Capitolo 20

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(ultimo capitolo)
Sono passate due ore da quando sono chiusa in questo fottuto bagno.
Non riesco ancora a crederci che io e casey siamo praticamente sorelle.
Mi spaventa questa cosa.
Dobbiamo scappare.
Le scrivo dicendole di venire a casa mia e entrare dalla finestra del bagno.
Non mi chiede spiegazioni e corre qua.
Dopo circa 15 minuti sento bussare alla finestra e le apro.
"che succede Max?" mi chiede spaventata e con il fiatone, sedendosi accanto a me.
"ho visto la macchina di mio padre qui fuori, non è quello che penso vero?" mi dice tremando.
"purtroppo si Casey, ho paura di questa cosa, potrebbe rovinarci, l'unica soluzione sarebbe scappare ma non credo sia la scelta migliore." dico mettendomi a piangere.
"e perchè? vengo con te da qualunque parte se andiamo insieme." dice asciugandomi le lacrime.
"si ma...i nostri genitori, TUTTO QUESTO, tu non sai cosa c'è nella mia fottuta sala, dove anni fa giocavo con mio padre alla play, ora ci sono vibratori e ogni tipo di "gioco"." dico cercando di non piangere più, fallendo.
"m-max...mi dispiace, possiamo prendere Alex, Janette e gli altri due e scappare via." dice lei ridendo.
"tanto tutti hanno situazioni famigliari merdose." dico.
"beh janette no, ma seguirebbe Alex anche in giappone."dice lei
"e allora a posto" dico.
"senti, non prendiamo decisioni affrettate, potremmo vivere a casa mia tanto mia madre...mia madre è...via." dice cercando di non piangere.
"cos'è successo a tua madre?" le chiedo accarezzandole la spalla.
"non ne ho mai parlato con nessuno ma tu sei diversa, quindi te lo racconto. Praticamente nel posto in cui tu hai cercato di suicidarti, mia madre non ha avuto nessuno che la fermasse, e...vabbè non serve che finisca." dice scoppiando a piangere.
"cazzo se mi dispiace Casey." dico accarezzandole la testa.
"fa niente, è successo due anni fa l'ho superata, credo." dice cercando di sorridere.
"quindi, a casa tua?" dico.
"a casa mia." dice lei.
Usciamo dal bagno e sentiamo dei rumori poco family friendly uscire dalla stanza di mia madre.
"oh cazzo che schifo." dico.
"bah guarda che lo abbiamo fatto anche noi eh, sono come noi due solo etero." dice.
"BEH." dico scoppiando a ridere.
Prendo una valigia dal seminterrato e la butto sul letto buttandoci tutta la mia roba.
La mia collezione di monster va in un altro zaino e tutte le mie tavole vecchie sono in una sacca più grande di me.
"direi che ho preso tutto." dico.
"ci mancherebbe, menomale che sono venuta in macchina." dice.
"e allora perchè avevi il fiatone?" dico ridendo.
"ho corso da dove ho lasciato la macchina alla finestra, è tanto eh." dice ridendo.
"ovvio." rispondo.
Usciamo e metto tutte le mie cose nella sua macchina, per poi partire.
È la fine di tutto, quel motorino non lo vedrò più, quell'albero in cui mio padre ha inciso le nostre iniziali, con tanto dell'iniziale del cane morto, l'altalena mai finita sempre costruita da lui, la strada in cui mi ha insegnato ad andare in skate.
Tutto sparirà per sempre dalla mia vista.
Mia madre non esisterà più per me.
E a questo punto anche mio padre dovrà sparire.
Pensando a queste cose inizio a piangere come una stupida.
"ehi, se non te la senti riporta tutto a casa eh." dice.
"no, è meglio se mi lascio tutto alle spalle Casey." dico.
"okay, ti amo Max." dice.
"ti amo anche io Casey." dico.
Partiamo e arriviamo a casa sua, dove finalmente avrò una vita felice.

me, you and a skateboardWhere stories live. Discover now