5) Diary 3 {1920-1940}

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xx Giugno 1922

Caro Diario,

oggi ho una domanda esistenziale da porti: quanto le persone che ci stanno accanto sono in grado di conoscerci e di prevedere le nostre azioni?

A mie spese ho dato una risposta a questo quesito.

Ma partiamo da principio: ho mentito ai ragazzi, ho mentito ai miei bambini. E non c'è giustificazione che regga questo atto deplorevole.

Tuttavia, io sono il maggiore, in tutti i sensi: sono stato trasformato fra i primi perciò, sia di età fisica che di età propriamente detta, rappresento il membro più anziano. E da bravo fratello maggiore dovevo garantire un pasto a quei 6 disgraziati nonostante la situazione. Il branco di licantropi non ci dà tregua: non usciamo a caccia da settimane e le riserve sono finite. Così, per non farli preoccupare, ho detto loro che nella ghiacciaia restavano poche dosi e che dovevamo razionarle bene. Per pranzo gli ho dato l'ultima sacca affermando che la mia l'avevo già bevuta quando, in realtà, per me non c'era nulla.

Perché è questo quello che fanno i genitori: si tolgono il cibo di bocca per darlo ai figli, stessa cosa ho fatto io.

Avevo programmato di andare a cacciare prima che si accorgessero della frottola ma, evidentemente, qualcuno ha intuito fin da subito l'imbroglio. Però è stato zitto, ha aspettato il momento giusto per agire.

Come se ciò non bastasse, nel tardo pomeriggio siamo stati attaccati un'altra volta ed al mio ennesimo rifiuto di controbattere YangYang è esploso. Ne è seguita una lite furibonda tra me e il maknae. Ho detto frasi che non penso assolutamente ma, preso dalla frenesia e dalla fame, non ci ho visto più. Siamo tutti stanchi e nervosi, questa trincea ci sta uccidendo, questo digiuno forzato logora i nostri nervi. In casa c'è un malcontento generale. Inoltre, il piccolo mezzo tedesco è pure un neonato (così vengono chiamati i vampiri trasformati da meno di un anno), capisco che per lui resistere alla fame sia 100 volte più difficile che per me o WinWin, che abbiamo praticamente 2 secoli a testa.

Ma nonostante tutto, pensavo che Xiaojun mi avrebbe dato manforte come al solito ed invece, questa volta si è schierato dalla parte dei più impulsivi. Aveva la lingua biforcuta, piena di veleno. Sono consapevole che la maggior parte delle cattiverie non sono farina del suo sacco ma, ci sono rimasto male. Di solito lui mi sostiene a spada tratta, vederlo ribellarsi mi ha sconvolto. Così, mi sono ritirato in camera mia non notando un'ombra dietro di me.

Chittaphon zitto zitto, aveva assistito a tutto. Dopo il litigio mi è corso dietro. Quando mi sono gettato sul letto, faccia contro il cuscino per piangere e sfogarmi, lui si è disteso contro la mia schiena abbracciandomi da dietro.

Sconvolto gli ho chiesto cosa ci facesse lì. Lui ha semplicemente riso. Quanto è bello quel suono cristallino, se solo potessi registrarlo e riascoltarlo ogni secondo della mia eternità.

Successivamente, mi ha spiegato le sue ipotesi: ero stato scoperto sotto ogni fronte. In più il mio calo di attenzione, dovuto al non nutrirmi, motivo per cui non lo avevo notato dietro di me, confermava i suoi ragionamenti. Io, che di solito percepisco anche la polvere spostarsi con i refoli di vento che entrano dalle finestre chiuse.

Diario che dire: ho pianto come un bambino, ho tempestato il petto di Ten con i miei pugnetti neanche fossi un adolescente. Quando mi sono calmato abbiamo parlato, riso, scherzato, pianificato, ipotizzato tutta la notte. Mi ha offerto diverse volte il suo polso durante quelle ore buie ed io, oramai consapevole del sapore di quell'ambrosia, non rifiuto più neanche un'occasione.

Sotto le coperte ci siamo coccolati, ci siamo baciati, ci siamo toccati. Parole dolci, passionali, timide, esplicite sono state sussurrate a più riprese.

A Fragmentary PassageWhere stories live. Discover now