Monster Hunter - Cavalieri de...

By BertyStefano

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Cosa significa esser cacciatori? Sfidata dagli elementi ma protetta dalla sua innocente inesperienza, incaten... More

1) Cosa significa essere cacciatori?
2) Rosee lacrime di speranza
3) Verde minaccia marina
4) La miglior Dama del mondo
5) Rosa d'ingenuità, viola d'esperienza
6) Che la luce della speranza brilli su di te
7) Due Lagombi agli antipodi
8) Inarrestabile furia delle terre
9) Disgustosi incontri con discutibili Temnoceran
10) Casa di tutti e meta di nessuno
11) Speranza tra lettere e timbri
12) Vestito d'Arcana Rovina
13) Nekoth di Pokke
14) Svettando tra nevi, ghiacci e monti
16) Bianche apparizioni
17) Leggendo e guardando
18) Ritorno alle basi
19) Capobranco dalla bianca criniera
20) Cavalier del Nord
21) Presagi di bufera
22) Melodia di mille tempeste
23) La furia dei venti contro la fragilità d'un fulmine
24) Due luci spente tra la neve
25) Verità
26) Artefice del proprio destino
27) Nuove frontiere
28) Rosso guardiano della foresta
29) Sfida nella nebbia
30) Ride bene chi muore ultimo
31) Un travagliato, ma dolce, ritorno
32) I silenziosi passi del gigante
33) Comandanti dalle zanne innevate
34) Rosse tracce del vero Re
35) Una lunga mattinata per scoccare una freccia
36) Fiamme d'arcere
37) Legami destinati a durare
38) Nessun cacciatore viene abbandonato
39) Opera dell'invisibil nessuno
40) Come prova di sé stessa
41) Un riconoscimento da cacciatore a cacciatrice
42) Stessi luoghi per simili motivi
43) Saranno buoni alla brace?
44) Discorsi sotto il cielo notturno
45) Devo farmi addentare da una volpe?
46) Un chiarimento e qualcosa di più
47) Classica mattinata di sventura
48) Cacciatrice contro Cavaliere
49) Cuccioli della bufera
50) Non deve finire così, non per forza
50.5) Ringraziamenti e sequel...sequel?
50.5.2) Sequel

15) Tra ghiaccio, neve e sangue

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By BertyStefano

"Posso farcela, Nekoth crede in me e non sarà un Kulu-Ya-Ku a fermarmi" si ripeté Natalie stringendo il fioretto
"Giadrome" corresse Alexander prima di seguire un sentiero coperto da alcuni massi
Salendo la stretta stradina scoscesa, i due giunsero fino ad un piccolo spiazzo racchiuso tra basse pareti rocciose dove una grande tenda gialla giaceva nascosta dalle fronde dei pini.
Prendendo due lembi del telo, Alexander ci fissò dei pali di legno, alzandoli e creando così un tettoia per l'entrata della tenda.
"Campobase?" domandò la giovane
"Campobase delle Montagne Nevose, principale area di caccia della Giurisdizione di Pokke" ripeté lui prima di riporre il fucile da caccia a terra "Natalie, è forse giunto il momento di scambiare due parole" disse appoggiandosi ad uno dei sostegni della tenda
"Ditemi pure. Dopo che mi avete accettata come allieva e come convivente, ascoltare è il minimo che possa fare"
"Appunto di questo volevo parlarti; sarò sincero" cominciò tranquillamente ma, a sentir quelle parole, la giovane percepì un brivido scenderle lungo la schiena "ricordi l'incontro di stamattina con Nekoth?"
"Quello in cui abbiamo discusso della mia carriera?"
"Esattamente. Voglio subito mettere una cosa in chiaro, non confondere la giovialità, la pessima colazione, e i discorsi di stamattina per amor verso di te e non confondere quel che faccio per spassionata gentilezza. Addestrare qualcuno è complicato, logorante e pericoloso...ma ho accettato perché sono in debito con quella Lynian. Convincimi di aver fatto la scelta giusta"
"Io...capisco" rispose sentendosi in colpa "penso sia giusto che non vi fidiate di me dato che mi conoscete appena..." affermò con una risatina ironica che, palesemente, nascondeva dello sconforto "posso porvi qualche domanda?"
"Prego"
"Ogni quanto andremo a caccia?"
"Dipenderà dai tuoi risultati di oggi. Se ti vedo capace e veloce nell'apprendere, ogni giorno che vorrai. Se notassi, però,  delle lacune, allora vedremo di correggerle con studio o addestramento basilare"
"Studio?"
"Sì, dovrai studiare"
"Va bene" sospirò "c'è un limite di errori che posso commettere?"
"Fai tutti gli errori che vuoi. Meglio farli adesso che ci sono e posso intervenire piuttosto che un giorno in cui ti troverai sola"
"Meno male" ridacchiò rincuorata "ultima domanda. Cosa avete intenzione di fare se non raggiungessi le vostre aspettative?"
"Ne parlerò con Nekoth. La Lynian conosce la mia situazione e, se non vedessi miglioramento nel tempo, lascerò che trovi qualcuno di più adatto al tuo livello per addestrarti"
"Va bene" sospirò abbassando lo sguardo prima di rialzarlo e stringere i pugni "va bene ma non ce ne sarà bisogno. Ci metterò ogni fibra del mio corpo e tutta la mia volontà! Raggiungerò e supererò quelle aspettative!" affermò tutto d'un fiato
"Questo è lo spirito" rispose prima di scoppiare a ridere "Continua su questa strada e sorridi, la Dea della caccia veglia su di te" augurò in un totale cambio d'atteggiamento
Dandole un buffetto sulla guancia, il ragazzo si allontanò prendendo una mappa dalla cassa delle scorte e stringendo i lacci della bianca pelliccia. Indossando l'elmo dopo qualche secondo, Natalie si sforzò di sorridere seguendo il consiglio e, correndo fuori dal Campobase, raggiunse il ragazzo che apriva la strada.

