Capitolo Terzo: Prima di tutto

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Avevo avuto bisogno di parecchio tempo, per abituarmi all'idea della ragazza single ed indipendente.

Avevo amato un ragazzo in un modo così profondo e così malsano da perderci completamente la testa, facendo spegnere il lume della ragione per un bel po' di tempo, lasciando che il cuore facesse le sue scelte (sbagliate).

Non era stato facile riuscire a dimenticare l'immagine distorta di me stessa che aveva creato in quel lungo periodo di tempo, ma alla fine mi ero arresa al fatto che dovevo cambiare, non so se per lui o per me, ma dovevo cambiare assolutamente.

Iniziai nel modo evidente: i capelli.

Mai avrei rinunciato al mio colore naturale ambrato e pieno di riflessi biondi, ma quando entrai dal parrucchiere con la mia chioma (lunga ben 50 cm) e gli chiesi di tagliarmi trenta centimentri, strabuzzò gli occhi e mo chiese se ne ero sicura.
Risposi di si, ed aggiunsi che avrei voluto donarli ad un'associazione non profit che crea con le donazioni ricevute delle parrucche per donne e bambini che li hanno persi per colpa del cancro con la chemioterapia.
Rimase scioccato, ma fece il suo lavoro egregiamente, e uscii con due belle ciocche in un sacchetto e venti centimetri in testa e ciò nonostante, mi sentivo più carica di prima, ed ero pronta al cambiamento.

Decisi di lasciare la pigrizia a qualcuno di più bisognoso, mi iscrissi in piscina ed in palestra ed iniziai a lavorare duramente.

Consultai una nutrizionista e mi misi a mangiar bene: frutta, verdura (no, non tutta, la famiglia cavoli mi darà la nausea per tutta la vita), pochi dolci e carboidrati..

Mi sentivo per la prima volta padrona di me stessa, ed é un sentimento che ancora oggi mi da la forza di non ricadere nelle brutte abitudini che avevo preso.

Quando avevo incontrato James, la mia vita era un trampolino di lancio, ed eravamo in vacanza insieme: la mia estate andava sempre in meglio, e l'arrivo di una persona così speciale nella mia vita ne era la prova.
Tuttavia, alla fine della vacanza che ci aveva unito, eravamo stati divisi dai chilometri che separano le nostre città di origine, senza però permettere che la distanza materiale fosse pari a quella del cuore.

L'avrei voluto sempre a portata di abbraccio, ma non potevo averlo, ed ora che era qui davanti a me, mi domandavo dove avremo mai potuto trovare parole che esprimessero il sentimento che avevamo creato cercandoci negli abbracci e negli sguardi nascosti.

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