18.

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Pov's Jorge
Jorge stava ripassando la lezione di storia per la verifica del giorno dopo.
Ogni tanto si fermava e pensava a Martina,era più forte di lui,non riusciva proprio a dimenticarla e ovviamente si deconcentrava e doveva iniziare tutto da capo.
Alla fine si arrese e si prese una piccola pausa.
Aveva analizzato,ormai,tutto ciò che era successo un milione di volte e,dopo un attento esame dei fatti,si era sentito in colpa:aveva sbagliato.Si,aveva sbagliato a dirle quelle parole,anche se un pò le giustificava con la rabbia del momento.Si era sentito respinto,tuttavia,adesso che tutto era sbollito,capiva,anche fin troppo bene,che le aveva mancato di rispetto.
Il giorno dopo,l'avrebbe rivista presentandosi,senza invito,alla bevuta con Samuel per festeggiare il sedicente premio.
Non vedeva l'ora.L'avrebbe riconquistata.Ne era certo e in ogni caso ne avrebbe approfittato per chiederle scusa,sperando che lei facesse lo stesso con lui,perchè alla fine entrambi avevano ragione ed entrambi avevano torto.
Per tutta la settimana l'aveva guardata o meglio spiata,da lontano,proprio come uno stalker.
Ovviamente non c'era stato giorno in cui non fosse stata circondata da ragazzi,insieme all'ormai inseparabile Candelaria.
Perforza!Vestita in quel modo non passava di certo inosservata,ma ci aveva pensato lui a scoraggiare molti di quei ragazzi con gli ormoni a palla e la libido facile.
Non appena si erano allontanati dalla sua ragazza,dopo averla adulata e apprezzata in tutti i modi possibili ed immaginabili,li aveva presi per un orecchio e aveva spiegato loro che Martina era off limits per tutti.Ovviamente tutto di nascosto.
Alcuni avevano protestato sonoramente,ma lui aveva pensato bene di minacciarli più pesantemente e alla fine,con la coda tra le gambe,anche questi avevano accettato il dato di fatto e cioè che Martina era SUA.
Del resto lui era Jorge Blanco!
Il suono del cellulare lo distolse da quei pensieri.
Guardò lo schermo e sorrise vedendo il nome:genitrice petulante.
Dopo aver letto come Martina aveva memorizzato la madre sul suo telefono,gli era venuto spontaneo cambiare il suo semplice 'mamma' con il più altisonante "genitrice petulante",gli sembrava molto più dolce e intimo e,inoltre,in quel modo si sentiva più legato alla sua ragazza.La vedeva come una cosa che avevano in comune.
Sorrise e rispose.
-Yoyi amore...indovina chi c'è a casa di Candelaria?– urlò Chantal tutta agitata,senza nemmeno salutarlo.
Scostò il cellulare dall'orecchio e se lo massaggiò –Mamma non urlare ti prego...-
-Yoyi...sei vestito?Devi uscire subito di casa e passeggiare davanti alla casa dei Molfese...-
Jorge scosse la testa divertito,forse doveva far cambio con Martina per il nome delle loro madri,in fin dei conti Chantal aveva poco da invidiare ad Elizabeth in quanto a pazzia e,tra l'altro,non lo aveva mai messo in imbarazzo come,invece,aveva fatto quest'ultima con il suo bla bla bla sul sesso,quindi petulante forse stava meglio alla signora Stoessel...
-Mamma dove sei esattamente e perché dovrei uscire?Fà un freddo cane a quest'ora ed è già buio.– chiese con calma.
-Mi sono chiusa in bagno per chiamarti...- sussurrò.
-In bagno di chi?– domandò perplesso.
-Dei Molfese,Jorge!Trova una scusa ed esci...- rispose sempre più agitata.
-Mi vuoi spiegare?Perchè veramente non ci sto capendo un fico secco!– proruppe non riuscendo a nascondere un certo divertimento.
-C'è Martina qui!Sei tonto Jorge?Credevo fossi più perspicace sai...e pensare che sei mio figlio,tutte quelle ragazze che frequenti,tutti gli amici che hai,mi hanno sempre fatto credere che ci sapessi fare,ah mondo infame!Pensavo di avere un figlio genio e stupendo che capisse al volo ogni cosa...-
Jorge staccò nuovamente il telefono dall'orecchio e fece un respiro profondo.
Aiuto,sua madre aveva attaccato con la pantomima...
Si!Petulante era l'aggettivo giusto per lei,niente cambio di soprannome con Martina.
-Mamma...la smetti?– la interruppe infastidito –C'è Martina a casa di Candelaria?E allora?Sono amiche ci stà!Perchè dovrei uscire scusa?-
-Non capisci Jorge?Stà per andare via,perchè deve tornare a casa in autobus!-
-E quindi?-
-Sei tonto Jack!Veramente,sono tua madre,ma te lo dico io:sei tonto!Torna da SOLA capisci?S.O.L.A. con questo buio...è pericoloso,ma tu...passerai giusto nei paraggi e l'accompagnerai a casa in macchina...hai capito il piano?!– non urlava più,ora era in modalità vibro-silenzioso.
