Nel cimitero, se i vasi delle lapidi sono sempre pieni di fiori, è solo merito di Vivielle. Una mattina d'inverno, ignorata dagli sguardi altrui mentre posa un crisantemo su una lapide, finisce per essere catturata dalla figura di un uomo. Uno sconosciuto dal viso di ghiaccio e dagli occhi di pietra, difronte a una lapide senza scritte e, forse, senza un corpo sotto di essa. E da quel momento, ogni incontro diviene un modo per conoscere colui che pare essere stato forgiato dalle mani e dal pianto della Morte, con la stessa avidità e irruenza dell'amore che questa ricerca. Per Vivielle, non ci sarebbe stato alcun fiore in grado di placare la furia di quell'inevitabile attrazione, che fosse nella vita o nella morte. Immagine copertina di Anne Magill
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