21•Come in un buco nero•

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Dopo aver regalato un'occhiataccia ad Amenadiel, stringe il mio braccio trascinandomi con sé verso la cucina.
«So camminare anche da sola, grazie!» ringhio ritirandolo giù con forza mentre mi fermo appena imbocchiamo il corridoio — illuminato da varie lucine rotonde schiacciate sul soffitto.

Con noia abbassa lo sguardo verso il mio viso contrariato dal suo modo di fare del tutto inappropriato!
«La "luce divina" di mio fratello non ti fa bene.» precisa con nonchalance guardandomi dritto negli occhi.

«Divina? GIÀ. Divina è proprio la parola giusta!» commento stizzita massaggiandomi il braccio che ancora pulsa per la sua presa decisa. Ride sadicamente senza alzare troppo la voce né perdere tutto ciò che lo rende in qualsiasi occasione tremendamente eccitante.

Cavolo.
Cavolo se lo odio.

«Mi prendi in giro?»

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«Mi prendi in giro?»

«Non potrei mai.» rispondo con una smorfia

«Sai?» si ferma per fare un passo e accarezzasi il mento prima di continuare «Dovresti levare il prosciutto che hai negli occhi.» dice con tono divertito e nello stesso tempo serio. Conclude il tutto con un solo e deciso sguardo al mio seno;
dal taschino interno della sua giacca nera estrae una bottiglina che butta leggermente verso di me prima di stapparla e poi andare via senza aggiungere altro.

Sbuffo amaramente e sbatto una mano sulla parete con tanta frustrazione nella speranza di poter star meglio. Ma no! Non funziona, non funziona perché qui nessuno osa osservarmi, nessuno osa scavare, nessuno osa un ca**o di niente quando si tratta di me.

«Non ti consiglio di dargli così tanta importanza...» risentendo la sua voce dolce, mi giro subito facendo un passo indietro come se fossi totalmente presa dalla sua presenza. L'unico che ancora non mi ha ferita! Sono passati due-tre minuti dalla nostra presentazione, ma se in genere percepisco chi non fa per me dopo neanche due-tre secondi, allora andiamo bene.

«Oh...ehm...si...» sorrido debolmente per poi abbassare il viso sotto la sua risata soave «è odioso.» commento con un sospiro provando comunque a restare nel vago.

«Lo so» mi rassicura allungando un bicchiere mezzo vuoto — che prima di afferrare fisso instancabilmente. «è strano...» comincia deciso dopo qualche secondo di silenzio, secondi nei quali ho iniziato a seguirlo senza neanche un vero senso «Cosa faresti se il tuo posto non fosse qui?» alzo lo sguardo esitando, sono ancora in attesa della sua nuvola di gas che lo porterà via da me. Un po' come succede per qualsiasi altra gioia nella mia vita: appaiono come la Madonna, poi Pluf! Scompaiono, così, di punto in bianco, senza neanche una vera  ragione, o quanto meno valida.

«Andrei via...» rispondo con calma e tanta sicurezza «Mio padre diceva sempre di dover trovare il proprio posto, si, insomma...di andare nel posto in cui ti senti a casa. Se non sei a casa, non è il tuo posto. E se non è il tuo posto, adattarti è da pigroni.» ricambio il suo sorriso sentendo le guance andare a fuoco ma la realtà è che trovare della pace, nel posto sbagliato, è comunque stare a casa.

Lucifer ×Oltre il mondo, oltre l'inferno×Where stories live. Discover now