Capitolo XXII

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<Mitch fermati cazzo!> non mi voleva ascoltare.

<Mitch basta, basta!> mi misi in mezzo per cercare di dividerli.

<Alyssa spostati.> mi urlò Mitch.

<Spostati tu cazzo, smettila!> riuscii a dividerlo da Alec.

Lo presi per un braccio e bruscamente lo portai fuori dal locale a passo svelto.

<Mi dici che cazzo ti salta in testa?!> gli urlai contro, non mi fregava niente del fatto che le persone potessero sentirci.

<Alyssa, parliamone a casa> mi disse cercando di sorpassarmi per andare all'auto ma io mi misi davanti a lui e gli puntai il dito sul petto.

<No cazzo, voglio una spiegazione!> ok, voleva proteggermi, o non lo so, ma comunque non doveva farlo.

<Cazzo, non posso proteggerti?> quelle parole erano strane dette da lui.
Il mio sguardo cambiò, da arrabbiata a totalmente confusa.

Per quale motivo voleva proteggermi?
Non lo capivo.

Dopo poco, come se non bastasse, arrivò Alec, piazzandosi di fianco a Mitch.

<Aly, veramente Mitch ha tutto il diritto di avercela con m-> non volevo sentire altro, da nessuno dei due.

In realtà da Mitch si, ma dovevo dimostrargli in contrario.

Non ci pensai due volte e tirai uno schiaffo in faccia ad Alec, lasciandogli il segno.

Mitch fece una piccola risatina ma io lo guardai subito male.

<Non voglio sentirti parlare Alec. Non voglio più vederti dopo quello che mi hai fatto> gli dissi puntandogli il dito contro e il suo sguardo divenne immediatamente triste.

<Guarda! Guarda cosa mi hai fatto!> dissi singhiozzando e mostrandogli i polsi.
Erano...viola, i lividi si erano fatti più scuri.

Abbassò lo sguardo e appena vide i polsi, quasi si mise a piangere.

<O-oh m-mio dio A-aly, ti giuro che-> lo odiavo.

Non fece in tempo a finire la frase che Mitch si intromise <Alec è meglio se ora vai a casa> disse tranquillo cercando di non fargli creare altri danni.

Alec esegui l'ordine e si avviò verso la sua auto.
Io e Mitch lo seguimmo con lo sguardo e poi mi girai iniziando ad osservare il moro.

Era pieno di ferite sul viso.

<Andiamo, devo curarti> gli dissi incrociando le dite della sua mano con la mia.

<Tranquil->

<Ho detto andiamo, dammi le chiavi> gli dissi aprendo la mano davanti a lui.

<No, la mia jeep non si tocc->

<Non era una domanda> ribattei.

Mitch si arrese, mi passò le chiavi e ci avviammo verso la sua auto.

Vedendo il suo sopracciglio grondare troppo sangue <Cazzo...> imprecai.

Mi tolsi la maglietta e gliela passai.

<Cerca di far bloccare il sangue>

Mi squadrò vedendomi in reggiseno.

<Frena i tuoi pensieri e pensa alle ferite> gli dissi immaginando cosa stava pensando in quel momento.

Lui ridacchiò e poi iniziò a tamponarsi la mia maglietta sul sopracciglio.

In pochi minuti eravamo già sotto casa mia, dato che avevo fatto il più veloce possibile per arrivare prima.

<Inizia ad andare su, ti raggiungo> lui fece come avevo detto e io andai a cercare dei cerotti per le ferite un po' più profonde.

Appena li trovai, salii in camera mia e portai Mitch in bagno.

<Siediti> gli dissi facendo segno di sedersi sul water.

<Non ce né biso-> disse cercandomi di contraddirmi ma io lo fulminai con lo sguardo e lui si sedette.

Presi tutte le cose necessarie per curare le ferite: disinfettante, pomata, dischetti di cotone e i cerottini.

Mi avvicinai, inginocchiandomi davanti a lui per avere una visione migliore delle ferite che si era procurato.

Mentre squadravo il suo viso <Sei proprio un coglione> gli dissi iniziando a mettere il disinfettante sul dischetto di cotone.

Gli tamponai il sopracciglio e lo zigomo, lui fece una smorfia di dolore.

<Scusa> gli dissi tamponando più delicatamente.

<Non era per quello> mi disse.

In che senso?

Mitch buttò lo sguardo sul suo fianco, lo guardai confusa e poi decisi di alzargli la maglietta.

<Cazzo Mitch, perché non me l'hai detto subito?> si, era proprio un coglione.

Aveva una ferita sul fianco destro, visto dalla mia parte.
Alec non era stato fermo, uno più coglione dell'altro.

<Non devi preoccuparti per me, bimba> quel nomignolo lo odiavo ancora, ma di meno.

Mi alzai prendendo una garza, gli curai la ferita con tutte le cose necessarie.

Infine gli misi la garza con un po' di scotch, si dai avete capito...lo scotch che usano in ospedale.

<Grazie piccola> lo guardai male.

Sapeva che non doveva chiamarmi così.

<Scusami Aly> cercò di rimediare.

<Tranquillo, se me lo dici tu, va bene>

Ma che cazzo dico?
Dio non ne faccio una giusta.

*spazio autrice*
Mitch ma che ca🅱️🅱️o fai?
Vi sta continuando a piacere la storia?
-🌺

Like a Game || Mitch Rapp, Dylan O'BrienTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang