Capitolo II

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Le punte delle dita nodose si toccarono tra loro tamburellando. Qualcosa si stava muovendo, finalmente. Erano anni che attendeva questo momento. La porta dello studio si aprì squarciando le tenebre ed i pensieri di quel vecchio solitario.

-Smithie, giovanotto, a cosa devo questa piacevole visita?-

-mi avete fatto chiamare voi, maestro-

lo aveva fatto veramente? perché non lo ricordava? Stava perdendo colpi. Che situazione orrendamente imbarazzante.

-siediti, figliolo- aggiunse, -potresti gentilmente ricordarmi il motivo della tua convocazione?-

-beh, avete detto qualcosa riguardo il Custode-

-naturalmente- concluse mostrando i denti perfettamente bianchi in un ghigno di inquietante compiacimento.

2.2

Era quasi c'erto che, l'ultima volta che aveva controllato, quella villa non ci fosse. Del resto, era una villa enorme. Riusciva ad intravederla dietro al cancello liberty in ferro battuto. Riusciva ad intravederla in fondo al lungo viale costeggiato da siepi ed alberi dalle foglie larghe. Suonò, pentendosi quasi subito di averlo fatto. Era terrorizzato. Mentre avanzava sul tappeto di ghiaia, la porta principale si spalancò, lasciando uscire una figura gialla che rimase in piedi, in attesa sotto il colonnato. A mano a mano che si avvicinava, la figura cominciò ad assumere sembianze umane, ed il giallo assunse le sembianze dell'orrenda vestaglia che il Custode, grazie a dio, aveva avuto la decenza di indossare per coprire il corpo nudo.

-Molto bene, mio caro C., alla fine la curiosità ha avuto la meglio-

-Aveva detto di avere delle risposte per me, di avere qualcosa da dirmi riguardo quella cosa del treno-

-La prego, si accomodi nel mio ufficio. Gradisce del tè?-

Gli fece largo attraverso un massiccio portone di legno borchiato che conduceva ad un ingresso circolare. Dal pavimento di marmo bianco nascevano addossate alle pareti colonne ioniche e statue in pietra ed oro, abbracciate dai rampicanti che piovevano dai vasi appesi al soffitto. Al centro, un putto sputacchiava acqua dorata in un laghetto con ninfee in fiore e carpe boccheggianti. Addossata alla parete opposta alla porta, una larga scalinata dal corrimano in ferro battuto, legno ed oro, conduceva al piano superiore. Camminarono lungo un corridoio tappezzato di quadri, quasi tutti ritratti, notò il ragazzo. Alla fine del corridoio, c'era l'ufficio, riconoscibile dalla piccola targhetta inchiodata alla porta recante la scritta "Ufficio". A prova di scemo.

L'ufficio del custode era uno stanzone dall'alto soffitto affrescato, appoggiato su massicce librerie di legno. Il Custode si sedette alla scrivania dando le spalle all'ampio finestrone che occupava quasi totalmente l'unica parete libera dai libri, facendo accomodare C. proprio di fronte a lui.

Schioccò le dita , la porta si aprì per far entrare un curioso personaggio con frac e farfallino giallo che sembrava parecchio in difficoltà nel portare un vassoio d'argento decisamente troppo grande. Tra mille sbuffi lo depose su un tavolino. Fece per andarsene, quando si ricordò che il tè aveva la cattiva abitudine di non servirsi da solo; quindi, parecchio scazzato, tornò indietro, riempì due tazze e le porse ai due uomini.

-La stavo cercando da molto tempo, mio caro C.-

-Perché mi cercava? E che vuol dire quella cosa del treno? Chi è lei? Il custode di che?-

Il vecchio si limitò a sorridere placidamente e a sorseggiare il tè bollente

- La domanda più corretta sarebbe chi è lei, o meglio, cosa lei sceglierà di diventare-

Il ragazzo era un gradino sopra la perplessità e il Custode parve notarlo

Il Custode si alzò troppo in fretta perché la vestaglia potesse assecondarlo, coprendo di disgusto sia l'ospite che il maggiordomo che si era attardato nell'ufficio, procurando in entrambi brividi di raccapriccio.

- Vede - riprese - Io le sto offrendo più di un lavoro. Io le sto offrendo un'opportunità, un ruolo nell'Universo. Io le sto offrendo tutto quello che ha sempre desiderato: uno scopo- Sorrise, aspirò un po' di tè, posando poi con delicatezza la tazza sul piattino che ancora teneva in mano.

-La prego, mi segua- disse mentre apriva un passaggio attraverso una delle librerie

–tutto le diventerà infinitamente più chiaro-

L'uomo, il Tempo ed un bicchiere di capreWhere stories live. Discover now