E tutti quei cazzo di fotografi che mi seguivano. Cosa cazzo volevano da una puttana? Non ero una prostituta. Mi fermai e mi girai notando due uomini ed una donna con macchine fotografiche. "Cosa volete?" dissi incrociando le braccia. "Ci dica come si è sentita dopo che è stata chiamata puttana." disse la donna. " vi rispondo subito." dissi facendo un scatto con la testa. Due passi avanti e presi la fotocamera della donna e la lanciai per strada. "Non mi seguire più troia, e lo stesso vale per voi." mi girai e mi incamminai dinuovo. Sentii i loro passi dietro di me. Ma cosa cazzo volevano?!

Saltai un muretto e atterrai con mancanza di grazia per via del mio ginocchio rovinato. Mi girai e salutai quegli stronzi. "Alla prossima puttana." Mi ero dimenticata perfino delle lacrime.

Ripresi a correre, sebbene con fatica. Più mi allontanavo più stavo bene. Arrivai davanti ad un grande cancello, che mi era troppo familiare. Lo scavalcai piano ed atterrai dall'altro lato, stavolta cadendo, ma mi rialzai subito sperando nessuno mi avesse visto. Feci qualche passo ed ecco, dietro un albero, l'amata piscina. Mi avvicinai con le mani in tasca guardando l'acqua. Misi una mano sul muretto e poi ci saltai sopra, ritrovandomici seduta. A quel punto rimasi in silenzio. Chiusi gli occhi sentendo improvvisamente il vento freddo che mi scompigliava i capelli. Tolsi con le mani qualche ricciolo che mi arrivava sul viso. Tolsi il cellulare che premeva sul cemento nella tasca posteriore dei jeans, e quando lo sbloccai mi ritrovai diverse chiamate perse dei miei. Probabilmente mi avevano chiamato per dirmi le stesse cose che avevano scritto nella lettera. Beh, staremo a vedere. Presi il contatto di mia madre, ed ero indecisa se che chiamarla o no solo per dirle una cosa. Gia la sentivo in testa "Mamma, torno in Italia." e sentivo gia la voce di mia madre rispondere. Guardai il cellulare per vari minuti. "Hei." disse una voce all'improvviso dietro di me. Mi girai senza fretta e riconobbi il biondino della sera prima. "Hei" risposi a voce bassa e spezzata, per poi rigirarmi. "Come mai qui?" disse scavalcando agilmente il muretto ritrovandosici anche lui seduto. "Nulla, giusto per prendere un pò d'aria." dissi senza guardarlo e cercando di nascondere ogni cosa. "E poi tu saresti quella col cuore di ghiaccio." mi alza il viso in modo che lo guardi. "Eppure piangi." Beccata. "Tu nel frettampo fatti i cazzi tuoi eh?" dissi togliendo la sua mano dal mio viso e asciugando qualche lacrima con la manica della felpa. "Eccoti qui." disse compiaciuto. " E tu che ci fai qui?" dissi scocciata lanciando un sasso nella piscina. Lui ricambia il gesto. "Vengo qui per rilassarmi, quando sono stressato. " "e funziona?" "Beh si." dice girandosi un sassolino tra le mani e poi lanciandolo. stemmo per vari minuti in silenzio. "Hai saputo di Lex, vero?" Lui sospira e non risponde. Evidente. "Appunto." dissi lanciando un altra pietra con più forza. Sentii qualcuno che forzava il cancello e mi girai. "No ancora questi." dissi lanciando una pietra contro il cancello con forza sperando di farli male. "andatevene!" Lui si gira e nota i paparazzi. "Ma cosa vogliono?" Mi alzai. "Un intervista dalla puttana." "cosa?" "lunga storia." Dissi incamminandomi sul bordo. Mi raggiunge. "vieni qui." mi prende la mano. "cazzo vuoi?" "conosco un posto che i paparazzi non sanno nemmeno che esiste." "auguri." "vuoi scappare da questi o no?" "si." "e vieni dai." mi riprende la mano. Decido di seguirlo per il semplice fatto che quei paparazzi rompevano il cazzo. Ci avviammo per un corto e stretto viale dietro la piscina, e finimmo in un giardino abbandonato. Li non c erano luci quindi non vedevo nulla. Mi lasciai guidare da lui. Sentii che il terreno cominciava ad essere in salita, e qui il biondino cominciò a prendere velocità. Il ginocchio mi faceva dinuovo male."We ma che fai!." "Corri che qui c'è una proprietà privata. Se ci vedono è la fine." "lo sapevo." Mi lasciò la mano e mi fece cenno si seguirlo. Iniziammo a correre come matti al buio senza far conto degli alberi o cosa. Passammo davanti una casa con le luci accese, segno evidente che c'era qualcuno, per poi correre in mezzo ad altri rami e non so che. Saltai a destra e sinistra per mancare rami seguendo la velocità di Niall, ma non riuscii mai a raggiungerlo. Rallentò all improvviso e mi ritrovai a fermarmi d'impatto. Il ginocchio doleva, quindi caddi a terra col fiatone. Lo sentii inginocchiarsi. "Tutto bene?" "E beh diciamo.." "Dai che manca poco." mi porse la mano. Sospirai e la presi rialzandomi. Ora stavamo camminando, e poco dopo qualche passo arrivammo su una collinetta. La stessa collinetta che si vedeva dalla piscina, con la sua altezza, il suo paesaggio ed i suoi riflessi dell' acqua. Ci lasciammo cadere a terra col fiatone come due stronzi e ridemmo. Lo guardai: aveva gli occhi chiusi ed i capelli che gli cadevano sulla fronte. Mi ricordò la volta in cui inciampò e mi fece cadere. Solo che rideva. Bastardo. "Bel posto." dissi mettendomi seduta. Si mette seduto anche lui. "Già." "Da quanto lo conosci?" "un anno circa, ci venivo sempre coi ragazzi, poi loro si sono scocciati e quindi mi ritrovo da solo ad esplorare." "Figo." ammicca una risata. "Dev'essere un peccato, io ci verrei sempre in un posto del genere." dissi guardando i riflessi dell'acqua sull'erba. "specialmente a quest'ora, quando non c'è nessuno." "Tu ed il tuo cuore di ghiaccio eh?" "e smettila." ride. "chi abita qui?" dissi dandogli una spallata per ricabiare. "Una famiglia.." "grazie al cazzo." ride dinuovo. Stavolta rido anch io. "e tutto questo posto è suo?" "forse, so solo che non è aperto al pubblico." "insomma noi no dovremmo stare qui." "esatto" "beh ne vale la pena, possono arrestarmi o no la scelta è mia." "Mi piace il tuo caratterino sai?" disse dopo un pò. Mi girai e notai che mi stava guardando. Mi stai prendendo in giro?! "Beh, aspetta un pò e vedrai che ti scoccierai di me." dissi sorridendogli. "Vedremo, in fondo non sei così cattiva.." dice spostandomi un ricciolo ribelle dietro l'orecchio. "Vorrei tanto non esserlo.." dissi guardando davanti a me. Sentii dinuovo il vento soffiare freddo. "Dico davvero, secondo me in fondo sei una brava ragazza.." che parole commoventi che diceva. Ora piangevo. Ma fammi il picere Niall.

Rimasi in silenzio. "E non sei nemmeno una puttana." Stavolta lo guardai per davvero. "Vabbe..." Sospirai. Mi stesi sull erba. Lui fece lo stesso vicino a me. Guardai il cielo schiarirsi man mano. "Perchè sei venuta qui?" "L ho detto." "Dimmi la verità." Ma chi era quello per farsi i fatti miei? "Per prendere un pò d'aria e..." "Ma no scema.." mi interrompe." Perchè sei venuta qui in inghilterra." Scema a chi?! Oh ma dai. "Oh beh..io.." sospirai. Si avvicinò per ascoltarmi e sentii le nostre mani sfiorsarsi. "Hei.." "Cominciamo dal dire che io non sono partita.." mi guarda confuso, lo capisco perchè lo sto guardando con la coda nell occhio. "io sono scappata." "scappata?" "si Niall.." "e da cosa?" "Da tutto." Si mise sul fianco e mi prende la mano. "ti va di parlarne?" Guardai le nostre mani mentre si lasciavano. Mi misi di fianco anch'io. "Volevo mettere un punto. Ricominciare da capo, ricominciare una nuova vita e..." "e?" " e non credo ci stia riuscendo.." "Perchè lo pensi?" "Non lo penso, ne sono certa casomai..senti non sono brava a raccontare storie, tanto meno la mia. " abbassai lo sguardo. Mi alzò il viso con le mani. "Hei, senza timore okay? Ti ascolto." mi sorride. Ricambio il sorriso farfugliando un grazie tra le labbra. "di nulla.." mi risponde. Avevo, ansi, avevamo capito la situazione. "Raccontami un pò di te.. sei nuova in questo territorio, e qui in inghilterra tutti sanno la storia di tutti, perche sai, si dice che sia brutto avere segreti.." Ne avevo fin troppi. "Bella frase, da dove l hai presa? dai bigliettini dei Baci Perugina?" Dico acida. Abbassa lo sguardo e solo ora mi accorgo di quello che ho detto. "Scusami.." "Fa nulla. se non vuoi dirmi niente, fa nulla." Rimasi a guardare l'erba. "S..senti io vado, devo tornare in hotel." Aspettai che dicesse qualcosa, ma non disse nulla. Mi alzai e mi incamminai verso l'uscita,senza avere il coraggio di dire nulla. Avevo troppi segreti, troppe cose che mi vergognavo e che non volevo dire, ma mi dispiaceva tantissimo. Mi girai un ultima volta a guardarlo: aveva ancora lo sguardo basso. Offeso. Fantastico.

Mi girai e ricominciai a correre, avviandomi verso l'uscita.

Scavalcai il cancello e mi incamminai verso la strada illuminata dalla fioca luce dell'alba.

Angels With Black Wings. ||Niall Horan.||Where stories live. Discover now