Se fossi stato una bella ragazza - Parte II

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Nella penombra delle luci soffuse, noto che Freddie e Frida si sono alzati e lui le tiene la mano, invitandola a ballare al centro della pista improvvisata nel bel mezzo della sala. Insieme la raggiungono e lui le cinge la vita con delicatezza: Freddie è sempre stato un gentleman con le donne, devo ammetterlo, molto più di me, anche se a prima vista possa sembrare il contrario. Nonostante indossi un semplice paio di pantaloni scuri e una camicia grigia mi sembra un principe, ha quei modi educati, garbati e rispettosi che lo rendono quasi un uomo d'altri tempi. Come mio padre. Già, se mio padre mi vedesse ora, con una bottiglia di vodka da una parte, il bicchierino vuoto dall'altra e un impermeabile grigio che non riesco a togliere nemmeno qui dentro nonostante siamo in piena estate, disapproverebbe con il suo solito sguardo arcigno e austero.

Frida, che stasera ha stranamente abbinato un camicetta blu avvitata al suo solito jeans nero, posa la testa sulla spalla di Freddie mentre lui la stringe a sé ancora più forte e le posa dolcemente le labbra sul collo. Lei sorride, ride addirittura, non disdegna in alcun modo lo slancio di passione del mio compagno di band, anzi.

-Eh no...questo è davvero troppo- protesto con me stesso.

Forse a Berlino mi sono solo illuso di essere riuscito a instaurare un rapporto di amicizia con Frida, di essere riuscito ad aprire uno spiraglio nel suo cuore, anche piccolo, quel tanto che basta a fidarsi di qualcuno e ad aprirsi di più. Niente, mi sbagliavo. Per farmi ulteriormente del male sposto lo sguardo un po' più in là: varie sono le coppiette, di turisti più che altro, che danzano stretti l'uno all'altra al ritmo di musica dolce e cadenzato. Mi ricordano tanto me e Amalia in viaggio di nozze a Parigi, giovani, senza pensieri e, soprattutto, innamorati. I miei occhi girovagano ancora, inquieti, incapaci a trovar pace, finché si incrociano con quelli della ballerina dalla pelle d'ebano che sta danzando a cuore a cuore con Jack. Lui sa benissimo dove mettere le mani, non ne avevo dubbi, le sue dita sono praticamente incollate al sedere di lei che, come Frida con Freddie, non appone affatto resistenza, ma i suoi occhi, un paio di occhi grandi e color dell'ambra, sono invece incollati ai miei.

-Se fossi stato una bella ragazza ti avrei già invitato a ballare-

La frase piena di provocante ironia, pronunciata al mio orecchio da una voce roca, mi fa scuotere velocemente la testa come svegliato da un sonno che durava da decenni. Mi giro e il sorrisetto beffardo di Roger mi desta dall'incubo che stavo vivendo.

-E chi ti dice che avrei accettato di ballare con te?- gli rispondo con altrettanta ironia -Ci sono tanti altri bei ragazzi qui dentro-
-Eh...mio caro Brian, io ho sempre il mio fascino, non dimenticarlo- chiosa con l'aria trasognata dell'eterno dei play-boy.

Roger prende posto accanto a me, dove prima era seduto John, afferra la bottiglia di vodka e se ne serve un po' in un bicchierino pulito. Mi volto di nuovo in avanti e la bella ballerina è scomparsa con Jack come per magia, Freddie e Frida invece sono ancora alla portata della mia visuale, lui le stringe i fianchi e lei tiene le mani posate sulle sue spalle.

-Come va con Amalia?- mi domanda una volta vuotato il bicchierino.
-E come vuoi che vada...- sospiro -Ormai non va più. Rory come sta?-
-Rory sta benissimo, mangia, dorme...fa tutto quello che vorremmo fare noi- e sorride felice, lo fa sempre quando parla dei suoi figli, io invece non riesco a esserlo più nemmeno quando penso ai miei ultimamente.

Prendo la bottiglia e mi verso anch'io un altro shot di vodka, ma non lo bevo, comincio a fissare il bicchiere pensieroso.

-Non le hai detto ancora di Margot, non è vero?- mi chiede ancora lui.

So che non lo fa per curiosità ma perché vorrebbe aiutarmi a uscire fuori da questa situazione complicata.

-No, a tour finito le dirò tutto, anche perché...anche perché Margot comincia a scalpitare e io non posso permettere che i miei figli vengano a saperlo da un...uno di quegli schifosi giornaletti da quattro soldi-

Nervoso mi scolo il bicchiere fino all'ultima goccia e vacante lo rimetto sul tavolo. Freddie e Frida sono ancora a ballare il lento stretti l'uno all'altra, come due fidanzatini.

