Capitolo Primo: Ambientarsi

52 4 0
                                    

Era l'estate del mio secondo anno liceo, ed io me ne stavo in un vortice di depressione che andava solo in basso.

Una lettera aveva risollevato tutto all'inizio di settembre annunciandomi la vincita di una borsa di studio statale che mi avrebbe permesso di studiare in uno dei più rinomati licei italiani per tutto il triennio conclusivo, con un programma specifico mirato a potenziare le mie capacità di comunicazione trasversale in cinque lingue ed a farmi ammettere ad una delle università di medicina migliori di tutti gli stati europei. Ormai, questa lettera, era solo un foglio di carta appeso alle pareti della mia "nuova" stanza del collegio, che condividevo con una delle mie più care amiche, Teresa, a cui era stata offerta la stessa borsa di studio differenziata solo nella mira espansionistica, dato che lei desiderava diventare logopedista.

Questo significava, in un modo o nell'altro, andare incontro al mio sogno, e anche al ragazzo di cui mi ero innamorata, perché la scuola era (inspiegabilmente o miracolosamente) situata nella sua regione. Avevo quindi riunito svago e lavoro nel modo migliore e, nonostante fosse stato difficile convincere i miei genitori a lasciarmi partire, era bastato far notare che non ero fuori dall'Italia, ma solo a poco meno di 300 km da loro.
Lasciare la più piccola volare via dal nido non era facile, ma non li avrei mai perdonai se me lo avessero vietato.

La scuola era iniziata da due settimane ed io mi ero già impanicata dato che era del tutto nuova, difficile e abbastanza lontana da casa mia, ma con Teresa al mio fianco era tutto più semplice.
Si era iscritta a molti più club rispetto a me (i suoi erano: teatro, danza classica, letteratura francese, poesia, pasticceria, fotografia, giornalismo, arte ceramica e psicologia, mentre i miei erano: teatro, orchestra, manutenzuone bibliotecaria, analisi dell'arte pittorica, fotografia, pasticceria.) quindi era spesso impegnata, con e senza di me, anche dopo le cinque ore giornaliere in classe con altri giovani "prodigi", ma nonostante tutto il lavoro, rimaneva la mia colonna portante pronta a dare consigli e conforto a chi ne aveva bisogno.

Ormai eravamo li da poco più di un mese, e le cose sembravano finalmente andare per il verso giusto...
Anche con James.

SottopelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora