"Non andartene, non mi dai fastidio. Pranza con me."

"Sicuro che non disturbo?"

"Sicuro" e, pronunciate queste parole mi sorpassò, dirigendosi verso la cucina. Nel momento in cui mi passò accanto mi afferrò la manica del giubbotto e la tenne stretta tra l'indice ed il pollice, trascinandomi dietro di lui per quei pochi metri, come se avesse il terrore che me ne sarei potuto andare, imboccando la porta di uscita anziché quella della cucina.

Ma io non avevo alcuna intenzione di andarmene. Sentivo che da lui non sarei mai potuto scappare.

Mi fece sedere al tavolo insistendo di voler fare tutto lui. Rimasi lì a guardarlo mentre apparecchiava quel minuscolo tavolo. Si era messo dei pantaloni neri della tuta ed una camicia rossa morbida larga che gli arrivava sopra le ginocchia. Sapeva essere alla moda anche da malato. Ogni cosa che faceva e diceva per me era incredibilmente affascinante e non potei far altro che sorridere per la situazione surreale in cui mi ero cacciato. Proprio io che non avevo mai cercato un qualcosa di serio ora mi ritrovavo completamente perso per un ragazzo appena conosciuto.

"Perché sorridi?" disse sedendosi al tavolo. Non mi ero neanche accorto avesse finito di scaldare il pranzo che Jimin gli aveva già preparato.

Arrossii preso alla sprovvista, colto in flagrante in quei miei pensieri.

"Perché sei rosso? Ti ho già attaccato qualche microbo?" continuò con un sorrisetto beffardo stampato in volto.

Puntò il suo sguardo nel mio. Mi sentii trapassare da quegli occhi castano scuro. Probabilmente arrossii ancora di più perché Taehyung inclinò la testa e sorridendomi mi ammiccò alzando le sopracciglia per poi prendere le bacchette, ed una volta abbassato lo sguardo sul suo piatto, cominciò a mangiare.

"Buon appetito Jungkook."

Com'era possibile che questo ragazzo potesse scombussolarmi tanto la mente? Una decina di minuti prima sembrava così innocente e minuscolo, con il suo nasino arrossato e i capelli scompigliati, e poi, tutto ad un tratto mi aveva guardato con un'intensità tale da scavarmi dentro, mi aveva riservato uno di quei suoi sorrisi maliziosi che ogni volta mi rivoltavano lo stomaco.

Se voleva provocarmi ce l'aveva fatta benissimo, ma non sarei stato da meno.

"Buon appetito a te" presi le bacchette e gli rubai un raviolo dal piatto.

"Ehi, guarda che rischi di ammalarti" mi disse guardandomi con un'espressione preoccupata. Gli occhi spalancati e la bocca curvata a formare una "o" perfetta.

"Non ero quello già rosso in volto?" diedi un morso al raviolo e lo guardai restare senza parole alla mia risposta. Ce l'avevo fatta, lo avevo messo alle strette anche io.

Fu allora che gli rivolsi uno di quei sorrisi che mostravo a poche persone. Non è che non sorridessi mai, ma quel sorriso lo rivolgevo solo a persone con cui mi sentivo completamente a mio agio, ed io ero convinto che Taehyung non avrebbe mai tradito la mia fiducia.

Sentii la mia bocca allargarsi mettendo in mostra tutti i miei trentadue denti, arricciai il naso socchiudendo gli occhi.

Taehyung iniziò a ridere e con una mano si tirò indietro i capelli scoprendo per un attimo la sua fronte. Il suono della sua risata riempì quella minuscola stanza in cui ci trovavamo.

Eravamo solo noi due, di nuovo in quella nostra bolla.

In quel momento sparii di nuovo tutto, sparirono i rumori della strada, sparì qualsiasi mio pensiero, qualsiasi paura, ansia, preoccupazione. Il suono della sua risata era l'unica cosa che riuscivo a percepire: calda, avvolgente, semplicemente meravigliosa.

Cherry tea - TAEKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora