Cap.1 Dipolma

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“Un bel sorriso?” dice il fotografo da sotto la tendina. Mi affretto a sorridere sollevando il più possibile la cornice col diploma che reggevo in mano.

Clic.

Una polvere giallastra scoppietta in alto avvolta da tante piccole scintille, mentre un odore tremendo di zolfo invade l’aria circostante.

“Susan?”sento qualcuno chiamarmi in lontananza mi volto sorridendo.

“Melissa!”dico abbracciando la mia migliore amica.

“Ma ci pensi? Siamo finalmente diplomate ma è stupendo. Io con il mio bel ragazzo … tu con il tuo piano di studi universitari”dice lei.

“Ecco… a dire il vero …”dico io.

“Non dirmi che tuo padre non ti ci manda?”domanda lei.

“Non è questo e che, non posso permettermi tutte le spese di un campus universitario.”

“Cosa? Susan ma sei impazzita? Tu devi andarci, sei la ragazza più in gamba che conosca”dice lei.

“Melissa io …” balbetto.

Niente Melissa in tono lamentoso e balbettante. Tu ci andrai. Sei stata scelta tra tantissime persone perché rifiutare”

“Non lo so … non voglio che mio padre si faccia carico di tutte le spese, hanno già un sacco di problemi”dico.

“E tu trovati un lavoro”dice lei.

“Un lavoro?”

“Ma si, un lavoretto part time. Che ne so, babysitter, cameriera, commessa … una roba del genere”dice lei.

“Si, ma pur supponendo che il lavoro lo trovi, non riuscirei mai a conciliare gli studi con esso”dico.

“Mmmm… ma certo, ho trovato” esclama lei.

“Cosa?”domando spaventata dal suo tono.

“Oh, ma perché non ci ho pensato prima che stupida” dice lei battendosi un colpetto di mano sulla fronte.

“Melissa stai bene?”le domando mentre l’osservo frugare nella sua borsa alla ricerca di qualcosa.

“Perché non provi questo”dice passandomi un foglio.

“L’altro giorno cercavo qualche lavoro su internet per fare un favore alla figlia di un’amica di mia madre, ma a te serve di più”dice. Leggo il foglietto. L’annuncio cercava una donna delle pulizie per una casa.

“Donna delle pulizie … ?”domando scettica.

“E’ un inizio”dice lei con un sorrisino.

“Quanto pagano?” domando.

“Devi chiamare e richiedere un appuntamento. Qui c’è il numero”dice lei indicandomi la fine del foglietto.

“Non lo so io …”balbetto nuovamente.

“Perché no? Insomma leggi qua. L’indirizzo di questa casa è praticamente nelle vicinanze dell’università. Si dice che appartenga a un famoso marchese dell’epoca barocca. Inoltre ho saputo che il comune voleva anche farlo diventare una specie di museo per ciò che contiene. Vedi tutti i vantaggi della situazione, potrai lavorare, studiare lettere e al tempo stesso essere in contatto con tanta roba vecchia e insignificante ma di valore storico che a te piace tanto”

“Un marchese? Museo? No. E se rompo qualcosa? Lo sai che sono sbadata”le dico.

“Suvvia è solo fino a che non ti laurei, poi sarà tutto finito”dice lei. Sospiro.

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