Tempo di portar mano il proprio diario, aprirlo, estrarre una matita e guardarsi attorno, la ragazza rimase sbalordita e scioccata dallo spettacolo che si presentava di fronte ai suoi occhi. Mentre la pungente aria fredda le solleticava il volto ed il basso strato d'erba si piegava al passaggio del leggero vento, la giovane si voltò lentamente, osservando ogni dettaglio mentre il sole, risplendendo con tremenda forza ma scaldandola a mala pena, faceva brillare le montagne ed i pendii coperti di neve. Vedendo la sua perfetta copia sul cristallino specchio d'acqua di fronte a lei, tanto quieto da sembrare surreale, ammirò il paesaggio che sembrava sdoppiarsi ai suoi piedi.
Voltandosi, Alexander invece vide la sorpresa e lo stupore negli occhi dell'alieva che, col fiato mozzato e le labbra leggermente aperte, faceva correre rapidamente lo sguardo per osservare tutti i dettagli dello spettacolo che quelle terre, nella loro magnificenza, le presentavano con orgoglio.
Ricordando come lui stesso rimase meravigliato di fronte a quella stessa vista oramai ben conosciuta, richiuse la mappa, riponendola nelle bisacce e fermandosi a osservare il paesaggio, provando a richiamare alla memoria quelle nostalgiche sensazioni che lo avevano ammaliato anni addietro.
"È bellissimo..." affermò Natalie dopo poco
"Lo so. Per un cacciatore di Pokke questi luoghi sono una seconda casa" affermò con una nota di malinconia "ma non puoi fermarti a disegnare" sentenziò
"Cosa?"
Il veterano, in risposta, indicò il diario e la matita che stringeva nelle mani ma questa, ridacchiando, si limitò a scuotere la testa con condiscendenza.
"Non sono una novizia, so quel che faccio e sono già pronta a mappare tutte queste montagne se necessario"
Arrotolando un foglio di carta che riprese dalle bisacce, il ragazzo lo batté un paio di volte sulla sua gamba prima di raggiungere l'elmo di lei e levarglielo gentilmente. Posto l'elmo tra le sue stesse mani, la colpì col rotolo di carta mentre le lanciava uno sguardo serio e deluso.
"Sì che sei una novizia!"
"No! E perché lo avete fatto? Che è quel rotolo?"
"Prendi" disse lanciandole l'oggetto e sperando di non assistere mai più a scene simili "cerca la strada per la vetta"
Srotolandolo, Natalie osservò per qualche istante la mappa ufficiale redatta dalla Gilda che, tracciata con abilità e precisione, priva di strappi, errori o macchie d'inchiostro, andava ben oltre le sue capacità d'esploratrice. Arrossendo e abbassando lo sguardo, la cacciatrice indossò l'elmo prima di cercare con imbarazzo la strada più corta per raggiungere la cima.

Giunti a destinazione in circa mezz'ora, si trovarono ad uscire da una fredda caverna ghiacciata sbucando in un ampio spiazzo coperto da neve. Da lì si potevano vedere altre montagne in lontananza ma, mentre la cacciatrice si fermò con occhi sognanti, il cacciatore adocchiò delle stalagmiti di ghiaccio dietro le quali si accovacciò.
Estraendo un binocolo aspettò di incrociare lo sguardo con l'allieva e, alzando un pollice, le fece segno di cominciare.
"Devo...andare?" domandò vedendolo annuire "Cosa? Voi non venite? Non dovreste farmi...da...mentore?" chiese con tono scemante mentre, con un dito di fronte alle labbra, lui l'esortava a stare in silenzio
In risposta alle sue parole e al suo alto tono, acuti e striduli versi gutturali rimbombarono per il luogo. Alzandosi da quelli che sembravano cumuli di neve, dei Giaprey, piccole bestiole bianche con striature grigie e piccole creste azzurre, cominciarono ad avvicinarsi e a lanciare flebili versi di sfida.
Andando in panico di fronte agli animali mai incontrati, la ragazza sfoderò la spada e, saltando in avanti, tirò un disperato fendente contro la sconosciuta bestia più vicina a lei. Questa, però, saltò all'indietro per poi saltare di lato. Vedendo la giovane caricarla, il Giaprey si voltò correndo in un punto isolato e chiudendo una sottospecie di linea che i restanti Giaprey avevano formato.
"Mi stai prendendo in giro?" domandò impettita
Correndo contro la bestiola per chiudere le distanze, Natalie sentì un'improvvisa fitta fredda sul fianco, ora ricoperto da un sottile strato di ghiaccio. Guardandosi attorno notò come tutte le bestiole si erano avvicinate eccetto per quella che la stava distraendo. Con un salto all'indietro si voltò di scatto, lanciando un fendente ad una delle bestiole che rimase ustionata dalla fiammata scaturita dal fioretto.
Sentendo una seconda fitta ghiacciata sul braccio, vide anche questo congelato prima di spostare il suo sguardo su di un terzo Giaprey che sembrava star soffocando. Senza preavviso questo allungò il collo nella sua direzione, aprendo le fauci e lanciandole una piccola palla di liquame bianco che, prontamente, schivò lasciando che colpisse l'esemplare alle sue spalle. Il liquame ghiacciò istantaneamente addosso al Giaprey colpito ma questo, abituato alle frigide temperature, ignorò il colpo per lanciarsi contro di lei e provare ad azzannarla.
In quel momento, però vide il primo esemplare che aveva adocchiato fare un saltello all'indietro e poi, facendo pressione sulle zampe, lanciarsi contro di lei. Schivando entrambi gli attacchi con una capriola si voltò verso la bestia che ora stava alle sue spalle, tirando un ampio fendente che affondò tra le sue carni dopo aver anche sfiorato il becco di un ulteriore animale ma, mentre era impegnata, il resto del branco cominciò a fare lo stesso. Prima colpendole la spalla e poi buttandola a terra, altre due bestie la colpirono prima che le restanti corressero all'assalto.
"Pensa in fretta!" sentì urlare
Agitando la spada per proteggersi dalle fameliche bestiole, la cacciatrice affondò un braccio sotto la neve e, mentre sentiva delle fini zanne perforarle la gamba, lo alzò di scatto lanciando in aria una piccola coltre bianca . Scattando in piedi e correndo alla cieca mentre non era vista, strinse i denti mentre la fitta di dolore si diramava dalla gamba al resto del corpo. Andando a sbattere contro qualcosa, però, ricadde all'indietro finendo nuovamente a terra.
"Male, male, male" farfugliò
Riaprendo gli occhi, Natalie rimase momentaneamente scioccata osservando l'ostacolo in questione. Troneggiando sulla sua piccola figura, un gigantesco Giaprey dalla mastodontica cresta azzurra, dal becco marchiato di rosso sotto agli occhi e dai lunghi artigli azzurri, tranquillamente, aveva abbassato il muso per osservarla con torpidi occhi gialli.
Rialzandosi di scatto mentre la bestia fece un salto all'indietro, lo vide alzare il becco al cielo, lanciando uno stridulo richiamo gutturale che riecheggiò tra le nevi e, immediatamente, altri piccoli Giaprey lo raggiunsero accerchiando entrambi.
"Gia-Giadrome?" si domandò retorica
Con un rapido passo all'indietro la bestia si lanciò in aria atterrando di fianco a lei, voltandosi e provando ad azzannarla, mostrandole da vicino i seghettati denti simili ad aghi che decoravano lo stretto becco. Colpendolo sul muso con lo scudo, la cacciatrice gli tirò un veloce fendente al collo prima che, colpendola alle spalle, un Giaprey la buttasse a terra per poi riprendere le distanze.
Parando un colpo d'artigli con lo scudo, affondò il fioretto nel petto del capobranco che indietreggiò non appena vide la fiammata proveniente dalla lama. Caricandolo nuovamente gli corse incontro lanciando fendenti all'aria che, solo sporadicamente, vide andare a segno aprendo tagli superficiali.
Fendente dopo fendente, salto dopo salto, portandolo fino al precipizio, la ragazza si fermò mentre, abbassandosi, il predatore le lanciava sottili versi come se volesse intimorirla. Stringendo la spada, Natalie si lanciò alla carica contro il Giadrome che, però, saltò passandole sopra la testa, costringendola a fermarsi per non cadere lungo il versante della montagna. In quel momento la giovane sentì una fitta ghiacciata sulla schiena, poi un'altra e un'altra ancora mentre il liquame lanciato delle bestie raggruppate alle sue spalle congelava sul suo busto e sulle sue gambe.

