the bracelet(draco malfoy fanfiction)//traduzione

capitolo 44

(ciò che dice l'autrice)

Hey ragazzi! Ecco un nuovo capitolo che penso davvero vi piacerà, ditemi cosa ne pensate! Grazie per aver letto e per essere rimasti con me!

Goditelo! BACI BACI

***

POV Jennifer -

Il giorno seguente, la mia mente è solo un miscuglio di pensieri selvaggi e ansiosi.

Non so cosa Blu stesse cercando di farmi ieri, ma di certo non è stato un incantesimo sbalorditivo. In effetti, non credo sia stato affatto un incantesimo. Ad ogni modo, so che qualunque cosa stesse cercando di fare non è riuscita, perché il suo potere non è mai stato completamente eliminato dalla mia mente. Qualunque cosa fosse, spero solo che non provi di nuovo, perché so che se avesse avuto successo, gli effetti includerebbero molto di più che farmi perdere i sensi.

Questo è qualcosa di cui non ho ancora parlato a Draco, o a chiunque altro. Non ho avuto il tempo di contemplarlo appieno.

E per quanto riguarda i Mangiamorte nel manor di Draco, non riesco nemmeno a distogliere la mia mente da loro.

Di cosa avevano parlato ieri? Qualcosa su uno studente di Hogwarts che ha una sorta di oggetto che i Mangiamorte stanno cercando, qualcosa che Voldemort stesso ha apparentemente cercato da molto tempo. E se non sono in grado di ottenerlo, potrebbero accadere brutte cose al fianco di Voldemort.

Nemmeno Draco ne sapeva niente; era stato confuso quanto me. Tutto quello che sappiamo entrambi è che non avremmo dovuto ascoltare quella conversazione ieri, e qualcuno a Hogwarts è in pericolo.

Draco non è in classe ancora una volta oggi, non con mia sorpresa. Mi ha detto che avrebbe lavorato al suo compito, quindi non ho idea di quando lo vedrò la prossima volta.

Lumacorno decide di farci lavorare di nuovo nei nostri gruppi assegnati oggi, così io e Josefina trasciniamo entrambe i nostri sgabelli verso il tavolo di Derek, dove è seduto da solo.

"Oggi è un po 'tranquillo." Dico a Josefina, notando l'assenza di rumore in classe.

"Già, perché Blu non è qui." Lei dice. Quando mi guardo intorno, scopro che non c'è , il che è piuttosto strano. Tuttavia, respingo rapidamente la questione; probabilmente non è niente.

"Ehi, Josefina." Derek sorride, come se implorasse la sua attenzione. "Come è stata la tua giornata?"

"Fantastica, fino ad ora." Sospira, facendo cadere i libri sul tavolo. Mi guarda, facendo con le dita la forma di una pistola e mettendosela sotto il mento, fingendo di premere il grilletto.

Una piccola risatina mi sfugge dalle labbra mentre mi siedo accanto a lei, mettendo la borsa sullo schienale della sedia.

I primi quindici minuti di lezione per me sono passati a prendere appunti distratti e ad ascoltare Josefina litigare costantemente con Derek.

"Rivera." Dice Derek, disegnando ogni sillaba del suo cognome come se stesse assaporando il suono della parola sulla sua lingua.

"Che cosa." Lei risponde brevemente, la sua penna che preme così forte sulla sua pergamena da fare un buco nel materiale.

"Vuoi far scivolare qui il tuo bel culo e aiutare un ragazzo?" Dice, un sorriso infantile che arriccia il labbro verso l'alto mentre fa cenno al suo pezzo di pergamena quasi vuoto

"Gesù." Borbotta Josefina. I suoi occhi si chiudono mentre succhia una boccata d'aria tranquilla attraverso le labbra, sembra che stia trattenendo una malsana quantità di impazienza e dispiacere.