4. MANHATTAN

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Sharon's Pov

Dopo una settimana precisa, eccomi sopra un aereo diretto verso New York City.

Ammetto di aver pianto non appena ho realizzato di dover lasciare, di nuovo, la mia città, i miei amici, ma soprattutto Jesse, i miei genitori e Alexander che ovviamente, sono rimasti in aeroporto fino a quando l'aereo non è decollato!

Adesso sono seduta al mio posto, il 28 D e per fortuna è quello vicino al finestrino.

Vicino al mio posto, siede una signora e un bambino, devo ammetterlo, molto bello!

«Zac» Dice con indecisione il bambino.

«Tesoro, non disturbare la signora. Per favore lo scusi, Zac è un bambino molto vivace!» Lo interrompe la donna accarezzandogli i capelli.

«Oh, non si preoccupi. Adoro i bambini e poi suo figlio è davvero così adorabile!» Le sorrido osservando meglio i suoi movimenti.

Una leggera risata attira la mia attenzione. La donna che siede alla mia sinistra mi sta guardando divertita.

«Qualcosa non va?» Le chiedo sorridendo anch'io.mi sono forse persa qualcosa?

«Zac non è mio figlio, ma mio nipote. Comunque sia la ringrazio per avermi dato qualche anno in meno! Sa, i nipoti mantengono giovani!» La donna sorride guardando il piccolo seduto tra di noi.

Il loro accento straniero è adorabile.

Parlano perfettamente l'Italiano.

I suoi occhi pieni d'amore nei confronti di suo nipote mi fanno quasi commuovere. Ripenso a quando ero piccola e le mie nonne mi stavano vicine. So che non è possibile ritornare indietro nel tempo, se solo fosse possibile anche per un solo minuto, io le andrei ad abbracciare chiedendo loro il perché hanno deciso di lasciarmi così presto...

«Sei fortunato piccolo Zac. I nonni sono un tesoro caro da dover sempre portare dentro al cuore.» Sussurro al bambino con tono amichevole notando con la coda dell'occhio la gentile signora annuire.

Zac si volta verso sua nonna per poi abbracciarla.

«Nonna, adesso andiamo a casa?» Domanda alla fine con occhi grandi e lucidi per la stanchezza del viaggio.

«Stiamo già andando a casa tesoro» Gli risponde lei sicura di sé. Una donna dai movimenti raffinati.

«Non è rimasto contento dell'Italia?» Chiedo sotto lo sguardo attento del bambino che curioso guarda ogni mio movimento.

«Sì, ma preferisce la confusione della sua città. Per lui, qui è un po' tutto troppo tranquillo» Spiega brevemente la signora alla quale non riesco ancora a dare un'età.

«Beh, in effetti New York è molto diversa da tutte quante le città Italiane» Confermo ripensando le decine di documentari visti negli ultimi giorni.

«Lei va a fare una vacanza?» Domanda la nonna cercando di non essere molto indiscreta.

«Lavoro!» Le sorrido per poi soffermarmi su un piccolo dettaglio. «Mi scusi se le chiedo questo, ma il suo nipotino non sembra essere newyorkese.»

«Ha davvero un buon udito signorina! In effetti Zac non è di New York.»

Sorrido continuando ad ascoltare la storia di quel bellissimo bambino che continua a giocare con il suo camion dei pompieri.

La signora ( di nome Jacqueline) mi spiega che Zac, non vive in una condizione familiare molto tranquilla, la madre è molto sbadata (ovvero sua figlia) e il padre è un tipo lunatico sempre pieno di impegni, così, solo due settimane fa Jacqueline ha deciso di portare il suo unico nipote in vacanza con lei e suo marito (che siede qualche posto più avanti) in Italia. I due lavorano per una multinazionale e per questo hanno avuto l'opportunità di imparare più lingue. Questo loro sapere lo hanno trasmesso anche al nipote che già da piccolo sembra essere un prodigio.

Il migliore amico di mio fratello 2Where stories live. Discover now