Capitolo 10

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«Il viaggio più brutto della mia vita.» Continuo a borbottare, mentre Brendon cerca di aprire la sua camera. «Se sono riuscita a salvarmi dalla peste mendesiana, adesso non ho speranze. Tre ore vicino a quell'essere. Ci rendiamo conto?»

«Puoi chiedere a tua sorella di smetterla di insultarmi? Starei qui.» Shawn guarda con un sopracciglio inarcato mio fratello.

Brendon è alla camera 405, io 406 e Shawn 407. Non ho il coraggio di vedere gli altri.

«Purtroppo.» Aggiungo, riferendomi al fatto che è qui.

Brendon sospira rumorosamente ed esulta quando la porta fa click e si apre. Io non sto neanche cercando di aprirla, perché guardare mio fratello in questo momento, con trenta valigie in mano, è abbastanza esilarante. «Grazie a Dio. Ho proprio bisogno di una pausa da te, Zoe.»

Apro la bocca per dire qualcosa, ma Brend entra nella sua stanza e chiude prima che possa formulare anche solo una sillaba. Fisso la porta per un po'.

So che stava scherzando, ma mi ha ferito un po'. Non ci vediamo da tantissimo tempo e non abbiamo parlato per niente durante il viaggio in aereo.

«Sono sicuro che stava scherzando.» Shawn si avvicina di qualche passo, lo sento dietro di me. Credo che anche lui abbia sentito nella voce di mio fratello una punta di serietà.

«Già.» Cerco di non far tremare la voce, con scarsi risultati. «Scherza sempre.»

Alla fine prendo dalla tasca dei jeans la chiave e mi giro verso la mia porta per aprirla. Solo che Shawn è appoggiato su questa. «Aspetta, Zoe.»

Alzo gli occhi su di lui. Ha le labbra serrate in un'espressione seria e mi fissa negli occhi. Siamo solo noi due nel corridoio e credo che questo sia il momento in cui mi fa fuori.

«Credo che noi due siamo partiti con il piede sbagliato. Voglio dire, non è che io abbia fatto molto ma... comunque, mi piacerebbe ricominciare. Magari essere amici.» Dice invece, il che mi lascia sorpresa.

È da una settimana che lo insulto e lui vuole partire con il piede giusto con me? Che ingenuo.

Faccio segno con il capo alla porta di Brendon. «Sai perché fa così? Sai perché è successo?» Shawn scuote la testa. «Bene, te lo dico io. È per causa tua. Ti odio perché mi hai portato via mio fratello quando io ne avevo più bisogno. E noi non saremo mai amici. Mai.»

Shawn è così sorpreso dalle mie parole che quando lo scosto per aprire la porta mi lascia fare. E poi mi chiudo dentro, lasciandolo fuori.

Per non sentirmi in colpa per il modo in cui l'ho trattato, inizio a guardarmi in giro. Osservare mi fa smettere di pensare e mi aiuterà sicuramente a non scoppiare a piangere.

Appena si entra c'è un armadio a muro scorrevole interamente a specchio, poi la porta del bagno, che è accogliente e la camera da letto è di fronte all'entrata, un paio di metri più avanti. C'è una scrivania, un altro armadio ed il letto. Tutto molto moderno, in bianco e nero.

Ci sono due finestre luminose e hanno un bellissimo panorama, che fa vedere il centro di Boston.

Ed eccolo: il senso di colpa. Shawn non era tenuto ad accettare di avermi in tour con lui, eppure ha detto di sì a mio fratello, perché gli vuole bene. Mentre io lo ripago con insulti e battute ironiche, lui mi sta facendo un gran favore.

Ma sono troppo orgogliosa per andare a chiedergli scusa, e una parte di me credo ancora che Brendon sia così distante da me a causa sua.

Alla fine decido di chiamare mia madre. Non posso dirle la verità, ovvero che sto trattando uno schifo Shawn, anche perché mi caverebbe un occhio e lo venderebbe su E-bay, ma almeno posso dirle che mi manca e che io e Brendon non stiamo andando esattamente d'accordo.

Digito velocemente il suo numero di telefono e la chiamo. Quando parte la segreteria, soffoco un urlo di frustrazione: mi sono dimenticata che adesso ha il turno a lavoro. Col cavolo che mi risponde.

Prendo il telefono e inizio a vagare su internet, cercando di far passare il tempo. Su Instagram noto che Mendes mi ha iniziato a seguire e anche i membri della band. Anche tantissime persone che non conosco, solo perché Shawn è un mio seguace.

Alla fine la curiosità prende il sopravvento e digito Shawn Mendes su Wikipedia. Scopro che il suo vero nome è Shawn Peter Raul Mendes, che è nato l'otto agosto e che ha scritto il suo primo brano e diventato famoso a soli quindici anni.

Mi mordo il labbro. Tra un'ora andiamo allo stadio dove domani ha il primo concerto del tour, dove sentirò le sue canzoni. Ogni tanto ne sentivo alcune in radio, ma ho sempre cambiato.

E poi, con lo studio e l'aiutare mamma, non ho mai passato tanto tempo in macchina o fuori con gli amici. Anche perché non li ho.

Chiudo il cellulare solo quando bussano alla porta. Mi alzo per aprire, ma la porta si apre da sola e entra mio fratello, come se niente fosse. «C'è Alessia giù alla hall. Vieni?»

«Alessia?» Chiedo stranita. E chi diavolo è?

Shawn, che sta uscendo dalla sua camera, si sporge verso la mia. «Alessia Cara, Zoe. Non mi dirai che non hai mai sentito parlare di lei.»

Apro la bocca, completamente sconvolta. Credo che la mia mascella stia per toccare terra. Alessia Cara. Dio, amo così tanto le sue canzoni!

Con un gesto fulmineo supero mio fratello e Shawn, correndo per il corridoio come una pazza psicopatica, che in realtà sono.

Chiamo l'ascensore, bussando sul tasto di chiamata dieci o quindici volte, ripetutamente. Intanto Shawn e Brendon mi hanno raggiunto e ridacchiano dietro di me.

«Sí, credo che abbia sentito parlare di lei.»

Mi giro verso Mendes. «Che ci fa Alessia Cara qui? Cioè la conosci? Conoscerà anche me? Secondo voi me lo fa un'autografo?»

La fangirl che è in me si sta risvegliando e sta prendendo anche il sopravvento. Vedo solo Alessia ed il suo sorriso, le sue canzoni e la mia voglia di abbracciarla.

«È qui perché ci passerai l'estate insieme.» Brendon alza gli occhi al cielo, però è divertito dalla mia condizione di fangirl pazza. «Aprirà il concerto di Shawn, quindi starà in tour con noi. Sí, la conoscerai e sí, ti farà l'autografo. È davvero gentile.»

Sono cosciente del fatto che i miei occhi si siano illuminati e, una volta entrati in ascensore che è pieno di specchi, ignoro il sorriso psicopatico che ho, che mi rende più brutta del solito.

Se c'è Alessia Cara con noi, questa estate forse non sarà del tutto un disastro.
Forse.

I hadn't planned to fall in loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora