Capitolo 4

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La mattina seguente mi sveglia di colpo e guardai l'ora.
Erano le 8:30.
La sveglia non aveva suonato ed ero in ritardo per la scuola.
Saltai giù dal letto e corsi in bagno.
Ero ancora un po' intontito per la notte precedente, il concerto era durato tantissimo e poi l'incontro con Vic mi aveva spiazzato completamente.
Non avrei mai pensato che avrei provato questi sentimenti per un ragazzo, sentimenti che non mi erano ancora chiari del tutto.
Mi vestì in fretta e corsi a scuola.
La signora Parker era già in classe, io mi scusai per il ritardo e andai a sedermi al mio posto.
Pochi minuti dopo arrivò Bethany con il fiatone e si sedette a fianco a me.
La mattinata passò velocemente tra equazioni e problemi di geometria.
Suonò la campanella dell'ultima ora e la scuola si svuotò in pochi minuti.
Io e Bethany uscimmo per primi.
"Aspetta un secondo" mi disse lei accendendosi una sigaretta "Dobbiamo aspettare gli altri"
Poco dopo vidi Vic e gli altri della band uscire.
Iniziai ad agitarmi.
Bethany corse in contro a Vic e lui la prese in braccio.
Sembravano molto legati.
"Hey Kellin" mi salutò Vic sorridendomi.
Il tempo si fermò.
Aveva il sorriso più bello del mondo.
Bethany mi salutò velocemente e se ne andò con gli altri.
"Cosa ne dici se andiamo a fare un giro così ti mostrò un po' la città?"
Rimasi spiazzato.
"V-volentieri" balbettai io
Ci incamminammo per una strada costeggiata da villette a schiera.
Arrivammo in un parco, mi raccontò che era il parco più grande di Orlando.
Ci sedemmo su un muretto e iniziammo a parlare.
"Come mai ti sei trasferito qui ad Orlando?"
"Non mi piace molto parlare di questa cosa" gli risposi io titubante
"Avanti" mi incoraggiò lui "Ti puoi fidare di me"
Quelle parole mi risuonarono nella mente come un campanello.
Feci un respiro profondo.
"Mio padre divorziò da mia madre l'anno scorso, aveva conosciuto una donna più giovane del quale si era innamorato"
Vic mi fece segno di continuare
"E... Io ho fatto una cosa orribile, non mi va di parlarne scusa" mi scese una lacrima.
Lui mi mise una mano sul ginocchio.
"Qualsiasi cosa tu abbia fatto, stai tranquillo, non ti giudicherò per questo"
Lo guardai negli occhi, in quei suoi splendidi occhi marroni e vidi la compassione, un sentimento che nessuno provava più per me da molto tempo ormai.
Mi asciugò le lacrime e mi abbracciò.
In quel abbraccio mi sentì veramente a casa.

48:13Where stories live. Discover now