Capitolo 8

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Harry ritornò soltanto qualche minuto più tardi. Lo vidi dirigersi verso la cucina con le braccia incrociate al petto e il labbro inferiore imprigionato tra i denti. Appariva più pallido del solito e i suoi occhi erano colmi di panico e tristezza. Con lo sguardo seguiva il movimento dei suoi piedi, i quali si spostavano sul pavimento in legno. Sembrava che gli avessero appena detto che era sul punto di morire. Nel momento in cui ci raggiunse però tutto questo scomparve e lasciò spazio allo stesso sorriso che aveva poco prima di allontanarsi. Le sue braccia scesero lungo i suoi fianchi e i suoi movimenti tornarono fluenti e disinvolti.

âVa tutto bene?â chiese mia madre nel momento in cui percepì il suono dei suoi passi.

Harry tornò a sedersi e guardò mia madre sorridendo, âSi, mia sorella mi ha soltanto chiesto quando sarei tornato a casa. Mia madre deve fermarsi alla stazione del gas più a lungo del solito questa seraâ.

Mia madre annuì e tornò a fissare il suo piatto quasi vuoto senza nemmeno rispondergli. Si vedeva chiaramente che non si sentiva più a suo agio con Harry. Appariva infatti più distaccata nei suoi confronti rispetto a quando era arrivato in casa. La sua concentrazione era dedicata più al cibo nel suo piatto che al nostro ospite. Harry decise di non mangiare i pochi spaghetti rimasti nel suo piatto, si limitò infatti a fissarli con uno sguardo distratto.

Tossendo attirai lâattenzione sia di Harry che di mia madre ed iniziai a muovere le mani. âLo pulisco io il tavolo se vuoiâ.

Mia madre sorrise educatamente e rispose, âNo, piuttosto perché tu ed Harry non fate un giro della casa mentre io mi occupo della cucina?â.

Sapevo che malgrado il suo disagio nel vedere un ragazzo della mia scuola presentarsi a casa nostra, mia madre avrebbe comunque risposto in modo cortese. Non ero mai stata molto popolare quando si trattava di ragazzi nella mia vecchia scuola ed evidentemente non voleva rovinare questa opportunità che mi era stata presentata.

âNe è sicura Mrs. Dawson?â chiese Harry posando la forchetta allâinterno del suo piatto. âMi farebbe piacere aiutarlaâ.

Mia madre ridacchiò e si alzò prendendo in mano il suo piatto. âSei nostro ospite, Harry. Non serve che tu mi aiutiâ.

Detto questo, mia madre iniziò a raccogliere i piatti e si diresse verso il lavandino. Alzandomi dalla sedia, feci segno ad Harry di seguirmi. Raggiungendo il salotto, notai che qualcosa in Harry era improvvisamente cambiato. Non era più il ragazzo perfetto ed educato che aveva conversato con mia madre negli ultimi 45 minuti; era infatti tornato il solito teenager dal comportamento menefreghista e rilassato.

âGrazie mille per la cena, Genevieveâ mormorò Harry con voce poco vivace.

Annuii e sprofondai sul divano del salotto. Harry fece lo stesso, accomodandosi sul lato opposto e creando così una significativa distanza tra noi. La luce soffusa delle due lampade poco distanti creavano una vaga atmosfera romantica. Notai immediatamente i lineamenti di Harry nella penombra. La luce illuminava bene la sua pelle chiara, mettendo così in risalto i suoi tatuaggi scuri.

âAlloraâ€Â¦cosa ti ha chiesto tua sorella?” mimai guardandolo.

In attesa della sua risposta cercai una posizione più comoda. Harry mi guardò per un istante.

“Come ho appena detto,” rispose, “Voleva essere sicura del fatto che sapessi che nostra madre lavorava fino a tardi questa sera”.

Inclinai leggermente la testa e, dopo aver mimato una nuova frase, incrociai le braccia al petto. “Ti ho visto poco prima che ci raggiungessi in cucina, sembravi uno che aveva appena scoperto che a breve avrebbe lasciato questo mondo”.

Speechless [H.S.] (Ita) IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora