32. Il peggio di me

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Alec

Neanche bere mi è servito a capire cosa cazzo devo fare. Ho provato a scrivere a Cheryl e a chiamarla. L'ho chiamata trentotto volte.
Trentotto chiamate.
Sapete quante sono?
Sono tante.

Riprovo un'ultima volta, ma dopo sette squilli, parte la segreteria.
"Cheryl.. la verità è che quando abbiamo iniziato a parlare per la prima volta, ho capito subito che volevo che restassi per sempre nella mia vita.." inizio sospirando.

"Non perchè mi sentissi solo o volessi sprecare il tuo tempo, ma perché qualcosa in te ti rende così perfetta.. Il pensiero che tu possa diventare mia mi fa girare la testa. So che abbiamo i nostri momenti difficili ma-"

Ad interrompermi è il suono di una notifica da instagram e mi rendo conto di aver parlato a vuoto.
"Cazzo!" urlo lanciando il telefono dall'altra parte della stanza.

Con Cheryl avevo una possibilità, ma sono talmente deficiente che l'ho sprecata.
Ho fatto un casino.

Cheryl

Mi sveglio di soprassalto con un forte mal di testa. Vedo lo schermo del cellulare illuminarsi e guardo l'orario: sono le cinque.

Mi ristendono facendo un bel respiro, ma la mia attenzione viene ancora una volta catturata dallo schermo luminoso.

Prendo il telefono e devo rileggere tre volte il nome di chi mi ha mandato dei messaggi per essere sicura che sia veramente Alec.

Noto trentanove chiamate perse.
Mi ha chiamata trentanove volte.
Apro whatsapp e vedo più di sessanta messaggi suoi, di cui l'ultimo: - ti prego Cheryl.
Che vada a farsi fottere.

Spengo il telefono e decido di alzarmi una volta per tutte.
Io e Morfeo ci siamo già salutati ormai. Raggiungo il bagno e chiudo la porta a chiave, intenta a farmi una doccia.
Apro l'acqua e mi giro guardandomi allo specchio.

Sembro apparentemente riposata, ma mi sento uno schifo e più stanca di prima.
Mentre l'acqua scorre per riscaldarsi, cerco di fare ordine nella mia testa e provo a ricordare momento per momento quello che è successo ieri.

Ma mi ci vuole poco per realizzare che la spiegazione è semplice: è andato via, probabilmente da Elena, perché ero solo una distrazione.
È come ha detto lei: non valevo nulla.

E la verità è che finiamo sempre per farci in quattro per persone che poi ci spezzano in due.

- - - -

Dopo aver fatto la doccia sono tornata in camera e ho incontrato Peter, che ha proposto di preparare la colazione anche per me. Ho semplicemente accettato, perché non avevo le forze di dire altro.

Mi vesto velocemente e evito qualsiasi tipo di trucco. Ho pianto due volte sotto la doccia e ho paura che lo farò ancora.
Ne ho la certezza.

Solo ora mi rendo conto del fatto che sono già le sei e mezza e che sono stata davvero tanto tempo in bagno.

Di solito faccio sempre delle docce veloci, alma questa volta il tempo è stato più relativo del solito e non mi sono neanche accorta di aver fatto scorrere l'acqua per venti minuti senza muovermi.

Mi trascino di sotto e, ancora, incontro Peter.
"Hey." dico con la voce più bassa di quanto pensassi.
"Buongiorno Lyl. Ti ho fatto un semplice thè, i biscotti sono dentro la credenza."

"Grazie." rispondo mentre mi siedo.
Inizio a mangiare, ma ho lo stomaco chiuso e faccio fatica a finire anche solo un biscotto.

"Come ti senti?" mi chiede lui visibilmente preoccupato.
"Potrebbe andare meglio." sussurro sospirando.
"Se hai bisogno di qualcosa.. non esitare a chiedere ok?"

I MIEI NUOVI COINQUILINIWhere stories live. Discover now