Capitolo 11

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«Chiama il 911!» Stringo forse il braccio di mio fratello. «Non respiro! Infarto! Brendon, chiama l'ambulanza!»

«Calmati, Zoe.» Dice lui, liberando il braccio dalla mia stretta e prendendomi per le spalle. «Andrà tutto bene, okay?»

Scuoto la testa. «Non ce la faccio, il mio cuore non lo regge.»

La situazione è questa: sono arrivata mezz'ora fa nella hall dell'albergo e Alessia era lì in tutto il suo splendore. Ho sorriso come un'ebete, lei mi ha detto ciao, ho balbettato qualcosa e poi sono corsa in bagno, perché mi sentivo ridicola.

In realtà mi sento ancora ridicola. Ma capitemi. C'è Alessia Cara lì fuori!

«Mi ha preso per una deficiente, Brend. Non uscirò mai più da questo bagno.» Mio fratello, a sentire questa frase, alza gli occhi al cielo.

«Sai, Shawn aveva pensato che avresti fatto così.» Mi sorride, con fare provocatorio. «Vuoi dare soddisfazione a Shawn di dire che aveva ragione?»

La mia faccia assume un'espressione schifata. «Dio, no.» Questo mi basta per staccarmi dal muro su cui ero appoggiata e uscire dal bagno, con Brendon che mi segue ridendo.

Mentre andiamo alla hall, dato che dobbiamo attraversare un corridoio, inizio a borbottare. «Mi prenderà per pazza. O psicopatica. O entrambe. E poi lei è così bella che... oh no. Di nuovo. Brendon, 911.»

«No, Zoe. Andiamo.» Brend mi prende per un braccio e mi conduce alla hall. Non ci sono più tutti gli assistenti e i membri della band di Alessia, ma ci sono lei e Mendes che parlano, tutti sorridenti.

Il sorriso che faccio è a trentadue denti ed ho la sensazione che mi farà avere una parafasi facciale. Vengo percossa da un brivido: è inquietante il solo pensiero.

«Oh, eccovi.» Shawn fa cenno con la testa verso di noi mentre Alessia, che era di spalle, si gira.

Non. Respiro. Ambulanza. Per. Favore.

«Ciao, tu devi essere Zoe.» Alessia mi porge la mano, che stringo volentieri.

Ho toccato Alessia Cara!

«Sai...» Inizio a balbettare di nuovo. «Sai il mio nome?»

Shawn e mio fratello ridacchiano, mentre Alessia accenna un sorriso. Annuisce e Mendes risponde. «Le ho parlato di te. Dovevo avvisarla che quest'anno ci sarebbe stata una psicopatica con noi.»

«Non sono psicopatica.» Gli lancio un'occhiataccia. «Sei tu che sei un troglodita con la peste.»

Alessia scoppia a ridere, mentre Shawn incrocia le braccia al petto e mi guarda con un sopracciglio inarcato. «Chi è che si è rifugiata in bagno perché aveva l'ansia di incontrare il suo idolo? O che si è inventata una malattia solo perché le ho baciato la guancia? O che-»

Viene interrotto dalla mia risata. Alessia sembra divertita... non posso dire lo stesso di me stessa. «Io mica avevo paura di incontrare Alessia! Ho avuto un imprevisto.»

«Un imprevisto?» Ripete Shawn, divertito.

«Un'invasione di cavallette.» Dico con convinzione, alzando anche un dito all'insù, per dare più enfasi. «Cavallette grandi quanto delle noci saltavano da tutte le parti... mi sono dovuta rifugiare.»

«Le cavallette ce le hai nel cervello.» Alza gli occhi al cielo Shawn e si prende uno schiaffo sul petto da parte di Alessia.

«Dai Shawn, non fare così.» Poi si gira verso di me, sorridendo. «Sei simpatica, Zoe.»

Ho sentito bene? Alessia Cara mi trova simpatica?

«Anche tu, Alessia.» Ricambio il sorriso, che deve essere pietoso dato che Brendon mi dà una gomitata per farmi smettere.

Shawn guarda il cellulare, poi punta gli occhi su di noi. «Mi ha scritto Julian, stiamo per andare a provare. Tra dieci minuti ci incontriamo tutti qui, se dovete prendere qualcosa tipo la giacca vi conviene andare adesso.»

Lo ignoro palesemente e rivolgo tutta la mia attenzione ad Alessia. «Che canzoni suonerai?»

«Oh beh, tutte le mie più famose. Scars to your beautiful ad esempio ci sarà. Quella non può mancare.» Mi sorride amichevolmente.

Credo di avere gli occhi a cuoricino. «Non vedo l'ora di sentirtela cantare!»

«Grazie.» Oramai siamo divisi in gruppi: Brendon parla con Mendes ed io con Alessia. Non potrebbe andare meglio di così. «Sai, una volta ho sentito tuo fratello cantare. Non è male. Tu canti?»

Mi viene da ridere, perché quando lo faccio sembro una gallina in fase di accoppiamento che sta morendo strozzata per colpa di un chicco di grano. Ma mi limito a scuotere la testa. «Non esattamente.»

Esattamendes, mi corregge la coscienza, con una risata malefica alla fine.

«Sai, ho la sensazione che diventeremo amiche.» Infarto. Mi sta per venire un infarto.

«Anche io!» Esclamo, con forse troppa energia. Alessia scoppia a ridere di nuovo. Mi schiarisco la voce, cercando di non arrossire. «Se diventiamo amiche, però, devo chiederti una cosa prima che la cosa diventi imbarazzanti.»

«Dimmi pure.» Intanto arrivano Jordan e gli altri, che però salutano Mendes, come se non lo vedessero da anni. «Sappi che se la domanda è questa, no, tra me e Shawn non c'è niente. Siamo solo amici.»

Questa volta sono io a ridere. Pensa che me ne frega qualcosa di quel cretino? Piccola ingenua! «Ma no! Non è questa la domanda. Quella scimmia sottosviluppata può fare ciò che vuole. Anzi, mi dispiace per la poveretta che se lo piglia, persino se è Camila. Volevo chiuderti... si beh, se ti dispiaceva farmi un autografo.»

Alessia spalanca un po' la bocca, sorpresa, poi sembra riprendersi e continua a sorridere. «Ma certo che sì, Zoe! Appena arriviamo allo stadio te lo faccio, lì dovrebbero avere dei fogli decenti.»

Le sorrido di cuore. «Grazie mille.»

Poi guardo Shawn, che sta parlando con la band e con Brendon. Mi rigiro verso Alessia. «Sai se dove vi esibite, sopra al palco, c'è tipo una campana?»

Alessia sbatte le palpebre, leggermente confusa. Poi scuote la testa, lentamente, probabilmente chiedendosi che problemi mentali ho.

Ve lo dico subito. Nel film Disney Coco il cantante cattivo muore schiacciato da una campana. Se c'è una campana anche lì, e causalmente Shawn è nella traiettoria della caduta, potrei riuscire a realizzare il mio sogno: uccidere Mendes.

«Peccato.» Mormoro quindi. Magari potrei metterla io, o cercare un altro modo per ucciderlo. Potrei insultarlo pesantemente e poi, la mattina, presentarmi con la colazione per farmi presentare. Tipo servizio in camera.

Solo che il caffè sarà avvelenato.

I miei piani malvagi vengono interrotti da Julian, il manager di Shawn, che batte le mani un paio di volte per richiamare l'attenzione di tutti. «Okay ragazzi, il pullman è qui. Andiamo.»

Sospiro, mentre tutti si guardano su di giri. Shawn e Brendon si scambiano delle pacche sulle spalle a vicenda.

Il Mendes tour è appena incominciato, ed ho una brutta e al tempo stesso bella sensazione riguardo questo.

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now