29) OFFESA

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Improvvisamente il nome di quella donna gli salì alla labbra.  Salende!

Ecco, Salende, si chiamava! Fu lieto di essersene ricordato. Ritrovato un poco di controllo della testa e dello stomaco si alzò dal letto. A fatica raccolse i pantaloni e la tunica e se li infilò. Si avvicinò alla porta e dovette pararsi gli occhi dalla luce troppo forte. Uscì all'esterno della stanza sperando di trovare velocemente Ranuncolo e fu con piacere che lo vide a pochi passi dalla porta, appoggiato alla balaustra a guardare verso la foresta. Non si era ancora accorto di lui e sembrava preoccupato. Accanto a sé, appoggiato sulla balaustra, c'era un boccale di birra che Wal indovinò essere il toccasana per la sua testa e il suo stomaco. Lo chiamò e l'altro si voltò prontamente. Un sorriso gli distese le rughe, prese il boccale di birra e glielo porse.

"Mio signore, credo che lo gradirai" gli disse non appena lo raggiunse e Wal ne bevve il contenuto senza fare storie. Era amaro e nemmeno troppo fresco, però sapeva che gli avrebbe rimesso a posto il disgusto che aveva addosso. Se la volta scorsa ne bastarono solo pochi sorsi, questa volta bevve tutto fino in fondo, fino all'ultima goccia. Ranuncolo parve soddisfatto.

"Il Padre di Tutti ha trovato pace nella notte?" gli domandò ancora e Wal non seppe cosa rispondergli. Sarebbe stato troppo facile rispondergli di sì, che tutto era andato per il meglio, ma di certo quella notte non aveva incontrato la pace dentro di sé e non si sentiva dell'umore giusto per mentire.

Annuì solamente e si diresse verso la balaustra. Il sole già alto gli abbagliava un poco gli occhi e allora sbirciò di sotto. Quello che solo fino a pochi giorni prima era un mistero insoluto, ora ce l'aveva davanti e iniziava a diventargli famigliare. Vedeva Sednor indaffarati andare avanti e indietro e Ratnor passeggiare soli o in gruppo, incontrarsi e parlare. Quello che a prima vista gli era sembrato difficile da distinguere, poco alla volta diventava evidente se solo si sapeva cosa guardare. In quel popolo molti lavoravano e alcuni no, in base a che fossero Sednor o Ratnor. Ora vedeva chiaramente la differenza.

Dall'alto queste cose si vedevano bene. Vedeva gente andare e venire, indaffarata o meno, fermarsi e sorridersi, eppure solo pochi suoni arrivavano fino a lui. Le parole che quella gente si scambiava, i cenni che si facevano a distanza, non erano accompagnati da risa e richiami. Tutto si svolgeva nella calma e nel silenzio, nell'ordine assoluto e rassicurante di quel villaggio nella foresta. I volti che vedeva erano sereni, cordiali nel rispondere ai saluti e lieti nel riprendere il cammino, eppure la sensazione che ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in tutto quello che vedeva non lo abbandonava.

Si diceva che doveva essere felice per aver finalmente trovato il posto dove vivere e forse era proprio così, eppure il tarlo di non sapere chi fosse stato prima di allora restava una minaccia che poteva rovinare tutto da un momento all'altro. Poco alla volta il suo passato tornava a galla, ma invece di renderlo felice gli complicava le cose. Ora che aveva riposato, ricordava più facilmente le cose che aveva raccontato Salice che Ride, specialmente a proposito del suo popolo di origine, i Vareghi, e delle Yaonai.

Le cose che la Grande Madre aveva raccontato appartenevano a miti risalenti a tempi così remoti che neanche le Yaonai sapevano se erano verità o più un desiderio che lo fossero. Comunque gli avevano lasciato più curiosità per quello che gli mancava nella memoria che non per quello che già ricordava.

Lui sapeva di essere un Varego e sapeva di essere arrivato dal Nord di quel continente; sapeva quale era il suo nome prima di giungere presso quella gente e sapeva per quale scopo era giunto fino a loro, eppure ancora molte cose gli sfuggivano. Il suo passato, la sua vita precedente, le gioie e i dolori, ancora erano velati dietro una densa cortina di nebbia che capricciosamente si sollevava quando ne aveva voglia, lasciandolo amareggiato più che soddisfatto.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Seconda ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora