Capitolo Ventisette

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La canzone finisce e ne parte subito un'altra che tolgo immediatamente. Rimetto il telefono a posto e asciugo le lacrime. Trovo un messaggio di James e lo apro *Dove sei? *. Ignoro il messaggio e mi metto in marcia, tornando a casa. Lo stronzo dovrebbe essere a lavoro a quest'ora, mentre la stronza più che a casa mia, non potrebbe essere. Arrivo e apro il portone di casa con mani tremanti, come le mie gambe che si sforzano di salire queste maledette scale. Apro la porta e non trovo James, almeno questo dalla mia parte, ma al contrario c'è Karen seduta sul divano, con braccia conserte e lacrime <<Sarah! >> dice quasi sottovoce, mentre si alza e tenta la fortuna ad avvicinarsi <<Non avvicinarti, puoi tornare da dove sei venuta Karen>> dico e scappo nella mia stanza. Chiudo a chiave e mi lascio scivolare con la schiena lungo il liscio della porta e mi raccolgo nuovamente fra le lacrime

 Chiudo a chiave e mi lascio scivolare con la schiena lungo il liscio della porta e mi raccolgo nuovamente fra le lacrime

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<<Sarah... Lasciami spiegare! >> dice lei dall'altra parte. Conoscendola, ora è anche lei è seduta con la schiena appoggiata alla porta <<Non rispondere! Ma almeno ascoltami ok? So che sei rannicchiata su te stessa, che hai le mani sul viso e stai piangendo in silenzio perché non vuoi fare sentire i tuoi singhiozzi! >> dice. Cazzo, ma per quanto mi conosca, perché mi ha tradita? <<Tesoro... Io non amo James e lui non ama me... Questo puoi metterlo nella tua testa perché lui è fottutamente innamorato di te>> dice e il mio cuore si lacera ancora... Ogni sua singola è una coltellata <<Ho bisogno di raccontarti la storia dall'inizio Sarah e forse hai proprio ragione! Come migliore amica sono pessima - sento il suo singhiozzo - ma questa pessima ragazza ti vuole un gran bene! >> si ferma e io sento di non potercela fare. Intanto lo schermo del telefono al mio fianco si illumina e noto che James mi sta chiamando. Non ha ancora capito che è morto per me. Spengo il telefono e continuo a rimanere rannicchiata nel mio dolore <<Quindi ascoltami per bene e dopo ti prometto che andrò via! Se vorrai cancellare gli anni di amicizia fai pure, ti congedo di odiarmi e di trattarmi come una merda... Perché forse è quello che sono >> dice e porto le mani sulle orecchie. Non voglio sentire questa storia... Sono sicura che dopo potrei addirittura odiarla <<Conoscevo James da molto tempo e non te l'ho mai detto! >> dice. Un'altra verità del cazzo... Ecco perché non era sorpresa quanto me, quella volta all'arrivo di James in agenzia <<Eravamo molto più piccoli... L'ho conosciuto in agenzia e siamo usciti un paio di volte insieme... Non come coppia, ma con amici in comune! Poi prese la decisione di partire a causa di suo padre e da quel giorno non ci siamo né visti e né sentiti più! >> si ferma nuovamente. Lei fa fatica a parlare, mentre io ad ascoltare <<Quando sentii che stava tornando, in parte ero felice di rivederlo e in parte no! Perché non ti avevo mai parlato di lui e sicuramente avremmo litigato anche per questo... Ti ricordi i nostri discorsi? Quando parlavamo di Lusia, che si innamorò del suo capo e creó pettegolezzi all'interno dell'ufficio? Tu eri del parere che del capo non bisogna mai innamorarsi, perché la vedevi una cosa poco professionale ed è per questo che non ti ho detto che conoscevo James... Non volevo che magari costruivi il tuo castello su me e lui! >> si ferma ancora e tossisco per schiarirmi la voce <<Smettila di dire idiozie! Ti piaceva James? >> chiedo dura, con voce carica di rabbia <<Sarah>>, <<Non girarci intorno cazzo! Ti piaceva? >> chiedo nuovamente <<Si... Ma poi ha smesso di piacermi anche perché è andato via... Non ci siamo più visti e lui non ha mai saputo che mi piacesse! >> afferma. Ancora una volta una mezza verità <<Quando lo complimentavi non era perché volevi scherzare con me... E perché davvero pensavi di lui quelle cose? >> chiedo. Deve rispondere ad ogni mia singola domanda <<Sarah, non mi piaceva come come lui piaceva a te all'inizio. É un bel ragazzo, difficile da non notarlo ma dal momento che ti ho vista presa da lui, ha smesso di piacermi del tutto >> dice la ferma la mia risata satanica. Sarei capace di strozzarla in questo momento <<Bel modo... Lo hai portato a letto! Che schifo! >> urlo, stringendo i capelli nelle mani dalla rabbia <<Non l'ho portato a letto. È successo per una assurda ragione>> dice e immagino collega ma storia dell'esseri ubriachi <<Oh si... Colpa dell'alcool giusto? >> dico e non sono pronta a sentire quel si... Non può essere lui il ragazzo della disco che si portò a letto... Ma questo è quello che vorrei infondo, i fatti sono altri

Il Figlio Del Mio Capo {1 e 2} Volumi ᵒᶻᵍᶜᵃⁿWhere stories live. Discover now