Capitolo Due

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Ashton's p.o.v
ATTENZIONE:questo capitolo è un po'spinto,descrive attentamente parti che fanno riferimento al sesso,quindi se non vi sta bene o sorvolate la parte o non leggete.

Le mie dita tamburellarono sul ginocchio che si muoveva anch'esso a ritmo di musica.

La mia nuca era coperta dal cappuccio nero e i miei occhi fissavano tutte le persone presenti alla festa,dalle ubriache alle non.

Dalle "annoiate" a quelle completamente felici di strusciarsi su venti cazzi alla volta.

Non a caso,avendo questi pensieri Jessica mi si sedette di sopra e mi stampò un bacio.

"Ashton,Amore "gemette,non si sa per cosa,sulle mie labbra.

"Jessica"accennai un sorriso malizioso osservando il suo vestito attillato e scoperto sul decoltè.

Afferrò una mia mano e si alzò trascinandomi dentro una stanza.

La seguii senza oppormi,nonostante sapevo giá cosa avrebbe fatto.

Una volta arrivati dentro la stanza chiuse la porta dietro le sue spalle e ci si appoggiò attirandomi verso il suo corpo.

Attaccò le labbra alle mie ed inizio ad accarezzarle con la lingua,baciare non era proprio il suo forte,faceva un po'..schifo.

Portai una mano sul suo seno iniziando a baciarla con foga,lo palpai e la sentii gemere sotto il mio tocco.

Sorrisi soddisfatto.

La sua mano iniziò ad armeggiare con il bottone dei miei jeans e,una volta sbottonati,ce la infilò dentro iniziando ad accarezzarmi il membro da sopra i boxer,che si indurì di colpo al suo tocco.Iniziò a massaggiarne tutta la sua lunghezza fino a torturare poi,il glande con il pollice.

Mi abbassai e le leccai un seno,iniziando poi a succhiare per lasciarci diversi succhiotti sulla base.

Baciai tutto il suo petto iniziando a scendere lentamente,ciò la portò a ritrarre la mano dai miei jeans,arrivai al suo basso ventre coperto dagli slip,avvicinai lentamente le mani sulle sue cosce e salii fino ad arrivare ai glutei che strinsi prima di avvicinare il viso agli slip della ragazza.

Riportai le mani sul davanti e abbassai lentamente il tessuto di pizzo,soffiai dentro di lei e non appena gemette rumorosamente mi alzai.

"Vado a conoscere mio padre dolcezza"ammiccai spostandole una ciocca dal viso e la spostai per poter uscire dalla stanza.

                   *         *         *

Alzai lo sguardo dal bigliettino e mi guardai intorno.

La via davanti a me era abbastanza isolata,ciò mi fece sorridere.

Stare solo era una delle cose che preferivo di più,dopo il sesso ovviamente.

Presi un grande respiro e,a grandi passi,mi avvicinai all'enorme porta di legno.

Titubante portai l'indice sulla superfice del campanello che suonò facendomi sussultare.

"Chi è?"urlò una voce minuta,ma maschile dall'altro della porta,probabilmente un bambino.

"Il fattorino della pizza."sussurrai ironico mantenendo la mia espressione seria in volto

Con grande sorpresa la porta si aprì mostrandomi un ragazzino di circa dieci anni con un joystick in mano.

"Ciao,la pizza?"chiese squadrandomi cercando di trovarla.

Sorrisi appena divertito dalle parole del bambino,che ingenuo,fossi stato un assassino sarebbe stato così facile ucciderlo.

Ma non lo sono,quindi mi limiterò a rovinargli la vita come fratello maggiore.

"Tuo padre?"

"Prima la pizza,poi ti faccio pagare"mi guardò con aria quasi di sfida

"Non ce l'ho mocciosetto stavo scherzando!"accennai una risata e gli scompigliai i capelli sudati sulla fronte.

Ritrassi immediatamente la mano e l'asciugai sul jeans nero.

"Dai dimmi dov'è tuo padre su"

"Sta di lá aspetta che te lo chiamo."

Vidi il ragazzo abbandonare il joystick sul divano e sparire dietro l'angolo.

Entrai e chiusi piano la porta mentre mi guardavo intorno,era una casa davvero splendida,ma la mancanza di una donna la rendeva buia.

Un uomo spuntò poi dallo stesso angolo dal quale era sparito il mingherlino sudato.

"Chi sei?"sgranò gli occhi squadrandomi da capo a piedi.

"Lieto di conoscerti Ben"inumidii la carne rosea delle labbra con la punta della lingua e gli porsi la mano "sono Ashton.Ashton Irwin."

La sua espressione cambiò totalmente,era stupito,ma sembrava felice.

Mandò al diavolo il mio braccio teso verso di lui e mi strinse in un forte abbraccio.

A quanto pare era felice,felice di ritrovare il figlio abbandonato per strada all'eta di cinque anni.

Ricambiai l'abbraccio stringendolo forte e chiusi gli occhi godendomi per un attimo il momento di avere mio padre accanto,per la prima volta avevo abbracciato mio padre.

Quando sciolsimo l'abbraccio,ma il sorriso rimase sul volto di entrambi,ci accomodammo su due poltroncine poste al centro della sala,illuminate dal bagliore del fuoco proveniente dal caminetto.

"Credevo fossi morto."sospirò mentre il sorriso scomparve dal suo volto.

A quel punto anche il mio fece lo stesso.

Mi misi più comodo sulla poltroncina e iniziai a fissare il fuoco mentre schiudevo le labbra per parlare.

"lo ero fino a che non mi hai abbracciato"ammisi.

Era la veritá.

Non mi ero mai adeguato alla vita di strada,non avevo mai realmente vissuto fino al giorno in cui rincontrai mio padre.

Avevo diciannove anni e in tutto questo lasso di tempo non avevo mai avuto una figura paterna.

Neanche una materna a dire il vero,ma sapendo con certezza che mia madre era morta mi ero rassegnato e cercavo mio padre stato per stato,finchè finalmente arrivai proprio a Londra.

Riportai lo sguardo sull'uomo accanto a me che stava sorridendo di nuovo,era davvero un bell'uomo.

Mi chiedevo come andasse la sua vita,ma per queste domande avevo tempo.

"Hai una casa?"domandò poi giocherellando con le dita

Scossi velocemente il capo e lui si passò una mano sulla fronte.

"Cosa aspetti ad uscire le valige e portarle su in camera?"

A quell'affermazione sorrisi ampiamente mostrando le fossette.

"Inizierò una vita fantastica."

ANGOLO AUTRICE

Beeeeene girlz,avevo detto che avrei aggiornato 'sta sera,quindi eccolo qui.

Scusate eventuali errori e se è troppo corto.

Fatelo conoscere a più persone che potete,votate e ditemi cosa ne pensate nei commenti.

Love ya

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