Il pianista anonimo

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Vengo svegliata dalle soavi note di Sunflower vol. 6, una delle mie canzoni preferite, che risuona a tutto volume nella stanza affianco. Direi che non esiste modo migliore per destarsi; certo tranne che avere un Harry Styles in camera tua che te la canta dal vivo di prima mattina per darti il buongiorno. Quello sarebbe ineguagliabile, ma possibile solo nei sogni. 

Decido di mettere finalmente apposto la valigia, data la mia continua procrastinazione a svolgere questa azione. Le note acute, ma soavi della voce di Harry sono motivazionali al mio intento. Infatti dopo nemmeno un'ora esco dalla mia stanza soddisfatta del lavoro compiuto e decidendo così di meritarmi un premio. 

La mia ricompensa sarà una giornata relax, tutta dedicata a me, alla lettura e alla cura di me stessa. Non che prima non lo facessi, ma oggi voglio proprio concedermi questo sfizio, anche perché tra qualche giorno ricominciano le lezioni e io, da brava studente modello quale sono, mi sono imposta di venire in America per studiare e approfondire degli aspetti riguardanti la zoologia marina e la morfologia delle coste e dei fondali marini come ulteriore spunto per quella che sarà la mia futura tesi di laurea. Perciò una giornata di riposo prima di rimettersi a studiare dopo le vacanze natalizie è più che lecita. 

Dapprima faccio colazione assieme ai signori Flores, i quali continuano a ripetermi di essere così deliziati dalla mia permanenza nella loro dimora e di non vedere l'ora di sapere il mio parere sul college e sulle scuole italiane. Non ho molto da dire a riguardo. Una cosa che non mi garba molto della scuola italiana sono proprio i metodi di insegnamento, quando ti dicono che non sei un numero, un voto, ma alla fin fine fuori da li lo sei veramente. Vieni valutato più su quante cose sai, più che sulla qualità delle conoscenze. A parer mio nel mondo del lavoro serve ben altro rispetto alla conoscenza del numero esatto di capelli di Napoleone Bonaparte oppure al numero di scarpa che portava Freud. Ma all'università è tutto diverso: ti puoi gestire gli studi come vuoi tu e questo lo apprezzo molto. Inoltre gli insegnanti ti valutano più per la tua preparazione all'esame, senza conoscerti e senza farsi influenzare dalle mille dicerie sul tuo conto, causa l'elevato numero di studenti che incontrano nel loro percorso, ben differente rispetto alle superiori. Adoro il fatto di aver scelto questa opportunità di viaggio-studio all'estero per quest'anno accademico. 

Dopo aver discusso su molti argomenti, avviso i signori Flores delle mie intenzioni per la giornata. 

"Certo vai tranquilla cara, oggi giornata piena anche per noi" afferma Mary "Saremo in città a svolgere delle commissioni che purtroppo ci porteranno via molto tempo. Ma di qualsiasi cosa tu abbia bisogno tu non esitare a chiamarci". 

Li ringrazio molto per la loro continua disponibilità nei miei confronti e mi dirigo nel bagno enorme al secondo piano. Anche questa stanza ha uno stile un po' più moderno rispetto al resto della casa, anche se conserva comunque qualche particolare retrò che mi fa impazzire letteralmente. Lo specchio tutto intarsiato in oro e pietruzze azzurre si erge maestoso sulla parete sopra al lavabo, mentre dei dettagli sempre dorati sono sparsi qua e la sulle mattonelle grigie scuro. Il sole che filtra dall'abbaino in alto fa risplendere le pietruzze sotto al suo raggio di luce flebile. Mi perdo qua per un po': faccio maschere per il viso, provo nuovi prodotti comprati in centro ieri con Charlotte, mi lavo i capelli e mi abbandono ai miei pensieri. 

A destarmi dai miei film mentali su quanto vorrei essere ad un concerto in questo momento è un suono soave di una voce accompagnata al pianoforte. Chiunque stia cantando ha proprio una voce magnifica. La melodia è cullante e la voce calda del ragazzo sembrano avvolgerti e intorpidirti i sensi. 

Cavolo è proprio bravo. Decido di rimanere in silenzio ad ascoltare per un po', ma poi opto per prendere in mano la situazione: non posso lasciarmi sfuggire questa voce così melodica, ho bisogno di sapere la sua provenienza. 

Esco velocemente dalla vasca e mi asciugo il più in fretta possibile. Mi vesto e mi profumo. Siccome i miei capelli sono ancora bagnati li tampono velocemente con l'asciugamano, ma non li asciugo col phon, perderei troppo tempo. Infilo il primo paio di scarpe che trovo e netto un berretto sopra ai capelli bagnati, giusto per non prendermi il raffreddore già alla mia prima settimana di permanenza qua in America. 

Scendo velocemente le scale e mi catapulto nel giardino sul retro, non senza inciampare qualche volta rischiando di rompermi l'osso del collo. 

Scruto attorno a me e chiudo gli occhi per capire meglio la provenienza del suono. Se la mia immaginazione non mi inganna, dovrebbe provenire dalla casa retrostante alla nostra. Entro nuovamente in casa per poi uscire dalla porta principale, ricevendo qualche occhiataccia dai passanti. Che c'è nessuno ha mai visto una ragazza con i capelli bagnati? Okay che sono lunghissimi ed ingestibili, ma non penso di essere conciata poi così male. Esco dal cancello correndo e svolto velocemente l'angolo per immettermi nella via adiacente alla nostra, quella laterale la quale, secondo i miei calcoli, mi dovrebbe portare dritta dritta dal misterioso ragazzo dalla voce d'oro. Giungo alla casa dietro alla nostra: è anch'essa enorme, ma più moderna rispetto a quella in cui alloggio. La parete principale è tutta bianca e sia al piano di sotto che a quello di sopra si aprono degli enormi finestroni. Sbircio un po' oltre la siepe, ma con disappunto non vedo nessuno. Chiudo nuovamente gli occhi per cercare di capire se forse ho sbagliato abitazione, ma no, è da qui che proviene la melodia che mi ha fatto innamorare. Visto che non ho nulla da perdere decido di perlustrare un po' la zona, per scorgere almeno in parte il proprietario dell'angelica voce. Poco distante da dove mi trovo intravedo un alberello: sarà lui il mio complice. Con cautela mi avvicino e inizio a salirci sopra, proprio come quando ero bambina. Non so cosa voglio trovare, ma questa mi sembra la soluzione più appropriata al momento. Non appena giungo ad un ramo abbastanza comodo, non troppo in alto, mi accoccolo e mi osservo attorno. Da questa posizione riesco a scorgere un pianoforte tutto nero ed un ragazzo con una particolare chioma biondina decolorata seduto sullo sgabello di fronte al piano. Non riesco a vederlo bene in quanto è voltato di schiena, ma dal modo in cui muove le braccia e la schiena posso immaginare che stia cantando e suonando al contempo. Non riesco a distinguere bene le parole, ma resto ferma li ad ascoltare come incantata. Dalla posizione in cui mi trovo è facile prendere il telefono, così decido di fare un video da mandare a Luna in Italia. Il video è breve: saluto Luna velocemente ed inquadro il ragazzo di schiena che canta, zoommando un po' e sperando che il mio cellulare riesca a catturare al meglio il suono melodico prodotto sia dal pianoforte che dalla voce. Quasi mi cade il telefono dalle mani quando noto che, guardando dallo schermo, un secondo ragazzo, alto e riccio, si avvicina al primo guardando ed indicando nella mia direzione. Il video si blocca di colpo e io caccio un urletto per la sorpresa. Mi hanno preso alla sprovvista e si sono accorti di me. Tutta impanicata cerco velocemente di scendere dall'albero, ma loro sono più veloci. Velocemente butto l'occhio nella loro direzione e vedo che sono scesi e si stanno avviando verso di me. Il panico si impossessa di me. Sono a terra, ma ho le gambe molli, non riesco quasi a muovermi. Ogni passo che faccio è quasi inutile. Mi sembra di aver invaso una proprietà privata, anche se di fatto non è così: ero solo incuriosita. Il cuore mi martella nel petto così veloce che sembra esplodere, cerco di correre ma mi blocco all'istante quando vedo...

The Good Times And The Bad OnesNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