hey justin:)

8.1K 187 13
                                    

Eccoci qui: 27 Marzo.

Louis, per qualche motivo aveva lasciato Eleanor. Le sorelle erano contente, Harry e Niall non avevano la più pallida idea del perché e Zayn e Liam non me lo volevano dire.

Amy aveva del tutto fatto pace con la madre adottiva, i loro rapporti erano più solidi di prima, e aveva ripreso la scuola semplicemente ignorando i pettegolezzi di corridoio che finirono in pochi giorni trovando altre vittime.

Craig era tronato prima del previsto, era stato fuori solo due settimane, sorprendendo tutti. Aveva finalmente concluso i suoi “doveri” con il lavoro e ora era alla ricerca di uno migliore mentre già lavorava part time… Il fatto che Amy non fosse più incinta non avrebbe frenato i loro piani di avere una casa insieme e di un giorno, magari, sposarsi. Mio fratello aveva preso non bene il fatto che Amy avesse perso i bambini, ci era rimasto più male di quanto dava a vedere… Ma forse era meglio così, non dovevamo farla pesare ad Amy, dopotutto non era nemmeno colpa sua.

Ed io?

Bhè, era passato un mese dalla mia prima nottata come baby-sitter a casa Tomlinson, Bhè, era ricapitato tutti i fine settimana. Ogni fine settimana nello stesso modo: niente feste per poter lavorare, giochi con le bambine, notti insonni, nemmeno uno sguardo tra me e Louis, arriva Johannah o il suo secondo marito Mark (un uomo davvero simpatico) venivo pagata e andavo dritta a casa Styles per sfogare i miei problemi.

In questo momento stavo aspettando le mie valigie all’aeroporto.

Mentre tutti i miei compagni sarebbero andati in Francia, come ogni anno, con la scuola, io sarei partita per andare alla casa estiva di Louis con Niall, Abbie, Harry, Zayn e Liam.

Dove ero? Miami.

Per via dell’arrivo di mio fratello ero dovuta partire un po’ più un ritardo rispetto agli altri che già erano arrivati da tre giorni.

Vidi la mia valigia passarmi davanti in quel maledetto macchinario che girava e tra la confusione generale cominciai a correre prima che rientrasse in quel macchinario enorme e prima che dovessi aspettare un altro giro che equivaleva a mezz’ora.

Corsi scontrandomi con parecchia gente, c’era in particolare una turista spagnola che feci proprio cadere a terra e mi riempì di parolacce nella sua lingua susseguite da una bestemmia e qualche preghiera… Ma me ne curai poco e continuai a correre.

Arrendendomi al fatto che se continuavo così non ci sarei riuscita, mi buttai in mezzo alla gente e salii su quella specie di trappola mortale che sembrava un tapirulan e comincia a correre calpestando valigie, beccando insulti e inciampando circa quattrocento volte. Urlavo cose tipo - scusate, mi dispiace, scusatemi - non che mi fregasse davvero di calpestare altre valigie.

Raggiunsi la mia, la presi e corsi tentando di scendere prima di essere inghiottita dal macchinario dell’arrivo bagaglio.

Atterrai addosso ad un ragazzo. 

- O mio Dio, O mio Dio! Mi dispiace! - dissi in preda a delle specie di convulsioni tentando di alzarmi, smettere di ridere, fermare il respiro, l’attacco cardiaco per la caduta…

Il ragazzo scoppiò a ridere. - Wow! - fu tutto quello che riuscii a dirmi e cominciai a ridere anche io. Quando ci calmammo un poco io mi sedei a terra e aspettai che anche lui si alzasse.  

- Ci guardano tutti male - mi disse ridendo. Solo allora notai i suoi occhi nocciola, i capelli ramati, il sorriso brillante, il fisico muscoloso ma non troppo e magro il giusto

- Chissà perché… - dissi io sbottando a ridere di nuovo

- Ma fai sempre così?! - domandò lui

baby you are fireworkWhere stories live. Discover now