-Beh...hai ragione- riprende Roger -Anche io farei la stessa cosa al tuo posto. Strano però...- e si ferma.
-Strano cosa?- gli chiedo, il suo volto ha assunto una strana espressione di vanitoso compiacimento.
-E' strana questa situazione in cui ti trovi: sono stato sempre io quello instabile nella band, dal punto di vista sentimentale e invece...non me lo sarei mai aspettato da te Brian, mai-

-E' una critica quella che mi stai facendo Rog?- replico un po' irritato -No perché se lo è, davvero, proprio da te, io...-
-No, non è una critica Brian, è...è soltanto una constatazione. Non fare il permaloso come al solito-

La bottiglia, ormai semivuota, passa di nuovo nella mani del mio amico, che si versa un'altra generosa quantità di candido liquido alcolico nel suo bicchierino. Non appena la poggia sul tavolo la riafferro subito io per fare lo stesso, vuotandola del tutto.

-Hai...hai ragione, scusami- gli dico -So che sto deludendo tutti con questo mio comportamento infantile- e tutto d'un fiato vuoto ancora il mio bicchiere -Dovrei...dovrei ragionare prima di fare determinate cose e invece...-
-...e invece subito pensi di esserti innamorato, ma poi lo sei davvero di questa Margot? Te lo ha detto anche Freddie l'altro giorno: vale la pena buttare all'aria un matrimonio per una scappatella? Ne abbiamo avute tante, anche io e lo sai, ma Dom è sempre Dom e non la lascerei per nessuna al mondo- conclude fiero e anche lui scola il suo bicchierino di vodka.
-Ne riparliamo fra dieci anni, che ne dici?- lo provoco -Io e Amalia stiamo insieme da molto più tempo di te e Dominique, le cose...le cose sono diverse tra noi, lei è diversa e...e...- sospiro di nuovo, più confuso di due minuti fa.

Roger si alza, trascina il bicchierino sul tavolo e lo porta a sé: -Sei molto confuso amico mio- mi dice -Approfitta di quest'altra decina di giorni che abbiamo prima di Wembley per pensarci su...magari rivedere Amalia e i bambini dopo tanto tempo ti farà capire che stai facendo solo una stronzata oppure...- tentenna fissando il bicchiere.

-Oppure?-
-Oppure ti farà capire che stai davvero facendo la cosa giusta. Per stasera...beh, stasera divertiti-

Senza aggiungere altro Roger mi abbandona, come un cagnolino sull'autostrada in pieno Agosto, insieme ai miei tristi pensieri e alle mie ancora più tristi preoccupazioni. Intercetto una cameriera, lei mi raggiunge e con il mio tedesco alquanto scolastico le chiedo di portarmi un'altra bottiglia di vodka, lei mi sorride e va subito a prendermela.

L'orchestrina continua a suonare la sua dolce melodia, le coppiette proseguono nel loro romantico ballo e Freddie e Frida...

-...dove...dove sono Freddie e Frida?- mormoro tra me e me alquanto preoccupato.

Fino a un momento fa stavano ballando non molto lontani dal centro della pista, adesso non ci sono più. I miei occhi cominciano a vagare inquieti in ogni angolo della sala: accanto ai caminetti, vicino al bancone, niente non ci sono da nessuna parte. D'un tratto però scorgo qualcosa muoversi nella scura penombra, mi volto e li vedo, sono tornati al loro tavolo ma non per restarci. Freddie sta infatti aiutando galantemente Frida a indossare il suo chiodo in pelle, poi le posa il braccio intorno alla vita di lui e insieme vanno via dalla birreria.

-Chissà dove vanno- penso sconsolato -Forse a divertirsi da soli da qualche altra parte-

-Bitte, deine Flasche Vodka- (-Prego, la sua bottiglia di vodka-)

Una dolce voce femminile mi fa voltare, ma è semplicemente la cameriera che mi ha portato la bottiglia di vodka che le avevo chiesto.

-Danke- (Grazie) le rispondo io e le sorrido freddamente, lei ricambia il mio sorriso con uno altrettanto di circostanza, poggia la bottiglia sul tavolo e se ne va.

Subito afferro la nuova arrivata, la apro, senza pensarci due volte, e mi riempio il bicchierino, ma prima che possa avere il giusto tempo di fare di nuovo del male a me e al mio fegato, i miei occhi si incontrano ancora con quelli della bella ballerina di colore, ancora avvinta tra le grinfie di Jack. I suoi occhi color dell'ambra mi fissano, brillando nella penombra come quelli maliziosamente felini di una gatta, e allorché lei mi fa l'occhiolino un brivido, più caldo, più incendiario della vodka che sto per bere, fa tremare ogni fibra del mio corpo.

Il corso di fotografia - A Brian May Fanfiction Where stories live. Discover now