Tirai fuori dalla tasca il cellulare e ricontrollai l'indirizzo del dormitorio. Uscii dalla stazione e chiamai un taxi. Dopo una quindicina di minuti nel traffico di Seoul arrivai a destinazione.

Pagai il taxista ed uscii sul marciapiede appoggiando il borsone a terra. Mi guardai intorno tirando fuori una mappa del campus dalla tasca anteriore dello zainetto. Il polo universitario era costituito da 6 edifici imponenti e da una biblioteca. All'interno del campus erano presenti anche un'aula studio e un parchetto che divideva il dipartimento di matematica e scienze da quello di filosofia e letteratura. Il dormitorio sembrava trovarsi vicino alla biblioteca secondo la mappa, così presi la mia roba e mi incamminai verso quella direzione.

Mi trovai davanti ad un edificio marroncino, palesemente vecchio e mal ristrutturato negli anni, ma non capii dove potesse trovarsi il dormitorio. Guardai la mappa e poi mi guardai intorno. Nulla.

"Scusami, sai mica dov'è il dormitorio?" chiesi ad una ragazza che passava da lì.

"No, scusami, sono appena arrivata anche io, è il mio primo anno."

"Oh, tranquilla, grazie comunque" dissi sorridendo appena, sempre più stanco di quell'interminabile viaggio.

La ragazza continuò per la sua strada e io continuai a guardarmi intorno iniziando ad innervosirmi. Percorsi con lo sguardo la stradina che congiungeva la biblioteca ad un parcheggio. Finito il parcheggio riuscii a scorgere un'insegna color panna con su scritto "Y" in un font corsivo abbastanza semplice. Mi avviai nella direzione di quella che sembrava essere ad occhio e croce una caffetteria, sperando di poter trovare qualcuno in grado di indirizzarmi alla mia meta.

Attraversai la strada e mi fermai qualche secondo davanti all'ingresso. Il locale aveva un'enorme vetrata che permetteva di scorgere l'arredamento interno del locale. Fuori si trovavano divanetti in vimini con cuscini bianchi e tavolini rettangolari bassi in vetro. Ero troppo stanco per prestare attenzione ai dettagli, per cui entrai nella caffetteria velocemente, spingendo la porta a vetri con su il cartello "aperto". Sentii subito il fastidioso suono di una campanella. Quanto odiavo quel suono, così acuto e perforante. Mi guardai attorno per cercare qualcuno, ma non vidi nessuno. Non solo quelle campanelle erano fastidiose, ma evidentemente anche inutili perché nessuno era venuto ad accogliere il nuovo cliente. Tirai fuori dalla tasca il telefono spazientito: 37%. Imprecai mentalmente contro me stesso per l'ennesima volta per aver dimenticato il caricabatterie a casa, ma venni interrotto da una voce.

"Salve, benvenuto al Y".

Mi girai sulla sinistra e vidi, quello che era presumibilmente un cameriere, uscire dalla porta del personale con un'enorme cassetta di bicchieri, tazze e tazzine pulite. Il ragazzo si avvicinò al bancone che si trovava al centro della stanza appoggiando la cassetta. Si pulì le mani nel grembiule verde scuro e si girò verso di me.

"Posso fare qualcosa per te?"

Era veramente un bel ragazzo, la sua pelle pareva essere fatta di porcellana, i capelli biondi parzialmente legati gli ricadevano a ciocche sul viso, le labbra piene e rosa incurvate verso l'alto e gli occhi dal taglio affilato socchiusi a completare quel sorriso cordiale di benvenuto.

"Oh...mmh...sì, grazie" mi affrettai a rispondere.

Il biondo mi fissò aspettando probabilmente che gli dicessi cosa potesse fare per me. "Dimmi pure allora" disse infatti poco dopo continuando a sorridermi. Appena arrivato e già avevo fatto la figura dello scemo, ma ero fin troppo stanco per preoccuparmi anche di questo.

"Mi sapresti indicare l'entrata per il dormitorio dell'università?"

"Certo, allora..." disse il ragazzo avvicinandosi alla vetrata per indicarmi la strada. "Esci da qui e vai a destra, poi al primo incrocio a sinistra e sei praticamente arrivato. È un edificio bianco sporco con una grossa porta grigia, non puoi sbagliarti" mi disse facendo l'occhiolino.

Cherry tea - TAEKOOKWhere stories live. Discover now