Capitoli 43

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JAMES'POV*

Le sue parole erano come dei colpi al cuore. Non si fidava più di me. L'avevo ferita e sconvolta con quello che avevo fatto ma le davo retta.

Era rimasta con me sempre e comunque. L'avevo delusa in tantissime occasioni ma lei non mi aveva mai abbandonato.

Era difficile per me confessare al mondo intero che non potevo vivere senza di lei. Che ogni mattina quando mi svegliavo desideravo stare al suo fianco, baciarla, abbracciarla, dimostrare al mondo che era mia. Solo e semplicemente mia.

Che il mio amore per lei superava ogni cosa.

Che il suo sorriso mi dava la forza per continuare.

Che i suoi occhi erano la cosa più bella che mi potesse succedere.

Che la mia vita non aveva senso senza di lei.

Ero innamorato. Sapevo cosa significava amare ed essere amato. A 20 anni avevo scoperto cosa significava voler trascorrere tutta la vita con una persona soltanto. Mettere su famiglia.

"Giselle e Trevor sono in soggiorno?"

La domanda di Elena era distaccata e fredda. La tristezza che sentivo fino a poco tempo prima nella sua voce era sparita.

La stavo perdendo davvero. Non potevo perdere. Senza di lei ero vuoto. Annuii in tutta risposta abbassando il volto e guardandomi le scarpe tristemente.

Elena stava per andarsene in salotto ma non potevo tenermi dentro tutto questo.

"Elena io ero confuso. Non sapevo se fosse la cosa giusta da fare. Tenere i bambini, crescerli, o anche semplicemente sposarci. Avevo tantissimi dubbi dentro di me. Pensavo fosse stato uno sbaglio chiederti di tenere i nostri figli. In fondo siamo soltanto due ragazzi di 20 e 19 anni che devono ancora vivere tutta la loro vita. Mi dispiace. Ero soltanto confuso ma appena te ne sei andata e sono rimasto da solo, senza te senza i bambini mi sono accorto che la mia vita adesso siete voi e non posso lasciarvi andare. Siete tutto quello che voglio. Tutto ciò di cui ho bisogno"

Ero disperato. Non potevo perdere Elena un'altra volta. L'avevo persa già un anno prima. Sapevo che senza la mia famiglia non sarei potuto andare avanti.

"Io ti amo Elena. La mia vita adesso senza di te è vuota. Sposami. Ti prego. Sposami perché tanto sai che prima o poi succederà"

Lei mi guardava a bocca aperta. Sul viso le scorrevano le lacrime calde. In men che non si dica le sue labbra si erano curvate in un sorriso sincero. Pieno di felicità.

"Perdonami sono uno stupido" le dissi mentre mi avvicinavo a lei.

"Si sei davvero uno stupido. Ma la cosa più bella è che sei il MIO stupido"

Sorrisi anch'io a quelle parole. Mi chinai quel poco che serviva per far scontrare le nostre labbra ed il vuoto che si era formato dentro di me finalmente fu colmato dai sentimenti che provavo per la mia fidanzata.

La ragazza con cui volevo trascorrere il resto della mia vita. La ragazza che aveva messo sotto sopra tutta la mia esistenza. Che mi aveva reso una persona migliore.

Il bacio fu casto e pieno di amore. Avevo fatto la cosa giusta dicendole quello che pensavo.

"Andiamo dai nostri bambini" le dissi dolcemente staccandomi dal bacio. La presi per mano e tornammo in soggiorno dove trovammo un Alex in difficoltà che cercava di far calmare due neonati che piangevano a dirotto.

Elena ed io ci scambiammo uno sguardo prima di scoppiare a ridere entrambi. Alex era seduto per terra con due piccoli fagotti in braccio che urlavano e piangevano ininterrottamente. La sua faccia disperata era da Oscar e le facce che faceva per farli ridere erano ancora meglio.

"Vi prego aiutatemi. Non so come si spengono" sentii la voce piena di panico del fratello della mia ragazza.

"Hanno fame Alex non serve a niente fare il pagliaccio" gli disse Elena che ormai aveva le lacrime agli occhi per le risate.

"Allora falli mangiare porca trottolina" urlò lui.

"Porca trottolina?" Chiesi accigliato guardando Alex che stava dando Giselle ad Elena in braccio.

"Non devo dire parolacce davanti ai neonati e nemmeno tu" mi disse lui porgendomi Trevor che continuava a piangere.

"Io non posso allattarlo" dissi prima di prendere in braccio mio figlio. Quest'ultimo smise di piangere appena lo accolsi tra le mie braccia e mi guardò incuriosito.

"Però lo fai calmare" disse Alex sbuffando rumorosamente. Anche Giselle si era calmata e stava bevendo concentrata al massimo dal seno di Elena.

Guardai gli occhi di mio figlio e vidi tutta l'infantilità che hanno i bambini da piccoli.

Non pensavo più di aver fatto uno sbaglio. Sapevo per certo che avevo preso la decisione migliore del mondo creando una famiglia.

"A cosa stai pensando?" Mi chiese Elena guardandomi curiosa.

"Sto pensando al fatto che tra tre mesi vorrei averti in vestito da sposa in chiesa pronta a dirmi di si davanti a tutti i nostri parenti" le risposi io sorridendole sereno.

Lei arrossì sotto il mio sguardo è abbassò la testa. Mi avvicinai a lei e la baciai dolcemente sulla testa sussurrandole un "Ti amo" pieno di sincerità.

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Ciao a tutti :)

Purtroppo non sono riuscita ad aggiornare prima ma sto facendo la collezione di voti negativi a scuola e se non mi concentro mi salta l'anno all'estero. :0

Spero di riuscire ad aggiornare almeno altre due volte fino a domenica.

Come sempre mettete mi piace/stellina e commentate se vi è piaciuto il capitolo. Mi farebbe davvero piacere sapere se vi piace come sta andando la storia.

Purtroppo vi informo anche che la storia sta per finire. Fatemi sapere che ne pensate.

Un bacio

Hannah <3

Ti odio, ma ti amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora