che la sfida abbi inizio

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Alzai la testa di scatto e vidi Niall. Non so' pechè ma qualcosa nella sua espressione mi fece venir voglia di abbracciarlo... Non aveva senso, forse avevo solo bisogno di un abbraccio, da chiunque, in questo momento. Gli feci cenno di salire in macchina.

Aprì lo sportello del passeggero e si mise seduto accanto a me a guardarmi, aspettando che alzassi la testa dal volante... Non volevo farmi vedere così, però.
- Che vuoi? - chiesi senza alzare la testa

- Alex io... Non ho la più pallida idea di cosa mi sia preso poco fà, potrai non credermi ma non sono un tipo violento, potrai non giustificarmi ma non era mia intenzione, potrai non perdonarmi, potrai non capirmi... Non mi capisco nemmeno io... E' solo un periodo che sono nervoso e... Bhè, non te lo meritavi, non dovevo sfogarmi con te, mi sono accorto di quanto poteva esser stato forte, e nei confronti di una donna è anche peggio... Non ti chiedo nè di perdonare o di capire solo... - non sapeva come continuare le sue scuse

- Solo? - chiesi

Lo sentii sospirare, ma era il sospiro di qualcuno in dificoltà con le parole così alzai la testa - Niall ti capisco, mi hai dato uno schiaffo perchè è un giorno no... Le cose che mi hai detto me le sono meritate, basta ora - vedendo il mio volto rigato da lacrime nere per il mascara, più la sua cinquina ancora evidente sella guancia destra, sussultò

- Non riesco a credere di essere stato io... No, non lo meritavi - disse posando una mano delicatissimamente sulla  guancia sinistra

- Si invece - mi scansai dalla sua mano

- No, perchè una ragazza così bella dovrebbe meritarlo? - chiese

- Perchè la mia vita è una merda - sentivo il bisogno di sfogarmi con qualcuno, qualcuno che non fosse Amy, la mia storia la sapeva solo lei... Lei e mio fratello... Dovevo parlare con qualcuno. Sbottai a piangere e fra un singhiozzo e l'altro gli raccontai tutto.
Ogni tanto sgranava gli occhi, annuiava, mi toccava una spalla... Era presente, capiva che non ero il tipo che ha bisogno di sentirsi dire frasi fatte o roba del genere, preferì stare zitto e consolarmi con lo sguardo e il silenzio.
Finii di raccontare e lui taque per un po', probabilmente per darmi modo di riordinare i pensieri. Presi la mia borsa e mi struccai per poi ritruccarmi, lui mi osservava in silenzio. Le cinque dita sul mio viso erano un po' meno arrossate di prima e riuscii a coprirle quasi del tutto con il fondotinta. Finito di truccarmi mi fermai a guardare i suoi occhi che fissavano i miei. 

- Scusa, non sarei dovuta crollare... Ci conosciamo da cinque anni... Cioè, diciamo da pochi giorni perchè in cinque anni solo per ''parole di corridoi'' ci conosciamo... E.. Io ti sono crollata davanti, non te ne frega nulla e non te ne devi far un problema, lascia stare tutto - dissi fingendo un sorriso

- Già... Io... Bhè, non è che non me ne freghi niente... - non sapeva che dire, era palese che non gliene sbattesse una minchia dei miei problemi ed era giusto, erano solo miei. Si girò verso il finestrino e poi di nuovo verso me - Solo... Mi dispiace - sembava sincero

- Horan, accetto le tue scuse, ora vai a farti fottere e scendi dalla mia macchina - nemmeno io so' perchè gli diedi quella risposta, la meritava

- Bene, bambolina, cambiato il trucco, cambiati i modi? Ho hai semplicemente il ciclo?! - disse per provocarmi

- Fottiti - levai le chiavi dal quadro della mia Mini e scesi seguita a raffica da lui. Feci scattare la serratura dell'auto. 

- Dove vai? - chiese

- Ho già saltato la prima ora, alla seconda ho il test di biologia - dissi affrettandomi ad entrare

- Abbiamo il test di biologia - mi corresse - Comunque i cancelli sono chiusi - aggiunse

- Solo per i perdenti come te - 

- Sentiamo MissSo'TuttoIo, da dove vorebbe entrare?! - mi chiese ironico
Senza rispondere lo portai dal lato est della scuola, lì il muro era stato sfondato da qualche ragazzo e la recinsione tagliata, quindi ci infilammo in quel minuscolo spazietto e cercando di non farci vedere delle finestre delle classi aperte del primo piano e entrammo dallo stanzino dei bidelli, che una volta era la sala professori con via di fuga. Come se quei stronzi dei professori, in un incendio, avessero bisogno di scappare invece che bruciare.

- Questa non la sapevo - ammise sussurrando al mio orecchio... Il soffio delle sue parole al contatto con la pelle mi provocò un brivido... Per quanto stronzo, rimaneva sexy.

- Ancora qui stai?! - suonò la campanella e entrammo separatamente nell'aula di biologia, per non destare sospetti. 
Mi andai a sedere vicino ad Amy, come al solito. 
- Tesoro, ho saputo di quel che è successo stamattina, ti prego, fammi uccidere Horan! - era davvero iperprotettiva nei miei confronti

- No... Horan me lo lavoro io..! - adesso anch'io volevo la mia vendetta

- Cioè? -

Gli spiegai tutto il piano di Louis, lei sorrise seraficamente - Se vuoi una mano, fammi sapere - disse guardando maliziosamente Horan

- No, è tutto mio, voglio che si prenda una cinquina, una cinquina al cuore. - Vidi Horan girarsi verso me e io gli feci la linguaccia. 

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