose lei.
Poi entrarono, e si misero a preparare le borse con i viveri per spostarsi.
Sentii, come loro, dei cavalli fermarsi nel cortile, e tutti trattenemmo il fiato dalla tensione.

"Oscuro, so che sei lì dentro!" Urlo una voce oltre la porta.
Kirigan e la ragazza si guardarono senza parlare. Facendosi dei cenni col capo come se avessero un piano. Poi lei si nascose alla mia vista e lui uscii in cortile verso i soldati che lo attendevano.

"Sei tu. L'Oscuro." Disse uno di loro con le torce e le armi in mano.
Kirigan disse tenendo le mani in vista. "Mi avvicino pacificamente".
Il soldato proseguì " il Re ti vuole vivo, ma forse hai opposto resistenza e..." detto ciò alzò il braccio e i soldati scoccarono quattro frecce verso di lui, colpendolo al corpo.
Kirigan si piegò in avanti gemendo, ma iniziò a estrarre le frecce una alla volta, guarendo miracolosamente davanti ai loro occhi.

Sapevo che era la ragazza a guarirlo dal suo nascondiglio, era una guaritrice.

Lui si raddrizzò dicendo "Per favore, non voglio farvi del male" i soldati erano spaventati e incoccarono subito altre frecce ai propri archi. Colpendolo ripetutamente.
Lui incasso i colpi ed estrasse per la seconda volta le frecce con sguardo rabbioso.
Disse rivolto ai soldati che iniziavano a indietreggiare.
" Ho un messaggio per il Re. Se lui o i suoi uomini uccideranno un altro dei miei..."
ma il suo messaggio venne interrotto dall'urlo di un'altro soldato alle sue spalle " Fermo Grisha!" Questo soldato stava uscendo dalla porta con la ragazza come ostaggio.
Kirigan si girò di scatto preoccupato. "Luda".
" Ecco la piccola strega che lo stava ricucendo" sbraitò ai suoi compagni il soldato.
Kirigan aveva gli occhi solo per lei.
Luda gli disse " Mi dispiace".
Lui ripetè il suo nome sconsolato.
Un terzo soldato gli intimò " Mani dietro la schiena! O la prossima freccia farà il suo dovere" e si avvicinò a Kirigan per legarlo. Kirigan rispose all'uomo che teneva la ragazza
"Hai due bottini per il Re. Se vuoi una promozione a tenente allora portaci a palazzo!".
"Voglio soltanto te, non la tua guaritrice" disse pigramente il soldato. Poi quello che gli aveva legato le mani lo spinse a terra in ginocchio.
Il secondo soldato venne in avanti "Pensavate di poter addestrare le streghe tra di noi?"
"Se vuoi che collabori prendici entrambi. Hai capito!?" Sbraitò Kirigan.
Il soldato disse calmo " Te l'ho detto, gli ordini non erano questi" poi indietreggiò verso la giovane.
Kirigan supplicò in ginocchio di risparmiarla " No, per favore, ti supplico..." Lui e lei si stavano guardando negli occhi, quando la lama di un soldato le si conficcò nel costato.
"No! No!"
Urlò Alexander disperato, mentre il corpo di lei si accasciava al suolo, morente. Si sedette sui suoi talloni abbassando le spalle mentre guardava la ragazza sussurrandole, " Mi dispiace Luda".

È nell'oscurità che si trova la luce Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora