27) IL MOTTO

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Dopo essere tornati nella stanza dove avevano trascorso la notte, Wal e Radice passarono alcune ore in quasi totale silenzio, ognuno perso nelle sue faccende o alla ricerca di un poco di pace per la mente.

Wal vide Radice riporre con molta cautela l'ascia all'interno del piccolo baule nella nicchia del muro, richiudendolo con devozione e mormorando qualche parola che non riuscì a cogliere. Non gli chiese cosa stesse facendo, non ne aveva voglia. Non ora, perlomeno.

Mangiarono gli avanzi che avevano lasciato sul tavolo dalla sera prima. La carne era fredda e le verdure insipide, ma riempirono gli stomaci. Bevvero quello che rimaneva della birra nei boccali. Era calda, amara, difficile da mandare giù, eppure l'alcol servì a sciogliere un po' la tensione. La temperatura della stanza era costante e secca, così i vestiti inzuppati si asciugarono addosso ai loro corpi.

Nessuno dei due pensò a cambiarsi o a lamentarsi per il disagio. Quello che avevano vissuto aveva lasciato il segno nell'animo di Wal che trasaliva a ogni piccolo rumore che proveniva dalla galleria. Ogni volta temeva di vedere spuntare una testa di Ka-Ranta dalla porta, pronto a ghermirlo per portarlo via con sé. Radice, invece, non dava segno di aver risentito dello scontro con i due mostri di ghiaccio. Si comportava normalmente, quasi che per lui fosse consuetudine quello che era successo. Il Sednor dovette accorgersene, perché ad un certo punto interruppe il suo silenzio per rassicurarlo.

"Non temere" gli disse "Non ce ne sono altri, in giro. In ogni caso non potrebbero arrivare fino a noi. Fa troppo caldo".

Anche se si vergognava, Wal apprezzò le parole dell'amico. Con un cenno della testa gli fece capire che aveva compreso. Avrebbe voluto dirgli o chiedergli di più, ma proprio non ce la faceva. Troppe domande gli giravano per la testa. Troppe, considerando che fino al giorno precedente non avrebbe creduto a una parola a proposito di quei mostri orrendi e ora, dopo averli visti, desiderava non averlo mai fatto. Era incredibile che volessero proprio lui, eppure Aldaberon l'Antico l'aveva avvisato: lo sapeva e con lui tutto il Mondo degli Antichi Padri.

La Grande Madre lo sapeva, Radice lo sapeva, tutti probabilmente lo sapevano, a eccezione di una persona sola: LUI!

Chissà cosa sarebbe successo se Radice e la Grande Madre non fossero stati presenti, chissà cosa gli avrebbero fatto, dove l'avrebbero portato... No questo no, perché lui sapeva dove lo volevano portare: aveva visto il loro mondo, da dove venivano, cosa volevano fare a tutti loro. E la causa di tutto questo era una sola, Karahì! La Regina maledetta dei Sei Regni! Ma perché ce l'aveva con lui? Perché aveva mandato quei mostri orribili a prenderlo? Questo era il punto: perché?

Si perse così intensamente in quella girandola di domande, che perse la cognizione del tempo. L'essere assorto gli aveva portato anche un bel mal di testa. Ne aveva abbastanza.

A un certo punto sentì il bisogno di respirare aria pura, di uscire da quella caverna che lo soffocava, anche se la sola idea di mettere il naso in quel corridoio lo riempiva di sgomento e orrore. Lottò a lungo contro quella idea, poi parlò.

"Andiamo!" disse deciso al Sednor "Voglio tornare al villaggio. Adesso!".

Radice, che si era sempre tenuto occupato con piccoli lavori di riordino, ne sembrò felice. Lasciarono il posto pulito come l'avevano trovato, portarono con sé i vestiti della sera prima e gli avanzi del cibo. Quando se ne andarono, nella stanza non vi era traccia del loro passaggio.

Per primo uscì Radice, sotto lo sguardo allarmato di Wal non ancora del tutto convinto che i mostri fossero spariti.

Quando lo vide scomparire nel riquadro della porta per dirigersi deciso lungo la galleria, si avvicinò lento al passaggio. Si fermò proprio sull'uscio, trasse un profondo respiro e poi si buttò. Nell'attimo che oltrepassò la porta si immaginò tutti i suoi peggiori incubi ad attenderlo, invece niente, la galleria era vuota a eccezione di Radice che camminava spedito verso l'uscita senza aspettarlo.

LA MASCHERA E LO SPECCHIO-Seconda ParteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora