Capitolo 12

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Durante le prove mi diverto un sacco. Prendo in giro Brendon mentre fa le foto, mi scateno ad ascoltare Alessia cantare e, alla prima canzone, quasi piango di gioia. Inoltre Julian, per rendermi partecipe, mi fa provare i microfoni.

Devo dire prova prova ogni volta, ma almeno faccio qualcosa. Mi diverto anche a fare gli acuti dopo le parole, davanti al microfono, e vedere l'espressione esasperata di Mendes.

Ascolto anche, e sopratutto, le prove di quest'ultimo. Quando canta Life of the party mi prometto una cosa.

Mi dico: «Sophia, da oggi il tuo cantante preferito sarà Shawn.» Beh, meno male che non mi chiamo Sophia!

«Che ne pensi?» Brendon posa la macchina fotografica su una sedia e mi circonda le spalle con un braccio.

«Bah, potrebbe fare di meglio. Che poi queste canzoni romantiche, che mi sanno anche di falso, sarebbero per Camila?» Alzo gli occhi al cielo, poi però mi mordo il labbro. 

Odio il fatto che non sanno per nulla di falso. Che mi piace sentirlo cantare e mi piacciono le sue canzoni. Non le ho mai sentite o ascoltate, ma, adesso, mi rendo conto perché è uno dei cantanti più famosi al mondo.

«Io stavo chiedendo cosa ne pensi riferito all'inizio del tour, ma va bene anche così.» Ah. Però non è colpa mia. Voglio dire, se non specifica io che ci posso fare? «E comunque no, non sono per Camila. Shawn non prova niente per lei in quel senso.»

Mi sembra strano, dato che sia Shawn sia Camila si comportano davanti ai non fans come se stessero insieme.

Faccio spallucce, dato che non mi interessa, e mi appoggio alla spalla di mio fratello. Shawn finisce la sua ultima canzone, Youth, che scopro essere la mia preferita tra quelle che ha cantato, e si dirige verso di noi, dato che le prove sono finite.

Il concerto inizierà ufficialmente tra un'ora e mezza e Julian ci lascia cinquanta minuti di libertà. Poi dobbiamo ritornare qui e il signorino Mendes dovrà prepararsi.

«Divertita?» Shawn punta i suoi occhi su di me, con un sorriso sarcastico sul volto. I primi giorni ha cercato di essere gentile, invece adesso si sta adeguando al fatto che non mi sta simpatico e non potrà mai cambiare questa cosa.

«Oh sì. Le mie orecchie sanguinano dalla gioia.» Inarco un sopracciglio e ricambio il sorriso.

«Zoe.» Mi ammutolisce Brendon, schiarendosi prima la voce.

Shawn sta per dire qualcosa, ma Julian ci viene incontro e interrompe la nostra conversazione. «C'è una macchina qui fuori, sul retro, se volete uscire. Shawn, tu resti qui come al solito?»

Mentre mio fratello lo ringrazia, io fisso Mendes. «Non esci?»

Alessia mi circonda le spalle con un braccio, in modo scherzoso, e mi trattengo per non sorridere come una psicopatica o svenire dall'emozione. «No, lui non esce mai. È troppo nervoso e deve andare in bagno ogni cinque minuti.»

Trattengo le risate e Alessia fa un'occhiolino scherzoso a Shawn. Mi piace il loro modo di scherzare, come se lo facessero da sempre. Probabilmente è così.

«Molto divertente, Ales.» Shawn si passa una mano tra i capelli e noto un tatuaggio sul suo braccio.

Mi mordo il labbro per evitare di chiedergli il significato. Perché deve averlo. Tutti i tatuaggi hanno un significato.

«Allora, andiamo?» Jordan dà una pacca sulla spalla a mio fratello. «La macchina a dieci posti ci sta aspettando.»

«Arriviamo.» Alessia leva il braccio dalle mie spalle e si avvia. La seguo in silenzio, con Brendon di fianco a me, ma non prima di aver lanciato un'occhiata a Shawn.

Per quanto lo odio, forse lasciarlo da solo non è una buona idea.

Siamo già usciti e stiamo per salire nella macchina, quando Brendon mi prende per un polso. «Zoe, va tutto bene? Hai una faccia strana.»

Che razza di amici sono? Shawn è nervoso e avrebbe bisogno di qualcuno vicino. Il suo panico è diverso dal mio, però so cosa significa avere l'ansia e farsi prendere dalle paranoie e so anche cosa significa essere lasciati soli.

Non posso essere indifferente a questo.

Mi porto una mano sullo stomaco. «Brend, mi fa molto male lo stomaco. Voi andate, tanto tra poco ritornerete e io mi riposo un po'.»

Brendon si morde il labbro e mi lascia il polso. «Sicura? Se vuoi rimango.»

«Ma no, stai tranquillo. Va' e divertiti.» A questo punto mio fratello annuisce e sale in macchina.

Io torna dentro con ancora una mano sullo stomaco, giusto se mio fratello o Alessia o chi altro.

«Non sei andata con loro?» Caccio un urlo a sentire una voce dietro di me e, quando mi giro, trovo Shawn che ride per il mio bellissimo spettacolo.

Altro che Shawn Mendes Tour, penso.

«No.» Gli rispondo, portandomi una mano sul petto. Dove diavolo stava andando? Perché sono ancora appoggiata alla porta che porta fuori, quindi stava sicuramente andando da qualche parte. «Dove stavi andando?»

«Qui fuori.» Mi scosta lentamente per poi aprire la porta e uscire. Lo seguo in silenzio e lui si blocca sulle scale di metallo, che sono antincendio. Si gira vero di me. «Non mi dirai che sei rimasta qui per me, vero?»

Scoppio a ridere, facendo segno di no anche con la mano. «Ma ti pare? Ho il mal di pancia.»

Shawn mi fissa per qualche secondo, dopo un po' sposta il suo sguardo oltre me, verso la direzione dove sono andati tutti. Forse si sta chiedendo perché non sia rimasto qualcun'altro.

E poi... ecco che mi sorprende. «Beh, dato che ci sei, ti va di venire sul tetto con me?»

Devo avere gli occhi da fuori, in questo momento. Pensavo sarebbe stato più difficile stare con lui. Pensavo che mi avrebbe scacciato, risposto male, invece vuole compagnia.

Sono così sorpresa che devo ritornare in me. E c'è una sola cosa che lo fa accadere: l'ironia. «Se è una richiesta esplicita di buttarti giù dal tetto, come faccio a rifiutare?»

Shawn scoppia a ridere, poi mi fa cenno di salire. Qualche minuto dopo siamo arrivati.

Si intravedono tutte le persone che già sono in fila fuori dallo stadio, ma sono troppo lontano perché ci vedano.
Il tetto non è propriamente un tetto. Non ha ripari né niente, non sono neanche sicura che si può salire qui.

Shawn si siede sul bordo e mette le gambe a penzoloni. Lo imito e restiamo in silenzio per un po'.

«Grazie, Zoe.» Sussurra, così piano che ho paura di aver capito male.

«Uhm?» Mi giro verso di lui. Sta guardando dritto davanti a sé, con gli occhi carichi di emozione e di paura.

«So che non hai il mal di pancia, e che sei qui per me. Quindi grazie.» Finalmente si gira a guardarmi.

Aspettate un secondo. Perché finalmente? Io non voglio che mi guardi.

«So cosa significa restare soli, quando si è in ansia, anche se la tua è bella. E non voglio che gli altri siano soli.»

Lui non dice più niente, o almeno così penso. Rimaniamo a guardare le sue fans in lontananza per tanto tempo, così tanto che si innalza il vento e iniziò ad avere freddo.

Shawn mi mette la sua felpa sulle spalle, senza neanche che me ne accorgo. «Non sei più sola, Zoe.»

I hadn't planned to fall in loveWhere stories live. Discover now