harry: piccola
mi sedetti da dove ero distesa sul divano e presi il mio telefono, vedendo instantaneamente un messaggio da harry.
io: che cosa?
harry: dove sei?
harry: :(
io: casa?
harry: e dove dovresti essere?
io: non lo so...
harry: ugh
harry: sono all'aeroporto adesso è te non sei qui
harry: dovevi venire a prendermi
io: beh tu non mi hai dato un'ora per essere all'aeroporto.
harry: oh
harry: scusa
harry: ho dimenticato di dirti quando sarei atterrato
harry: ma hai ancora intenzione di venire a prendermi?
io: si
harry: okay
harry: bene
harry: grazie
harry: quanto lontana vivi dall'aeroporto?
io: circa dieci minuti
harry: bene allora sbrigati
harry: le persone continuano a fissarmi
harry: forse perché vomito sta impazzendo nella sua gabbia e soffia a tutti quelli che camminano
harry: o forse è per la mia bellezza ;)
io: no, è definitivamente vomito
harry: ad ogni modo
harry: solo sbrigati e vieni qui
harry: non vedo l'ora di vederti
harry: scusa se ti sto distraendo
harry: quindi ti lascio andare
harry: perché non voglio messaggiarti mentre guidi
harry: non messaggiare e guida
ruotai gli occhi al suo ultimo messaggio perché piuttosto pensavo che lui pensasse che io fossi stupida o qualcosa del genere ma alla fine immagino che era solo protettivo.
mi alzai dal divano e camminai verso la porta, dove mi misi le scarpe prima di prendere le chiavi della macchina. dopo essere stata sicura di aver preso tutto quello di cui avessi bisogno, aprì la porta e la chiusi a chiave dopo di me, maledicendo mentalmente harry per avermi fatto uscire al calore.
sbloccai la macchina e entrai, mettendola in moto prima di uscire dal mio vialetto e andare sulla strada. provai a guidare sotto il limite di velocità ma mi sentivo tipo di andare all'aeroporto il più veloce possibile in modo tale che potessi vederlo.
arrivai all'aeroporto un po' più dopo dieci minuti perché avrei potuto o no essermi fermata in giro fino a qui. una volta che ebbi parcheggiato, presi il mio telefono dalla tasca e non fui sorpresa quando vidi che aveva solo ricominciato a messaggiarmi.
harry: piccola
harry: sono più di dieci minuti
harry: dove diavolo sei?
harry: scusa per averlo detto ma sono stanco e questo gatto mi sta facendo andar di matto (NB: matto si dice nuts che significa anche noccioline)
harry: ahahahaha
harry: noccioline
harry: bene scusa scusa
harry: ma dove sei?
io: sono qui.
harry: allora non ti vedo
io: sono ancora fuori nella mia macchina, imbecille.
harry: perché sei così meschina?
harry: vieni qui dentro e prendimi
harry: per favore
harry: *sorride innocentemente*
harry: ma veramente, vieni e prendimi
io: dammi un minuto
harry: dammi dammi dammi dammi
harry: tutto quel che fai è lamentarti
harry: scusa scusa
trovai me stessa a sorridere mentre lessi i messaggi prima di uscire dalla macchina e cominciare a camminare verso l'aeroporto dopo aver chiuso lo sportello.
appena entrai nella struttura, instantaneamente vidi harry seduto su una sedia. quando mi vide, la sua faccia si illuminò mentre coprì la sua bocca con la mano in attesa di smetterla di sorridere ma fallì miserabilmente e finì con il prendere la gabbia del suo gatto e il suo bagaglio, prima di correre verso di me.
"sembri anche più bella di persona, piccola" sorrise, mettendo giù la gabbia prima di abbracciarmi. "lo sei, seriamente."
"grazie ma puoi per favore lasciarmi andare?"
"perché?"
"perché le persone ci stanno fissando" dissi, allontanandolo. "e in più sto indossando una maglia che dice 'mi piacciono le tette, scusate ragazzi' e sei così permaloso e mi hai anche baciato per sbaglio quando mi hai abbracciato."
"sbaglio, giusto" sogghignò. "ma non avevo visto la tua maglietta. abbiamo bisogno di prenderti una maglia che dica 'mi piace il pene di harry, scusate'. penso che sarebbe meglio su di te."
"non l'indosserei se tu la prendessi."
ruotò gli occhi, il suo sorriso ritornò sulla sua faccia prima di spingermi gentilmente la spalla. cominciammo a camminare verso l'uscita ma lui velocemente si girò e imprecò, prima di correre indietro e prendere la gabbia e precipitarsi verso di me.
"mi stavi anche facendo dimenticare vomito, vedi cosa mi fai?" aggrottò un po' la fronte. "non so cosa farei senza vomito, lei è la mia piccola ma te sei anche la mia altra piccola."
"non sono la tua piccola."
ruotò gli occhi. "continui solo a dirtelo ma possiamo ritornare a casa tua? sono stanco e abbiamo ancora bisogno di fare il nostro pisolino."
"bene, bambinone."
"non sono un bambinone" sostenne, mentre cominciammo a camminare. "tu sei la bambinona, qui."
non lo risposi, lo spinsi solo giocosamente. mi fece un'espressione ferita ma ruotai solo i miei occhi, facendomi spingere da lui ma non m'importava. non era tutta quella forza.
camminammo fino alla mia macchina, ma ero quasi pronta a colpirlo perché non voleva smetterla di giocare con i miei capelli. continuava a dire che gli piaceva toccarli perché erano belli ma con tutta onestà, i suoi capelli erano più belli dei miei.
mi aprì anche lo sportello, che ringraziai quando si mise nel posto del passeggero.
"sei proprio un gentiluomo, harold."
"lo so" sorrise dolcemente. "ma hai seriamente preso qualcosa dal mcdonalds prima di venire qui? mi hai fatto aspettare mentre sei andata e hai preso del cibo, oh mio dio e non me ne hai preso nemmeno un po'. prenderò il resto delle tue chicken nuggets, piccola."
"vai pure"
"può averne una anche vomito?" chiese, girandosi sul sedile così che potesse guardarla attraverso la gabbia. "perché non sembra felice lì dietro."
"oh, pensavo che fosse felice" dissi. "dai al gatto il dannato pollo, harry."
"sei così meschina" disse, sorridendo. "ma mi piace."
il ritorno a casa fu niente ma tranquillo, con il suo gatto che miagolava come se stesse morendo nei sedili posteriori, e harry che mi complimentava ogni pochi minuti. io facevo solo cenni con la testa perché era così carino.
ho pensato che quando sarebbe venuto qui, le cose tra di noi sarebbero state imbarazzanti ma sorprendentemente, non lo erano. è abbastanza confortevole averlo qui ma non si stava zitto. non volevo che lo fosse ma parlava molto di più di quanto facevo io ed è male.
quando parcheggiai nel vialetto, prese velocemente tutte le sue cose così da poter entrare in casa dietro di me. agì come se fossimo attaccati ai fianchi ma ogni volta che provavo e riuscivo ad ottenere un po' di spazio tra di noi, in qualche modo riusciva ad avvicinarsi a me di nuovo.
"devo trovare la tua camera" disse appena aprì la porta. "unisciti alla ricerca."
iniziai a guardarlo in modo strano quando cominciò a correre attorno alla casa. lo seguì e andò dritto in camera mia, vedendo un piccolo regalo in una busta rosa sul mio letto. guardai in giro e senza esitare camminò verso il mio letto, ma sentii qualcuno raggiungermi da dietro e solleticarmi, così lui era praticamente steso sulla mia schiena.
"aha!"
"cosa stai facendo?" chiesi. "scendi, idiota. questo è strano."
"ho detto che ci saremmo fatti le coccole questo è come l'avevo pianificato. bene non come questo, ho sentito il bisogno di catturarti prima perché sapevo che non avresti voluto coccolarti con me."
"ti coccolo, va bene? basta che scendi giù."
"perché?"
"perché sia se sei duro o hai un sottaceto nelle tue mutande, sta premendo contro il mio sedere" dissi, cercando di spingerlo via.
"bene forse anche lui vuole coccolarti" disse, e potei anche sentire il suo sorrisetto vicino al mio collo. "mini harry è solo, piccola."
Spazio me
Il momento che tutti aspettavamo è arrivato *comincia a ballare la conga*
Domanda del giorno:
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