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SAM'S POV

Non capisco proprio come ho fatto a lasciarmi convincere così, io non ci volevo andare.
"Vai vai, vedrai che ti diverti!", avevano detto i miei.
Non capivo proprio perché avessero insistito così.

Mancava un giorno alla partenza. L'indomani dovevo trovarmi sotto scuola verso le 6:30, cosa che faceva calare ancora di più la mia voglia, più di quanto bastasse per farmi cambiare del tutto idea.

《Sam hai preparato tutto, vero?》

《Ehm... certo!》

No, non avevo preparato nulla.

《Bene, io esco un attimo ci vediamo più tardi.》

Annuii, poi aspettai di sentire la porta chiudersi e mi fiondai in camera e buttare tutto fuori dall'armadio.

Okay, maglioni ci sono, jeans pure, sciarpe, guanti, cappelli... bene.
Un attimo, e questo?
Tirai fuori dal fondo dell'armadio una specie di album, doveva essere da disegno. Beh per me che ne avevo a miliardi non era una novità, ma aveva un qualcosa di diverso questo.

《Io questo coso l'ho già visto da qualche parte...》mormorai fra me e me, studiandolo attentamente.
Era bellissimo.
Nonostante un sottile strato di polvere erano comunque ben visibili dei grandi fiocchi di neve sparsi qua e là sulla copertina rigida, che in contro luce sembravano quasi brillare. E poi quello più grande sulla chiusura a lato, cavolo sembrava d'argento.

La carta ormai distrutta aveva lasciato spazio ad un meraviglioso album con copertina rigida di un grigio chiaro coperto in certi punti da splendidi fiocchi di neve che in contro luce sembravano brillare, proprio come la chiusura a lato che al centro aveva un fiocco di neve poco più grande, in argento. I fogli potevano essere sui 250, quindi mi sarebbe durato molto di più del precedente.

《...non potevi farmi regalo più bello davvero, grazie mille!》

Strizzai gli occhi ed indietreggiai intontita, scuotendo la testa.
Oh odio i déjà vu -sì, dal giorno dell'incidente odio un po' di cose-, sono come dei momenti che ti sembra di aver già vissuto quando in realtà è solo un'impressione della tua mente. Eppure io ho l'impressione di averla veramente già vissuta questa scena.
Accanto a me c'era qualcuno, ma non l'ho guardato in faccia e il suo nome mi è sfuggito.
Okay devo riposare, la verifica di matematica mi ha fatto impazzire... tsè, quasi come se mi fossi applicata più di tanto. Odio la matematica e su quel foglio l'unica cosa che a stento ho scritto è stata nome e cognome.

Riposi sul tavolo quella specie di quaderno, guardandolo quasi come se fosse un oggetto di magia nera.

***

《Sveglia signorina, sono le 5:45! Oggi hai un viaggio da affrontare!》annunciò mio padre entusiasta quando era ancora troppo buio perché potessi vederlo.
Al diavolo tutto e tutti, io a 'sto viaggio non ci voglio andare. Voglio rimanere insieme al mio fedele sposo, il mio cuscino.
Brontolai qualcosa di incomprensibile a denti stretti ed entrai in bagno senza rivolegere il mio sguardo a nessuno.
Verso le 6:15 fui pronta.

***

Salii in pullman con uno sguardo che non era dei migliori. Rimasi ferma vicino le porte ad osservare come gli altri si azzannavano l'un l'altro per accaparrarsi i posti in fondo a tutto, o magari davanti vicino la professoressa. Io al contrario del resto della classe ero la calma impersonificata, ed ero quasi indignata nel guardare quelli che dopo quattro anni avrei dovuto definire amici.

Una mano sventolante poi attirò la mia attenzione.

Era Cristina, che seduta quasi infondo a tutto, mi faceva segno di sistemarmi nel posto libero accanto al suo.
Accennai un sorriso e la raggiunsi volentieri.

Freddo come Frost (in revisione)Where stories live. Discover now