Lasciandosi cadere in ginocchio, abbassò le braccia lasciando cadere il verde fioretto sulla bianca neve e, guardando verso le bestie, osservò il Giadrome avvicinarsi con furtivi passi e con un movimento serpeggiante. Dopo qualche secondo e fatto un passo indietro, la Viverna si diede lo slancio balzando nella sua direzione ma, riprendendo la spada in mano, rinvigorita da una scarica di adrenalina, la ragazza rotolò di lato ponendo fine all'improvvisata farsa.
Rialzandosi strinse un pugno tirandolo sul muso della bestia che non aveva ancora compreso la situazione. Seguendo con un fendente ed un colpo di scudo, la cacciatrice si strinse al suo collo e, mentre il Giadrome si dimenava, Natalie puntò il fioretto all'esile busto, affondandolo tra le carni con tutta la sua forza e sentendo anche il chiaro rumore di qualche costola rompersi.
La Viverna capobranco smise di muoversi dopo istanti di irrequietezza, rilasciando deboli e soffocati versi prima di cedere sotto il proprio stesso peso, cappottandosi contro la ragazza che cadde a terra con lui.
Sotto i suoi occhi, i Giaprey rimasero immobili per alcuni istanti prima di disperdersi correndo in tutte le direzioni, provando ad allontanarsi da lei, dopo aver concepito quello a cui avevano assistito.
"Ho...ho vinto?" si domandò tra sé e sé
"Non hai vinto" corresse Alexander che, pian piano, l'aveva raggiunta "Hai ucciso un Giadrome per poi rimanere bloccata sotto la sua carcassa. Se arrivasse un Tigrex saresti morta"
"Però ho vinto"
"Non è quello il punto"
"Non l'avete negato..." considerò "quindi ho vinto!" esultò
Accettando un aiuto per rialzarsi e per levarsi le croste di ghiaccio di dosso, Natalie osservò il cadavere della Viverna Uccelliforme, concedendosi qualche istante per guardarsi attorno prima di chinarsi.
Con calma passò la mano lungo le bianche e grigie scaglie, arrivando poi al liscio becco leggermente incrostato di ghiaccio a livello delle zanne. Sfoderando il coltello da scalco osservò Alexander che, con un cenno del capo, le fece segno di procedere.
Affondando la piccola ma affilata lama nello scalpo, Natalie rimosse la celeste cresta simbolo del suo potere. Passando le dita sulle piccole zampe tagliò con precisione i due artigli più grandi che subito ripose nelle bisacce. Col piatto della lama, infine, passò le scaglie controcorrente facendone saltare alcune che recuperò e che ripose col resto del suo umile ma significativo guadagno.
"Natalie, permetti due domande?" esordì il mentore
"Certamente..."
"Come mai ti sei guardata intorno prima di cominciare a scalcare?"
"Per...per vedere se ci potevano essere altre minacce. Per favore non ridete" rispose imbarazzata "non è che abbia paura!" si discolpò
"Va benissimo" ridacchiò lui "è quel che volevo sentirmi dire, ottima risposta"
"Davvero?"
"Davvero. Seconda domanda, come ci si sente ad aver completato il tuo primo contratto in solitaria?"
"Come fate a sapere che è il mio primo contratto da sola?" domandò sospettosa
Mentre lo vedeva sorridere con fare furbo, Natalie realizzò l'importanza di quelle parole e, assalita dalla crescente euforia, cominciò a saltellare sul posto alzando le braccia al cielo e fecendosi cadere il cappuccio dalla nuca, lanciando un urlo di gioia e lasciando che rimbombasse tra le Montagne Nevose perché tutti potessero sentirlo.
Scuotendo il capo e sospirando mentre si permetteva un sorrisetto soddisfatto, Alexander legò le zampe del Giadrome per poterlo riportare fino al Campobase. Spostando lo sguardo sulla ragazza oramai inebriata da quel sentimento, ricordò per qualche instante le sue prime battute di caccia in compagnia altrui, l'euforia, la gioia, l'orgoglio, il vanto, le risate e le battutacce scontate che piovevano mentre si curavano vicendevolmente le ferite.
"Natalie" la chiamò e questa smise di saltare "a casa parleremo dei dettagli prima che ti rifaccia la tinta" annunciò per poi poggiarle una mano sulla nuca "ottimo lavoro" si complimentò scompigliandole gli sbiaditi capelli e rialzandole il cappuccio "ho ancora alcune riserve ma mi stai dimostrando di aver fatto la scelta giusta..."

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