49) Cuccioli della bufera

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Scendendo con passi controllati dalla vetta della montagna, seguendo l'innevato sentiero, Natalie si sfregava le mani, scaldandosele e concedendosi quella unica distrazione prima di fermarsi. Chinandosi a terra all'entrata della zona dove, più volte, aveva visto i resti di un vecchio Campobase in quota, ammirò il Barioth, ancora sporco del sangue della preda, guardarsi attorno freneticamente, come se dovesse analizzare ogni centimetro del luogo.
Colpendo le pareti per discostare ghiaccio, spostando neve con ampie ventagliate delle ali e scavando col muso per poi, ogni volta, riemergere con un animale congelato tra le zanne, la Viverna non considerò la presenza della cacciatrice.
"Cosa stai cercando?" domandò retoricamente sottovoce
Osservandolo ripetere i gesti ancora e ancora, come se dovesse sondare l'intera area, la cacciatrice prese un lungo ma velato sospirò, dandosi forza e cominciando a muoversi attorno alla bestia. Vedendolo distratto, allungò la mano nella scarsella, recuperando una cote e, mirando ad una roccia sporgente dalla neve, la lanciò con sicurezza.
Stringendo la lama, pronta ad attaccare, Natalie saltò in piedi muovendo il primo passo secondi prima che la pietra si scontrasse con la roccia, distraendo l'animale e dandole un'apertura. Bloccandosi sul posto, però, vide il Barioth voltarsi nella sua direzione, ignorando il colpo che risuonò nel tombale silenzio e facendole capire che, la sua presenza, non fosse un mistero per nessuno.
Saltando del posto contro la parete, la bestia si lanciò contro la cacciatrice che, saltando di lato, schivò il colpo, rialzando la guardia appena in tempo per vedere l'avversario ruotare sul posto e, nuovamente, caricarla.
Vedendolo bloccarsi saltò nella sua direzione, slittando tra le zampe prima che questo si fermasse e, con un salto, tirare un colpo di frusta con la coda biforcuta nella sua direzione.
Affondando il fioretto nel bianco ventre e ruotandolo nelle carni, sentì il sangue bruciare e il taglio cauterizzarsi, tirandolo poi lungo il fianco e spostandosi sotto l'ampia zampa.
Allontanandosi con un colpo d'ali e saltando di lato, la bestia aggirò la ragazza; saltando e tenendosi in volo con pesanti battiti mentre condensava fumo bianco tra le zanne, lanciando poi un alito di ghiaccio a terra.
Vedendo il colpo aprirsi con un'esplosione in un turbine, Natalie corse di lato rinfoderando l'arma, schivando il colpo ed anche il successivo, alito dopo alito prima che, con un colpo d'ali, il Barioth non le si lanciasse contro.
Atterrando con le picche e ruotando sul posto, la Viverna colpì la ragazza lanciandola di lato e riprendendo fiato, aspettando che si rialzasse.
Scuotendo il capo ed assaporando un rigolo di sangue che le correva da fronte a labbra, Natalie si assicurò di star stringendo l'arma prima di alzare il busto e vedere l'animale che, di fretta, le si era lanciato contro, sorvolando la sua figura e riatterrando alle sue spalle mentre lei, rotolando di lato, era riuscita a rimettersi in piedi.
Vedendola muoversi nuovamente, continuando nel tentativo di abbatterlo, il Barioth impuntò le zampe, alzò il collo e lanciò un profondo ruggito al cielo che, smuovendo neve e ghiaccio con un'onda d'urto, costrinse la giovane a bloccarsi per coprirsi le orecchie. Abbassando il muso e ringhiando nella sua direzione, lanciò un secondo ruggito, più controllato e diretto a lei nello specifico prima di lanciarsi verso l'alto e, con pesanti colpi, prende il volo.

Rinfoderando il fioretto e prendendo un lungo respiro, Natalie si lasciò cadere a terra, portandosi una mano al petto per sentire il proprio cuore battere guidato dall'adrenalina. Calmatasi momenti dopo mentre ripensava a quel verso che sembrava più una minaccia che un generico ruggito, bevve sia una Pozione curativa che una Bevanda Calda per resistere alle basse temperature, sentendo il calore dello speziato sapore avvolgerla e, in aggiunta, addentando un pezzo del piccantissimo cioccolato. Osservando la sua arma, prese poi una cote passandola lungo la fine lama del fioretto, ridandole sommariamente il filo perso e scrostando il sangue bruciato dai pochi ma profondi colpi.
"Puoi farcela..." farfugliò lentamente
Rialzandosi e sfondando il coltello da scalco, osservò l'arancione lama proveniente da quella stessa bestia che l'aveva combattuta fino a quel momento. Promettendosi che non avrebbe deluso né sé stessa, né Alexander, rinfoderò l'arma sentendo poi un pesante rumore di passi alle sue spalle.
Voltandosi troppo tardi, venne sopraffatta da una goffa figura che, saltandole addosso, la buttò a terra, facendola affondare tra il freddo strato di neve ed un morbidissimo e caldissimo strato di pelliccia bianca.
Provando a dimenarsi, ammirò due languidi occhi azzurri, al di sopra due piccole zannette sbiadite, a coronare un tondeggiante muso da cui spuntavano nere orecchie appuntite e piccole, delineate narici del medesimo colore.
La figura, senza preavviso, venne buttata di lato quando una seconda le si lanciò contro ed una terza, giungendo dal nulla, non le saltasse addosso prendendo il posto della precedente, addentandole lo spallaccio per un paio di volte prima di guardarla, inclinare con curiosità il muso, starnutire dolcemente e tornare all'attacco.
Allungando lentamente la mano, Natalie affondò le dita nello spesso strato di pelliccia sul collo della piccola Viverna, arrivando infine a toccare la pelle sottostante ed attirando la sua attenzione.
"Ma siete bellissimi!" andò in visibilio abbracciando la morbida zavorra che, in risposta, si lasciò cadere a peso morto su di lei, leccandole la faccia "Smettila stupido!" rise allontanandolo
Starnutendo, però, attirò gli altri due piccoli che subito corsero all'attacco, raggiungendolo, scivolando sul ghiaccio e cappottandosi con acuti versi sotto lo sguardo della cacciatrice che si stava rialzando.
Osservando i tre cuccioli di Barioth giocare, lanciando teneri ruggiti, saltando per la zona ed ogni tanto starnutendo quando il loro muso finiva nella neve, Natalie sentì quella che poté definire solo come una materna fitta al cuore, allungando istintivamente una mano che, poi, ritrasse.
Al veder del gesto, però, i tre Barioth si voltarono, correndo nella sua direzione e, raggiunte le sue gambe, sedendosi impazientemente e tremanti d'anticipazione come se stessero aspettando qualcosa, avanzando ogni tanto con piccoli ed entusiasti passi ma senza mai rialzarsi. Non appena la ragazza poggiò la mano sul muso di uno di questi, strofinando la corta pelliccia, gli altri due cominciarono a strusciarsi contro di lei, lasciando leggeri graffi sul metallo laddove passavano le nere picche con cui si ancoravano sul ghiaccio.
Un profondo ruggito cavernoso attirò dal nulla l'attenzione della ragazza che ancora stava organizzando i suoi pensieri, facendole lanciare uno squittio di panico e rompendo la dolce scena. Scattando verso i resti del vecchio Campobase per trovare riparo, però, venne nuovamente placcata da una delle bestiole che la bloccò nel manto nevoso.
Alle loro spalle, istanti dopo, atterrò con un brusco boato il Barioth che fino a quel momento aveva combattuto, affondando artigli e le restanti picche nel ghiaccio per poi saltare nella loro direzione con una brutale carica ma, di colpo, fermandosi a pochi passi da lei. Osservando la bestia ringhiare mentre un denso fumo bianco si generava tra i piccoli denti mentre gli azzurri occhi restavano fissi sulla sua figura, Natalie si sentì congelata dalla paura finché, con l'arancione zanna a pochi centimetri dal suo viso, prese uno dei cuccioli per la collottola.
Spostando il piccolo Barioth, l'adulto lo poggiò sotto la propria ala ma, tempo di raggiungere il secondo, questo scattò per saltarle nuovamente addosso. Ripetendo la scena per ognuno dei cuccioli, l'animale lanciò un cavernoso ruggito verso il cielo, smuovendo neve e facendo rabbrividire la giovane prima di sedersi elegantemente, con busto e collo alto, a controllare i quattro.
"Cercavi...i tuoi cuccioli?" domandò terrorizzata come se potesse capirla "Mi-Mi stavi dicendo di...di non interromperti? Non-Non so come sia successo, davvero!" si scusò
Alzando le braccia per discolparsi, la ragazza venne nuovamente placcata da uno dei cuccioli mentre gli altri due giocavano attorno a loro, distraendola dalla preoccupazione che le dava l'adulto.
Affondando una mano nella pelliccia della sua morbida zavorra, infine, si arrese al suo istinto materno, coccolandolo e scaldandosi mentre pensava a come risolvere l'alquanto discutibile situazione.

Giungendo minuti dopo in risposta al ruggito, una seconda Barioth atterrò slittando lungo il versante della montagna, raggiungendo il primo ed affiancandolo con un fluido movimento senza che questo, statuario, si spostasse. Girandogli attorno e strusciando i loro musi con fare quasi rassicurante, vagò poi attorno alla cacciatrice e ai cuccioli. Intenta a pensare ancor di più mentre il suo cuore batteva dal panico che non voleva lasciar trasparire, la ragazza osservò la bianca bestia che sfoggiava vecchie ferite oramai rimarginate e antichi graffi lungo le lisce corazze, notando poi i canonici denti che si rivelarono più corti, spessi ed arrotondati.
"Bu-Buongiorno signora" esordì concependo i ruoli degli adulti
Mentre abbassava la mano dal pelo del cucciolo, la Viverna ruggì a pochi centimetri da loro, facendole lanciare uno squittio di terrore e facendo accucciare i piccoli che si abbassarono a terra. Prendendone uno per la collottola, poi, osservò il maschio che non si mosse, aprendo le ali ed alzandosi col cucciolo tra le fauci. Appena gli altri due notarono che la madre lasciar la zona, ripresero a giocare addentandole l'armatura e saltandole addosso, senza realizzare di apparirle più comici che pericolosi.
Costretta a pensare velocemente, non sapendo cosa sarebbe poi accaduto, Natalie richiamò alla memoria tutto quel che aveva imparato, prendendo un lungo respiro ed analizzando la situazione, pensando a lei, al suo contratto, al suo mentore, al Barioth, ai cuccioli e alla morale delle sue azioni.
Atterrandole nuovamente di fianco, interrompendo i suoi ragionamenti edalzando ghiaccio e neve mentre accorciava il tempo a sua disposizione, la femmina ricomparve prima di scrollarsi pelo e corazze, camminandole attorno, raggiungendo il maschio, strusciandosi nuovamente contro il suo muso e, infine, addentando con delicatezza la collottola del secondo cucciolo.
Rialzatasi in volo, Natalie si tirò indietro con le braccia, riuscendo a liberarsi dalla presa del terzo, provando a sedersi ma sentendo il cuore smettere di batterle in petto quando trovò il muso del cucciolo a poche spanne dal suo naso. Mentre la piccola figura pelosa, ignara della situazione, le leccò la faccia per poi strusciarsi addosso a lei, il Barioth si era alzato, avvicinandosi fino a sovrastare entrambi col compatto muso e l'ampia zanna a sciabola.
Intuendo che l'adulto fosse limitato fintanto che il piccolo le era addosso, la cacciatrice alzò una mano lentamente, sentendo la bestia ringhiare ad ogni singolo, lento movimento. Appoggiandola delicatamente sul piatto naso chiudendo gli occhi, sentì la rabbia della viverna placarsi momentaneamente, nutrendo la sua curiosità con quell'insolito gesto.
"So-So che forse non mi capisci ma-ma spero che il mio rispetto...che almeno quello ti raggiunga. Sei...oltre le mie capacità..." ammise realizzando che la bestia non si fosse mai concentrata, pienamente, su di lei "e-e non pensavamo fossi aggressivo per...per proteggere i tuoi cuccioli" balbettò sperando che non fossero le sue ultime parole "Prendi il tuo cucciolo e-e vi lasceremo vivere tranquilli. Non-Non ha senso per-per me distruggere una...una famiglia" supplicò terrorizzata"Davvero...credimi..."

Percependo il muso della Viverna scorrere sul suo palmo mentre ancora non osava aprire gli occhi, Natalie sentì un delicato rumore di fauci chiudersi, seguito dagli striduli ed acuti versi del piccolo che cominciava a lanciare innocue zampate in aria mentre il suo peso lasciava le sue gambe. Non appena una forte folata di vento la sospinse indietro e il cucciolo smise di bloccarla, la cacciatrice alzò lo guardò verso il cielo, ammirando le due bianche figure prendere il volo.
Con uno scatto e senza neanche sprecare un secondo a pensare, la ragazza si voltò di puro istinto, alzandosi e correndo lungo la strada ghiacciata, lungo i sentieri innevati e lungo i bianchi versanti percorsi decine di volte, correndo oltre le sue possibilità per mantenere la promessa appena fatta e per non doversi nuovamente scontrare con la bestia, soprattutto ora che, ai suoi occhi, c'erano quattro ulteriori motivi per farla vivere.
Giunta al Campobase dove si lasciò cadere prima a terra e poi sul letto, Natalie sentì l'ansia, la tensione, la paura ed anche la tenerezza provate fino a quel momento riversarsi come una cascata di emozioni, facendola scoppiare a ridere sguaiatamente. Rannicchiandosi sulle ruvide coperte, raggiunse il pacco di cioccolatini, provando ad aprirlo con mani tremanti ma finendo per strappare il tessuto quando, lentamente, prese un dolce e speziato morso. Pensando sia al terrore che all'imperdonabile gesto che avrebbe potuto compiere, lasciò che le risate si trasformassero in ansia, poi in preoccupazione, poi in arrendevolezza e, infine, in un breve ed intenso, ma positivo, pianto liberatorio non sapendo come avrebbe potuto raccontare la cosa...

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