Capitolo 106

26 3 8
                                    

Sentì il rumore degli zoccoli echeggiare nel bel mezzo della caverna e un muso umido allontanare la dea posandosi in mezzo a loro due.

Mane indietreggiò ma non parve sorpresa.

Ruben le morse giocosamente la cintura dei pantaloni e Cirilla tentò di spostargli il capo ma non si mosse.

"Cirilla." La ragazza spalancò gli occhi e si voltò. Quella voce, era angelica e cristallina. Sembrava celestiale e non era la stessa di Mane. Il suo nome fu chiamato ancora e aveva gli occhi puntati sulla dea che non si era mossa.

"Sono io, Ruben."

"Come?" disse balbettando e il cavallo socchiuse gli occhi scuri in maniera dolce. Cirilla guardò la dea ma lei scosse il capo.

"Non guardarmi, io non centro assolutamente nulla con ciò."

"Sai parlare?" era impossibile. Aveva vissuto assieme a quel cavallo per più di un decennio, non lo aveva mai sentito. Forse era la caverna, forse stava davvero sognando.

"Sì, Cirilla. Quello che vedi è il mio guscio, ma in realtà io sono uno spirito della foresta che Emil ha catturato per sbaglio." Cirilla indietreggiò come se l'avessero spinta di prepotenza. Ruben procedette a raccontare la storia.

"Ero un'anima senza corpo, che vagava per la foresta al di fuori delle mura del tuo castello, avevo vissuto in quei boschi per millenni, prendendomi cura degli aghi di pino e degli arbusti come molti altri miei simili. Ero tremendamente annoiato, guardavo gli umani che passavano per la mia casa e mi domandavo come doveva essere vivere tra di loro. Sognavo giorno e notte di fare parte delle loro vite. Poi è arrivato questo omone dalla testa pelata, che era venuto a cercare un cavallo per una principessa e il fatto che borbottasse senza fine, mi fece così ridere che decisi di seguirlo per vedere se si cacciava in qualche guaio. Ho visto un uomo adulto, letteralmente aspettare che una cavalla partorisse un cavallino per prenderlo e tirarglielo via sorridendo e gongolando dicendo: sarà proprio contenta la principessa. Era molto divertente, così decisi di seguirlo ancora. Al limitare della foresta, si stava riposando mentre il puledro tentava di alzarsi e per sbaglio, Emil si era appoggiato al ramo dove stavo e mi ha afferrato per non cadere."

Ruben batté le palpebre e usò gli zoccoli come per sottolineare quanto fosse divertente il tutto.

"Ci siamo guardati per un momento, poi lui è saltato e mi ha guardato spaventato. Io avevo le ali e sono voltato via abbastanza lontano da essere al sicuro. Lui mi disse qualcosa tipo: che diavoleria è mai questa e io gli risposi. Per poco non gli prendeva un colpo, Emil è sempre stato il mio preferito per le sue reazioni esagerate!"

Cirilla concordò era un uomo eccentrico ma onorevole.

"Sì, era onorevole e io volevo vivere con lui, così gli chiesi se gli dispiaceva se mi fossi infilato nel corpo del puledro. Lui mi disse che se avevo intenzione di farlo, avrei dovuto vegliare sulla persona alla quale quel cavallino era destinato. Io acconsentii solo ad una condizione, questa persona doveva essere pura di cuore e gentile. E lo sei sempre stata con me, Cirilla."

A Cirilla si addolcirono i tratti a pensare a quante volte Ruben l'aveva protetta, accudita, l'aveva capita. Adesso molte cose avevano senso, come il fatto che Emil non voleva che suo padre lo pagasse per quel regalo, lo aveva fatto col cuore e niente avrebbe potuto ripagare il valore di Ruben. Era il suo angelo custode, come puoi dargli un prezzo ad un gesto di amore così puro?

"Anche Henry, è stato buono con me. Quando ti ho persa, ero ferito e stavo morendo. Lui mi ha accudito, è rimasto nella stiva con me mentre viaggiavamo verso Mane. Mi ha fatto compagnia, mi leggeva le favole per farmi addormentare. Mi ha curato perché voleva che fossi salvo per te. Non era tenuto a farlo e io voglio ripagare. Non posso dare molto, ma ho la mia vita e se la dea sarà così gentile da prendersela, la darò in cambio per quella di Henry."

"No, Ruben." Cirilla scattò afferrandogli il muso ma il cavallo lo premette contro il petto della giovane.

"Voglio farlo, Cirilla. Tu sei una persona meravigliosa, hai dato tanto per le persone che ami e io sono onorato di aver passato così tanto tempo al tuo fianco. Ti ho guardato crescere, diventare grande e innamorarti. Non posso guardare che getti via la possibilità di vivere felice, quando posso ricambiare seppure in parte tutto l'amore che mi hai dato. Lasciamelo fare, Cirilla."

Ruben era l'ultima cosa che la legava alla sua vecchia vita. Se fosse morto, avrebbe perso anche quella. Come poteva Cirilla farlo?

Come poteva separarsene.

Poi capì perché Ruben voleva farlo.

Perché era lui, la cosa più preziosa che aveva, qualcosa il cui valore forse, arrivava quasi a quello di Henry.

Lui lo sapeva e anche Mane.

Era l'unica possibilità di riuscita.

"Ruben." Cominciò la fanciulla e questa volta le lacrime non poté fermarle. "Ti voglio tanto bene, sei stato il mio miglior amico e confidente. Sei stato la mia roccia e ti porterò sempre nel mio cuore. Ricordatelo sempre che nessun cavallo che potrò mai avere in futuro, sarà mai come te." Cirilla abbracciò il collo dell'animale forte e lui ricambiò tirandola vicino.

"Anche io te ne voglio, Cirilla regina di Mane." La ragazza non voleva allontanarlo ma il tempo stava finendo. Ruben le offrì il fianco e lei gli slegò la sella che cadde sul pavimento roccioso. Poi piano si avvicinò alla conca.

"Ruben, prenditi cura di Emil ti prego. Digli che mi manca ogni giorno, se puoi."

"Gli dirò che sei diventata straordinaria, che tutti i suoi insegnamenti sono stati utili e che nessuno è riuscito a spezzarti, Cirilla il fiore d'inverno."

Si arrampicò all'interno e con dolcezza si sistemò accanto a Henry. con il collo, avvolse quello di Henry il cuo capo finì sulla pelle dell'animale. Non si muoveva più.

Cirilla sperò che fossero in tempo.

"Mi dispiace Ruben." Il cavallo scosse il capo e la guardò in maniera ammirata.

"Abbiamo avuto molto tempo insieme, Cirilla. È stato bellissimo essere il tuo braccio destro. Non cambierei un solo giorno che abbiamo passato assieme per tutte le vite su questa terra."

"Grazie Henry. Per essere stato tanto caro con me, anche se io te l'ho reso tremendamente difficile." Gli sistemò i capelli usando il muso per poi spingere la sua guancia contro quella di henry.

L'acqua cominciò a brillare e Cirilla si gettò al lato di Henry e gli prese la mano baciandola.

Poi iniziò a pregare mentre la luce si levava dalla conca illuminando i due corpi all'interno.

[2]Sol - Il Dio Sole [hs] - AU - MatureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora