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Pov's Jorge
Stava andando dai suoi nonni con Martina.
Era seduta al suo fianco e non la smetteva più di chiacchierare e cantare.
Jorge sorrise felice,aveva davvero avuto un'ottima idea!
Ci aveva pensato molto e alla fine aveva deciso che,per starsene un pò tranquillo con Martina,era meglio allontanarsi da casa di diverse miglia,tra Elizabeth,i suoi genitori e i loro amici,non erano più riusciti a stare un secondo da soli.
Oltretutto la scuola era praticamente finita e,da lì a una settimana,ci sarebbe stata la consegna dei diplomi e relativa festa di fine anno,nella quale avrebbero fatto anche quella stupida cosa del Re e della Reginetta,anche se alla fine non gliene importava proprio niente di quella cazzata dell'elezione,visto che ci andava con Martina e i suoi amici.
Elizabeth,comunque,non aveva avuto niente da ridire per quella gita improvvisata,dato che sarebbero andati a casa dei suoi nonni e quindi sarebbero stati controllati a vista.
Peccato che la genitrice pazza non sapesse che i suoi parenti abitavano in aperta campagna e possedevano acri e acri di terra!
Ad occhio nudo non si poteva nemmeno vedere il confine della loro proprietà.
Aveva calcolato tutto!
Ovviamente aveva evitato accuratamente casa Stoessel.Purtroppo aveva scoperto,come al solito a sue spese,che Elizabeth non gradiva essere chiamata signora Stoessel.
La sfortuna cosmica lo perseguitava in quel periodo,ormai era un dato di fatto.
Il mercoledì precedente aveva chiamato,rigorosamente al cellulare,la sua ragazza la quale,purtroppo,era sotto la doccia.
Gliel'aveva spiegato Elizabeth rispondendo al posto della figlia.
Quando aveva sentito la voce dall'altra parte del filo si era sentito morire.Aveva farfugliato qualcosa del tipo 'buona sera signora Stoessel' e,involontariamente,aveva scatenato l'ira della donna.
-Senti Jorge.– l'aveva rimproverato –Sono felicemente divorziata e single.Quindi,se proprio devi usare la parola 'signora',sei pregato di utilizzare il mio vero cognome,anche se puoi chiamarmi tranquillamente con il mio nome di battesimo,visto che ormai siamo in intimità.Ti ricordi,vero?Ti ho ammirato in quasi tutto il tuo splendore.– aveva detto scoppiando poi a ridere.
In quel momento avrebbe voluto che la terra si aprisse e lo portasse giù negli inferi per sempre.
Quella donna riusciva sempre a metterlo in imbarazzo e lo faceva di proposito.Ogni occasione era buona e,se non si presentava spontaneamente,se la procurava lei!Era un'arpia!
Aveva chiuso la telefonata,praticamente subito,balbettando come un cretino.
Elizabeth aveva appena fatto in tempo a pronunciare la sua ultima minaccia,prima che lui riuscisse a premere il tasto rosso –Ti aspetto domenica a pranzo!Sii puntuale!-
Non appena aveva riattaccato,Jorge si era alzato dal letto ed era andato a sbattere la testa una decina di volte contro la porta.
Perchè?
Cosa aveva fatto di male per avere una suocera così?
E poi gli era venuta l'idea!
Forse le ripetute botte in testa,gli avevano aperto un nuovo spiraglio di luce nel cervello!
Era un genio!
Perchè non andare in campagna dai suoi nonni,visto che erano secoli che non li vedeva e portare anche Martina con lui?
Avrebbe preso due piccioni con una fava.Sarebbe riuscito a stare un pò da solo con la sua ragazza e avrebbe riabbracciato i suoi nonni.Aveva voglia di rivederli e raccontargli di persona delle sue vittorie.
Non potendo andare sempre a trovarli,li sentiva solo per telefono o in videochiamata.
