Capitolo 17

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Hermione si fece travolgere da mille verità e rivelazioni. Ora era al corrente di tutto ma ogni volta credeva di essere all'oscuro di qualcosa. Un'altra realtà saltata fuori sarebbe stato il colpo cruciale. Si sentiva così debole e senza forze. 

Mancarono ventiquattro ore all'operazione e Hermione era sempre più distratta e confusa. Ron cercò di sollevarla e molte volte provò a farle cambiare idea senza successo. La risposta non cambiava mai

- Sentilo. E' ancora minuscolo ma in qualche modo riesci a sentirlo-

Ron appoggiò l'orecchio sul grembo di Hermione. Era passato quasi un mese da quando Hermione seppe di aspettare. Ginny non faceva altro che immaginare quando avrebbe preso in braccio quell' esserino così minuscolo. 

Molly aveva intenzione di lasciare un piccolo spazio in casa dedicato al bambino

Hermione annuì ogni volta senza però esprimere un opinione vera e propria. Detestava se stessa in quel momento.

- Domani ti accompagnerò io in ospedale- disse Ron 

- Oh, alla fine ha spostato l'operazione a dopodomani- 

- Capisco, almeno hai un giorno in più pensarci-

Hermione non disse nulla e abbassò lo sguardo sul prato. L'aria calda estiva le faceva più che bene. Mentì a Ron e si sentì nuovamente in colpa. L'operazione sarebbe stata l'indomani ma preferiva andarci da sola. Con accanto Ron avrebbe avuto sensi di colpa e dopo quello che era accaduto qualche sera prima cercava di non passare troppo tempo con lui. 

Nel pomeriggio si recò al Ministero. Mentre compilò un infinità di documenti su proposte di legge, dalla finestra intravide l'ufficio di Caramell: l'ex ministro stava rimuovendo dalla. scrivania le ultime cose. Colse il suo sguardo così dispiaciuto. Pochi secondi dopo incrociò quello di Hermione e annuì sorridendo. Lei rispose allo stesso modo. - 

- Dai Draco torna qua. Lo sai che non ne ho mai abbastanza- disse Lily con voce spezzata da quegli attimi precedenti di pura passione

- Abbiamo fatto già abbastanza Lily. Ho bisogno di una doccia- 

Anche se Draco era sotto la maledizione Imperius cercò qualche volta di resistere a questa crudeltà che l'aveva sottoposto al comando di Lily. Quando sembrava aver ripreso il controllo della sua mente e del suo corpo a Lily bastava un movimento di bacchetta e quell autocontrollo si tramutò in tranquillità. Ma a Lily piaceva "giocare" con queste due personalità di Draco sopratutto perchè quando cercava di resistere a lei l'unico modo era quello di sedurlo o comunque far suscitare in lui quel minimo di desiderio che poco dopo diventava un onda passionale e con ardore esercitava una violenta ma leggera maliziosità su di lei.

Dopo aver ottenuto quello che voleva Lily si alzò dal letto scombinato e si recò in bagno. Draco tirò su da terra i vestiti stropicciati, dalla tasca della giacca uscì un piccolo anello che rimbalzò a terra. Lo raccolse o l'osservò sotto la luce del sole quasi tramontato. All'interno erano incise piccole lettere: per sempre nella tua vita, Hermione

In Draco emersero alcuni flash legati ad Hermione. Per quanto si sforzò di ricordarsi di lei, la maledizione di Lily aveva la meglio. 

Sulla soglia della porta della stanza Lily l'osservò mentre teneva in mano la fede. Con le braccia conserte ordinò ala figura seduta sul letto di scendere per la cena. Draco ripose la fede nella tasca e si avviò in cucina

- Perchè non ci sposiamo?- disse improvvisamente Lily facendo sobbalzare Draco

- Cosa?!- esclamò 

- Non sarebbe una cattiva idea insomma...- 

Draco si alzò di scatto scaraventandosi su di lei

- Non farò mai una cosa del genere sono stato chiaro? Non voglio mai più sentire certe idee del cazzo- 

Lily rimase immobile. Anche se avesse nuovamente usato la maledizione Imperius non avrebbe funzionato. A una cosa così grande Draco avrebbe resistito. Ora sapeva che anche solo una piccola parte di Hermione l'avrebbe mandato fuori di lui. 

