Arrancava con passo strascicato verso le renne stanche. Sul velo nero del cielo si stagliavano i rami degli alberi, ricoperti da aghi di ghiaccio fragili e sottili: lui si sentiva come quella galaverna, freddo dentro e sul punto di infrangersi a terra alla prima folata di vento. Si sedette sulla slitta, con in mano il sacco ormai vuoto, chiedendosi che senso avesse continuare a svolgere quell'infinito lavoro solitario.
-Grazie, Babbo Natale-
Alzò lo sguardo di scatto: un bambino magrolino con indosso un pigiama lo guardava assonnato, gli occhi brillanti di riconoscenza.Sorrise. Dopotutto, forse, ne valeva ancora la pena.
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Parole di vetro
RandomRaccolta di racconti per il concorso "Contestionario" di ValentinaVale98.