I suoi nonni erano speciali.Avevano comprato il computer,perchè volevano stare al passo con i tempi.
Sua nonna googlava che era una meraviglia!Così diceva lei...
Ricordò con piacere quando,una domenica di qualche mese prima,si erano riuniti a pranzo.Suo padre e suo nonno stavano litigato per una cosa non ben definita e nonna Agatha si era alzata,aveva sbattuto i pugni sul tavolo e se era uscita con –Smettetela!Lo risolvo io il problema.Faccio la domanda al computer!– poi era andata velocemente in studio.
Erano rimasti tutti un pò interdetti,poi Jorge l'aveva seguita,curioso.
Si era messo dietro di lei per capire cosa intendesse per 'facciamo la domanda al computer' e l'aveva vista digitare incerta la tastiera con i due indici e lentamente aveva scritto il suo quesito,con tanto di punto di domanda,al motore di ricerca.
Aveva riso come un pazzo.
Per non parlare poi di quando lo contattava con John in videochiamata.
La nonna impartiva gli ordini al marito come un dittatore.
-No!Ti ho detto che devi premere quello!Somaro!Si spegne così.Non capisci niente.No!Fermo...adesso lo vedo!Guarda che bello che è il nostro Jorge.Pupattolino della nonna!Amore Santo...-
Riusciva a parlare con loro almeno dopo dieci minuti.
Prima c'era tutta la parte tecnica da risolvere e le varie sviolinate alla sua persona.
Amava i suoi nonni,li adorava.
Si girò verso Martina un attimo per poi ritornare a guardare la strada.
Ridacchiò tra sè e sè.
Si sarebbe vendicato.Sua nonna era peggio di Elizabeth!
Non è che le volesse male,però era giusto che anche lei si sentisse,quanto meno,un pò imbarazzata e a disagio.
Non era umanamente corretto che capitasse solo a lui!
-Come sono i tuoi nonni Jorge?– gli chiese come se gli avesse letto nel pensiero.
-Non ti anticipo niente!Li conoscerai,ma secondo me,ti saranno molto simpatici!– affermò convinto non riuscendo a trattenere un risolino divertito.
Martina alzò le spalle –Se sono come i tuoi genitori,sono sicura che sarà così.-
Gli piaceva quella parte del carattere di Martina.
All'inizio credeva fosse una ragazza timida,introversa e anche rompipalle,per dirla tuta,invece non lo era proprio per niente,tranne rompipalle ovviamente.
Aveva avuto quest'impressione solo perchè la vedeva sempre vestita come un sacco di patate,ma conoscendola aveva cambiato completamente idea.
Come era vero che l'abito non faceva il monaco!
Era socievole,divertente,un pò manesca vero,ma era bello stare in sua compagnia.Se non ti dava confidenza voleva solo dire una cosa:la tua presenza non mi è gradita.Stammi alla larga!
-Senti Martina,volevo avvisarti che i miei nonni sono un pò particolari.– non se la sentì proprio di non avvisarla,anche se il momento prima aveva pensato l'esatto contrario.Vedere il viso sorridente della ragazza l'aveva fatto sentire quasi in colpa.
Ma perchè era diventato così?
Martina aveva troppo potere su di lui.Si sentiva un pò uno zerbino alla Diego anche se,per fortuna,Martina non aveva lo stesso carattere autoritario e dispotico di Lodovica.
L'unica cosa che avrebbe dovuto imparare dalla sua amica era la naturalezza con cui Lodovica sembrava approcciarsi al sesso.
A detta di Diego era una vera e proprio bomba sexy.
Jorge tremò.Cristo Santo!Pensare a quei due mentre...insomma,gli faceva venire i brividi.