-Perchè adesso bisbigli,madre?E poi...che scusa invento?– la domanda era più che lecita,Chantal era a casa Molfese,era sparita in bagno ed era inevitabile che,se poi Martina lo incontrava per caso,facesse due più due,sempre se non avesse pensato che sua madre era stata colta da un improvviso mal di pancia.Anche se effettivamente,nessuna persona dotata di intelligenza si sarebbe chiusa in bagno per chiamare il figlio,però Martina aveva a che fare tutti i giorni con Elizabeth che non era affatto una persona normale,quella donna era pazza...magari ci sarebbe potuta arrivare...
Che casino aveva in testa!
-Sento dei rumori...non voglio che capiscano che sono al telefono con te...- Ecco appunto!Era la cosa più naturale del mondo pensare che si fosse rifugiata in bagno per chiamare il figlio! –Porta fuori il cane è la scusa più gettonata...nei film fanno sempre così...-
-Mamma!Noi non abbiamo un cane!– protestò.
-Ah già è vero...dobbiamo prenderne uno,poi ho sempre voluto avere un cucciolo...- borbottò,poi d'improvviso alzò di nuovo la voce,forandogli un timpano –Jorge sbrigati!Stà salutando...Veloce!Devo uscire per farle perdere tempo.A dopo!-
-Mamma?!Mamma?!-
Gli aveva sbattuto il telefono in faccia?!
Sua madre non era normale!Era proprio fuori di testa,ma cosa le saltava in mente?
Non voleva rendersi ridicolo agli occhi di Martina e uscire,casualmente,proprio in quel momento!
Ah si?E perchè si stava già infilando le nike e indossando il giubbotto?
Uscì di casa come un uragano.Alla faccia del rendersi ridicolo o meno.
Embè?Non poteva certo farle prendere i mezzi pubblici a quell'ora e con quel buio,le sarebbe potuto accadere qualcosa di brutto e lui era un gentleman!
In verità,aveva voglia di vederla,parlare con lei,anche solo per litigare e scambiarsi due o tre battute acido-ironiche.
Doveva cominciare ad essere sincero almeno con sè stesso,visto che agli altri continuava a mentire spudoratamente.
Era innamorato di Martina Stoessel,la sfigata,che poi tanto sfigata non lo era più e tutto per colpa sua.Perchè l'aveva spronata a vestirsi bene e a valorizzare la sua figura?
Maledetto lui!
Si diresse verso la fermata dell'autobus e la vide riparata sotto la protezione trasparente.
Si avvicinò titubante –Ciao.– borbottò a disagio.
E adesso?Che cazzo le avrebbe detto?
Martina alzò gli occhi sorpresa –Ciao.– disse arrossendo –Non avevi allenamento oggi?-
Jorge fece spallucce e si sedette al suo fianco –Lo hanno rimandato a venerdì pomeriggio.Domani mattina,molti di noi hanno la verifica di storia e sai che lo studio viene prima di tutto.– le rispose gentilmente.
Martina annuì.
-Come mai da queste parti?-
-Sono andata a trovare Candelaria e abbiamo studiato insieme,mi aiuta lei adesso in matematica.-
Gli si strinse il cuore.
Aveva perso anche quei pomeriggi insieme,dopo la litigata e gli mancavano.
-Senti Martina,se vuoi ti accompagno io a casa,prendo la macchina e ti porto volentieri.È pericoloso prendere l'autobus a quest'ora...- tentò.
Lei lo fissò –Non mi è mai successo niente in diciassette anni,non vedo perchè mi dovrebbe capitare qualcosa di male proprio adesso.– la voce le uscì più acuta.
Era ancora arrabbiata e invece a lui era passato tutto.
Ok,avevano litigato,forse si erano fraintesi,ma insomma dai...non era successo niente di irreparabile,perchè continuare a tenersi il muso?
-Se è per quello che è successo quella domenica.Volevo dirti che ti ho perdonata e che ci sono passato sopra.– disse candidamente sfornando il migliore dei suoi sorrisi accalappia donzelle alla Jorge Blanco.
Martina scattò in piedi come se un cane le avesse appena morso il sedere –TU...TU...TU...BUZZURRO CHE NON SEI ALTRO!COME OSI...-
Jorge si alzò a sua volta sovrastandola con la sua altezza,le mise un dito sulle labbra e la fece tacere.
Non appena Martina si zittì la prese sotto braccio e la trascinò di forza verso casa sua,mentre la ragazza scalciava e protestava –Dai Martina,quante storie...riesci a tenere quella fornace chiusa per un secondo?Ti accompagno a casa io,non voglio che prendi i mezzi pubblici.-
Martina non smise un secondo di protestare.
Lo insultò in tutte le maniere possibili e immaginabili,ma non si diede per vinto e lei comunque,nonostante tutto,si faceva trascinare.
Una volta arrivati al suo fuoristrada nero,la cacciò all'interno con poca delicatezza.
-Stai zitta?Ok?!Hai ragione,ti chiedo scusa anch'io,va bene?Non volevo dirti quelle parole e ancora meno insinuare che tu fossi una poco di buono,ma adesso finiscila.Ti porto a casa e poi me ne vado subito,prendilo come un favore per farmi perdonare,va bene?-
-Non avevo il minimo dubbio che volessi salire a casa mia...- sussurrò lei,passando in un nano secondo dalla rabbia alla tristezza.
Non l'avrebbe mai capita,poco ma sicuro.
Le grattò la testa come fosse un gattino randagio e lei si scostò offesa.
Le sorrise –Ah Martina,Martina,cosa devo fare con te?-

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