Nel pomeriggio Hermione, impacciata e alquanto a disagio si infilò la leggera giacca di jeans e uscì senza farsi vedere. Disinvolta, una lacrima percorreva le guance. 

Per raggiungere l'ospedale passò attraverso il parco. Osservò intorno a lei momenti che le trafissero il cuore: vide giovani donne che per mano tenevano bambini. Un nodo le strinse lo stomaco. Percorse il parco a passo veloce con lo sguardo fisso per terra. 

Appena entrò in ospedale fece sempre più fatica a respirare. Si chiese ripetutamente se quella era la soluzione giusta. I suoi pensieri vennero interrotti dal dottor Brook.

- Signorina Granger, è arrivato il giorno. Se siamo davvero sicuri allora tra poco iniziamo. Tra dieci minuti la faccio chiamare. Si sieda pure- 

Mentre i minuti passarono Hermione si passò tra le dita la fede. Non l'aveva mai molta da quel dito. Aveva ancora la speranza che Draco tornasse da lei. Una voglia dentro di lei avrebbe voluto lasciare andare tutto e di correre a cercare Draco ma questa forza non era così grande; soffocata dalla debolezza. 

Un grido già udito in precedenza la fece tornare alla realtà. Un'altra donna stava per dare alla luce una vita. Ma questa volta era diverso. L'ego di Hermione la spinse ad avvicinarsi alla voce. Dalla piccola finestra della stanza scorse una donna intenta a dare al mondo il suo futuro figlio. Con tutto l'amore che nutriva si faceva forza. Solo pochi attimi dopo Hermione si rese conto che accanto a lei non vi era nessuno a parte un infermiera che le teneva la mano. Si immaginava magari il futuro padre accanto.

La donna diede alla luce un piccolo maschietto. Hermione si commosse. La neomamma si accorse di lei e la invitò ad entrare

Intimidita entrò ancora con gli occhi lucidi. 

- Mi chiamo Anna. Diamoci del tu. Dalle apparenze sembriamo coetanee- disse porgendole la mano sorridendo

Hermione la strinse rivelando il proprio nome. 

- Lui... - disse di punto in bianco

- Oh, lui non è in ritardo e non credo nemmeno che entrerà da quella porta- disse spostando lo sguardo su di essa

Hermione notò quanto quella donna sorridesse nonostante aveva intuito che il padre del bambino non sarebbe stato presente

- Come ci sei riuscita?- chiese stupefatta Hermione

- Grazie a lui- disse rivolgendosi al neonato che stava per essere posto tra le sue braccia

Il bambino emise gemiti, felice di essere accolto tra il calore delle braccia della madre

- E' lui che ti dà la forza. Non tutti riescono a coglierla ma quando la senti, senti di poter far tutto. Il padre non ci sarà ma io con la forza che mi darà mio figlio riuscirò a cavarmela. Mi basta lui. E' la mia felicità- disse con gli occhi lucidi

Hermione non seppe cosa dire. Le bastò guardare quella scena per capire cosa voleva veramente. Anche se non ci fosse stato accanto Draco avrebbe trovato forza in quella piccola vita che si stava formando dentro di lei

- Anna, ti ringrazio davvero- disse dando una carezza al piccolo

Si precipitò fuori dalla stanza rivolgendo un saluto pieno d'affetto ad Anna

Si trovò di fronte al dottore e scosse la testa sorridendo con le mani sul grembo. 

Il dr.Brook la guardò e annuì. 

All'uscita dell'ospedale incrociò Ron che la guardò stupefatto

- Che ci fai qui?- chiese in modo diretto

- Non ha importanza, ora ho finalmente capito cosa voglio. Io voglio il mio bambino- disse Hermione al settimo cielo

Ron sorrise senza dire nulla. Tra i due ci furono pochi secondi di silenzio. Il ragazzo di fronte a lei le prese delicatamente il viso tra le mani Hermione senza pensarci un attimò si avvicino alle sue labbra. Ancora una volta si incontrarono e nessun rimorso si fece presente. Lo voleva in quel momento. Ron in quel bacio dimostrò tutto quello che nutriva nei suoi confronti. Il momento si prolungò ed Hermione si sentì così protetta e nuovamente amata.

I Really Want To Love 2Onde histórias criam vida. Descubra agora