-Jorge,ti sei imbambolato?-
Si girò verso la ragazza un istante –No scusa...mi era venuta in mente una cosa raccapricciante.Meglio non pensarci và!Volevo solo avvisarti che i miei nonni sono,ecco...diciamo strani.Mia nonna Agatha è una libertina e non ha peli sulla lingua e mio nonno John è un brontolone,il bastian contrario per eccellenza.Quindi gli argomenti da evitare accuratamente con loro sono in ordine:sesso e politica.Sappi che Agatha è peggio di Elizabeth da questo punto di vista e John qualunque cosa tu dica,si schiererà dall'altra parte,anche se magari ti ha appena detto l'esatto opposto.Lui non cerca il consenso delle persone,ma vuole lo scontro,quindi se vuoi andare d'accordo con lui devi sempre rispondere il contrario di quello che dice lui.-
Martina scoppiò a ridere –Forse era meglio un incontro a tre con la mia cara genitrice!– disse allegra.
Jorge si unì alla risata.
Certo che le andava meglio stare con la Signora Muzlera,perchè lei,così,avrebbe giocato in casa!Tanto era lui il bersaglio preferito di Elizabeth.Martina ormai aveva sviluppato una sorte di difesa naturale contro la genitrice pazza.
Le grattò la testa e le sfilò l'elastico che teneva fermi i capelli nella solita coda disordinata,sapendo benissimo che Martina avrebbe protestato.Cosa che accadde infatti dopo nemmeno un secondo.
Il resto del viaggio proseguì tranquillo.
Jorge sopportò le stonature di Martina per due ore,senza dire una parola,ma quando scese dalla macchina,non riuscì a frenarsi –Grazie a Dio!– disse portandosi una mano al cuore –Non avrei retto un attimo di più.-
Per tutta risposta gli arrivò una sberletta sulla nuca –Martina!– brontolò –Dobbiamo assolutamente rivedere le tue maniere!-
Lei gli fece una linguaccia,poi,improvvisamente,divenne rossa e si avvicinò a lui tutta intimidita.
Gli ricordò tanto una bambina che cercava rifugio tra le gambe del genitore.
Attratti dal rumore della macchina,Agatha e John avevano aperto la porta di casa e stavano correndo (per modo di dire) verso di loro,tutti festosi.
Spintonò un pò Jenna per darle coraggio,poi corse verso i suoi nonni.
Quando Agatha smise di prendersela con le sue guance e John di mollargli delle sonore pacche sulla schiena,Jorge riprese fiato e si riavvicinò alla ragazza che era rimasta in disparte a guardare la scena –Lei è la mia Martina,loro sono i miei nonni.– disse sorridendo orgoglioso.
Agatha assordò tutti con un gridolino di sorpresa –Oh Martina,ma come sei bella!L'ho sempre detto che Jorge ha ereditato il mio buon gusto.Vieni cara,ti offro qualcosa di bere.Sarai distrutta dal viaggio e così mi racconti tutto.Come hai fatto ad accalappiare Jorge?Scommetto che non gliel'hai ancora data!-
Sentì Martina scoppiare a ridere –Proprio così!Signora.– confermò.
-Macchè Signora.Sei parte della famiglia ora,chiamami nonna.– rispose prontamente Agatha.
Sarebbe stata una giornata lunga e come minimo,lui e Martina avrebbero dovuto prendersi un'oretta di pausa dai due.Perforza,non c'erano alternative!
Una lunga passeggiata nelle isolate campagne Blanco,sarebbe stato appunto l'ideale...
Jorge sorrise soddisfatto,afferrò John sottobraccio –Dai nonno,prepariamoci alla lunga maratona di chiacchiere della nonna.-
-Figliolo,ma dai!Non è vero che tua nonna parla tanto.– rispose l'altro.
Jorge scosse la testa.
Suo nonno non sarebbe mai cambiato.
Lo sapevano tutti che quando Agatha attaccava un bottone con qualcuno,solo l'apocalisse sarebbe riuscita a spegnere la parlantina della donna,ma del resto suo nonno era così.
Diceva per partito preso,sempre il contrario.

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