Capitolo 42

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Il giorno dopo è il giorno del concerto di Shawn Mendes. Ovviamendes quasi ogni giorno è un giorno del genere, dato che siamo al suo tour. Ma mentre ieri non aveva nessun concerto, oggi c'è.

Incrocio le braccia al petto mentre osservo il palco, ancora vuoto. I fans sono già qui, li sento da dietro le quinte.
Mi fa strano essere qui. Una volta, quando ero bambina e andavamo ai concerti, io ero dall'altro lato.

Ero tra il chiasso, le grida, l'eccitazione di vedere il proprio idolo. Adesso invece solo con le braccia incrociate a guardare il palco al buio, aspettando Shawn. Da quando sono qui, da quando sono rimasta per il primo concerto a Boston con lui, gli ho sempre dato la buona fortuna. E non ho intenzione di non dargli un "in bocca al lupo" solo perché abbiamo litigato.

«Zoe.» La sua voce mi distrae dai miei pensieri. È da ieri che non ci parlo. Non ci siamo cercati, stamattina a stento ci siamo dati il buongiorno generale.
Però ci siamo guardati.

E che bisogno c'è di parlare, quando alcune volte gli occhi si dicono molto di più? Non ho bisogno che mi dica che è tutto apposto, perché lo so già. Lui mi ha perdonato ed io sto iniziando a perdonare me stessa per tutto. Per lui, per il tradimento, se così si può chiamare, e per mio padre. Sto iniziando a capire e ad accettare che non c'è nulla di sbagliato in me.

«Hey.» Mormoro, lasciando che le braccia mi cadano di nuovo lungo i fianchi. Alcune ragazze urlano in lontananza, ma so che non è per noi, perché da qui nessuno può vederci.

Shawn non dice niente, si avvicina e mi avvicina a lui circondandomi la vita con un suo braccio. L'altra mano la lascia nella tasca della felpa, al che corrugo la fronte. C'è una fasciatura, che parte dall'avambraccio e non riesco a vedere fin dove finisce. Non si è mica fatto male?

«Scusa, Zoe.» Sussurra piano, sfiorandomi l'orecchio quando parla. Ho i brividi e so benissimo che è per lui che li ho. È da un po' che succede. «Non ero arrabbiato sul serio con te.»

«Sì, lo so.» Lo tranquillizzo, o almeno ci provo: quando qualcuno ha i sensi di colpa è davvero difficile estirparli. «Non sono arrabbiata neanche io.»

Lui in risposta mi lascia un bacio sulla guancia, che dura troppo. Non che mi dispiaccia, amo ogni contatto che avviene tra noi, ma rimane con le labbra attaccate alla mia pelle e non sembra intenzionato a staccarsi.
Gli faccio capire che non lo voglio neanche io stringendolo a me e iniziando ad accarezzargli la schiena.

«Ti sei fatto male al polso?» Ho il coraggio di chiedere dopo un po'. Ho paura della risposta. Non dovrei preoccuparti tanto, perché infondo sta bene, ma è più forte di me. Divento paranoica anche per un graffietto.

«No.» Quando parla mi sfiora la guancia, si è allontanato il giusto per parlare. «Ho un nuovo tatuaggio.»

Mi allontano di scatto da lui, con gli occhi che si spalancano al sol sentire le sue parole. «Voglio vederlo!»

Shawn ridacchia e mi mostra il braccio. La benda gli arriva fino alle dita. «Levalo pure. Era coperto per te.»

Gli sfilo piano la benda, nonostante sia curiosa di vedere cosa si è tatuato. Forse un microfono o una frase significativa.
Ma appena levo la benda ci metto un po' a collegare i pezzi.

Il tatuaggio non è sull'avambraccio, è sulla mano. Era solo per far tenere la benda, credo.

Poco più sotto tra il pollice e l'indice, grande più o meno quanto una noce, c'è una rondine. Il mio animale preferito.
«Mi fa pensare a te.» Sussurra piano Shawn, mentre io sfioro con le dita il disegno, ora impresso per sempre sulla sua pelle. «Voglio essere libero, proprio come vuoi tu, e uno dei modi per esserlo è amarti. Così ho pensato che avere qualcosa che ti rappresenta sulla pelle mi farà amare per sempre anche te.»

Alzo lo sguardo dal tatuaggio a lui, che mi fissa intensamente negli occhi. Ho le lacrime agli occhi. Mai avrei pensato che qualcuno, soprattutto lui, si sarebbe fatto un tatuaggio per me.

Come abbiamo fatto ad arrivare fin qui?
Non me lo ricordo. Fino a qualche mese fa lo odiavo con tutta me stessa, al solo sentire il suo nome mi innervosivo e all'inizio sono stata insopportabile con lui per questo. Mentre adesso mi sento bene al sol sentire la sua voce, solo a vedere il suo sorriso e solo a sentire la pressione delle sue labbra sulle mie.

Apro la bocca per dirgli che lo amo, che non me ne frega proprio niente delle difficoltà, di Jordan e di chi potrebbe ostacolare questa cosa, qualunque cosa sia, ma dietro Shawn compare Julian.
«Shawn, tocca a te, devi andare. Alessia ha appena finito.»

In realtà Ale ha finito quindici minuti fa, ma entrambi evitiamo di dirlo. Mendes, ancora difronte a me e alle spalle di Julian, alza gli occhi al cielo. So cosa sta pensando: Julian non poteva trovare momento peggiore per interromperci.

«Va'.» Gli sorrido, stringendogli per un attimo la mano. Poi faccio un passo indietro e quasi inciampo, ma riesco a recuperare l'equilibrio prima di finire faccia a terra. Mi schiarisco la voce e concludo la frase, ignorando Julian che mi guarda male. «I tuoi fans ti aspettano.»

Shawn annuisce. Appoggia la sua mano sulla mia guancia e si sporge per lasciarmi un bacio sulla fronte.

Vorrei fermare il tempo e rimanere per sempre così, con le sue labbra premute sulla mia pelle e i nostri corpi vicini. Ma la parte razionale di me, e anche la sua, sa che deve andare.

Si allontana dopo qualche secondo, accenna un sorriso e prende la chitarra che è appoggiata sul muro alla mia destra. Non dice niente, né a me né a Julian, e sale sul palco che è ancora avvolto nell'oscurità. Io lo seguo con lo sguardo, mentre Julian mi si affianca.

Poi le luci si accendono, la gente vede il mio ragazzo, le ragazze iniziano ad urlare ed io mi innamoro un altro po' di lui.

I hadn't planned to fall in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora