Capitolo 14 (parte prima)

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L’aria fredda continuava ad avvolgermi mentre passeggiavo con Harry. Lui era leggermente più avanti rispetto a me per via del suo passo veloce. Sentii il mio corpo diventare sempre più freddo, ma ciò non fece rallentare il ritmo dei miei passi. Avevo uno strano presentimento, come se qualcosa sarebbe successo a breve.

La scuola man mano scompariva e i movimenti di Harry diventavano più rilassati.

Finalmente riuscimmo a mantenere la stessa andatura in modo da avere Harry al mio fianco.

Il vento freddo continuava a soffiare. I colori scuri degli alberi contrastavano con il grigio chiaro del cielo. Occasionalmente passavano per di lì alcune macchine e dalle finestre di alcune case si affacciavano dei gatti dagli occhi semichiusi.

C’era ancora molto che dovevo conoscere di questa piccola cittadina. Era così diversa dal luogo in cui vivevo prima. La mia vecchia città era infatti più rumorosa e caotica mentre questo posto appariva decisamente più tranquillo.

Dopo essermi voltata verso Harry, venni subito colpita dal verde intenso dei suoi occhi.

“Che c’è?” mimai rallentando leggermente il passo.

Harry rispose. “Andiamo al parco”.

Annuii lentamente prendendo un profondo respiro. Avevo sempre avuto timore dei parchi, la mia vita era cambiata radicalmente in un posto simile ed io non volevo più avere a che fare con loro.

Il braccio di Harry si posò sulla mia schiena, guidandomi all’interno del parco. I giochi per i bambini erano deserti e le altalene erano leggermente spinte avanti e indietro dal vento, quasi come se fossero state usate da dei bambini invisibili.

Il braccio di Harry continuava a rimanere sulla mia schiena anche mentre camminavamo ed il suo sguardo era diretto davanti a sé.

Finalmente il suo persistente passo si fermò ed entrambi ci trovammo di fronte ad una piccola panchina rossa.

Harry velocemente rimosse il suo braccio dalla mia schiena e si sedette lasciando un grande spazio libero accanto a lui.

Riluttante imitai i suoi movimenti sedendomi al lato opposto della panchina, allontanandomi così il più possibile da lui.

Il silenzio fra di noi sembrò durare anni. L’unico rumore percepibile era il rumore delle foglie che cadevano a terra e i rami degli alberi che si scontravano tra loro scossi dal soffio del vento.

“Allora, adesso mi dici che ti succede?” chiese Harry con tono demoralizzato.

Morsi l’interno delle mie guance quando sentii nuovamente quella domanda. Non ero affatto entusiasta di dirgli che ormai sapevo che era stato in carcere.

Harry prese un respiro profondo per poi riprendere a parlare. Questa volta però nella sua voce avvertii una punta di rabbia. “Genevieve, se non volevi parlare con me perché hai accettato di seguirmi?”

Sentii i suoi occhi sul mio viso. C’era qualcosa di Harry che mi spaventava, ma allo stesso tempo mi faceva sentire al sicuro. Più al sicuro di quanto non fossi mai stata con qualsiasi altra persona (eccetto mia madre).

Effettivamente Harry non aveva tutti i torti: perché avevo deciso di uscire con lui? Perché non l’avevo semplicemente ignorato entrando a scuola come qualsiasi altra persona avrebbe fatto? Quest’amicizia, no, questo modo di interagire che io e Harry avevamo adottato negli ultimi giorni era incomprensibile e non c’era alcun motivo per continuare ad utilizzarlo. Harry stava non facendo altro che aumentare il numero di pettegolezzi su sé stesso ed io continuavo ad apparire sempre più stramba agli occhi di tutta la scuola.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEWhere stories live. Discover now