Capitolo 63

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"Mia dolce Alexandra," suo padre la chiamava sempre così sin da principio. "E' stato un gesto dettato dalla vostra mancanza di attenzioni nei miei confronti. Mi state facendo impazzire. Vi penso ogni momento della mia giornata, non riesco a togliermi dalla testa qui vostri occhi azzurri. Li vedo nel cielo, nell'acqua, sento il vostro profumo ovunque mi giri. Sono consapevole di aver sbagliato, ma non chiederò scusa per essermi innamorato di voi poiché è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata e sarete mia, che lo vogliate o meno, dovessi io rincorrervi per decenni."

Cirilla cercò ma non riuscì a trovare cosa aveva fatto suo padre. L'unica cosa che riuscì a carpire fu che dopo molti mesi, quella cosa era stata sistemata e sua madre sembrava avergli aperto il proprio cuore e si erano baciati sul lungo ponte di Mane, dove suo padre aveva fatto poi mettere la panchina. A quanto pareva sua madre ci andava a leggere anche prima che si sposassero, era lì che Markus le dava il tormento. Gli unici momenti dove poteva importunarla senza essere disturbato.

Sua madre ci ritornava sempre anche se sapeva di trovarlo lì.

Che nel profondo lo sapesse di non aver scampo?

Cirilla, tra le varie scartoffie trovò un testamento appena abbozzato. Risaliva a quando suo padre aveva adottato Nick. A quanto pareva, Nick era stato l'erede di Mane prima di Cirilla.

Markus l'aveva adottato come precauzione, per proteggere il proprio regno in caso non ci fosse stato alcun erede. Aveva senso, pensò Cirilla, dato che Nick era cresciuto come il figlio maschio che Markus avrebbe sempre voluto e sicuramente avrebbe avuto se sua madre non fosse morta.

In una lettera sua madre parla in maniera molto amorevole di Nick, e lo chiama il lupacchiotto che scorrazzava sempre intorno a Markus. Nick e Cirilla avevano circa dodici anni di differenza, quando sua madre lo aveva visto per la prima volta, Nick doveva averne appena dieci, doveva essere un amore da vedere.

In un messaggio, quando avevano iniziato a fare sul serio, Markus le racconta come sarebbe stata la loro vita assieme, come Nick sarebbe diventato generale seguendo le sue orme e il bambino che avrebbero avuto, sarebbe stato amato sempre.

Sua madre scherzava sempre che avrebbe avuto una femmina perché tutta la loro bellezza non poteva andare sprecata e che se l'avessero avuta, si sarebbe chiamata Cirilla che veniva dal greco e voleva dire Lady. Allora suo padre rispondeva che Cirilla non era un nome da dare ad una fanciulla poiché era stato pensato solo al maschile e in origine doveva significare Signore.

Cirilla pensò che un nome migliore non potevano trovarlo poiché era la cosa più lontana da una signorina che esistesse.

"Mia dolce Alexandra," suo padre la chiamava sempre così sin da principio. È stato un gesto dettato dalla vostra mancanza di attenzioni nei miei confronti. Mi state facendo impazzire. Vi penso ogni momento della mia giornata, non riesco a togliermi dalla testa qui vostri occhi azzurri. Li vedo nel cielo, nell'acqua, sento il vostro profumo ovunque mi giri. Sono consapevole di aver sbagliato, ma non chiederò scusa per essermi innamorato di voi poiché è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata e sarete mia, che lo vogliate o meno, dovessi io rincorrervi per decenni."

Cirilla cercò ma non riuscì a trovare cosa aveva fatto suo padre. L'unica cosa che riuscì a carpire fu che dopo molti mesi, quella cosa era stata sistemata e sua madre sembrava avergli aperto il proprio cuore e si erano baciati sul lungo ponte di Mane, dove suo padre aveva fatto poi mettere la panchina. A quanto pareva sua madre ci andava a leggere anche prima che si sposassero, era lì che Markus le dava il tormento. Gli unici momenti dove poteva importunarla senza essere disturbato.

Sua madre ci ritornava sempre anche se sapeva di trovarlo lì.

Che nel profondo lo sapesse di non aver scampo?

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