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| Corri! |
―Visioni?― chiesi stranita, sembrava che il ragazzo si trovasse nella mia stessa situazione.
―Si, no sono sicuro se sono future o ricordi del passato... ma tu sei lì― disse annuendo.
―E... e che faccio?― chiesi giocando con le mie dita.
―Beh, siamo insieme... in una specie di laboratorio, e sentiamo la voce di una donna. Ripete sempre la stessa frase.
―C.A.T.T.I.V.O è buono― dissi guardandolo negli occhi.
―Esatto― rispose sorpreso.
―Anche io ti ho visto nelle mie visioni, a te e un'altra ragazza― dissi pensierosa.
―Aspetta, che aspetto aveva la ragazza?― chiese serio.
―Della mia età, più o meno, con i capelli scuri e gli occhi azzurri― dissi, sforzandomi di ricordare.
―C'è anche nei miei sogni. Mi dice continuamente che tutto sta per cambiare, è insieme a me in quel laboratorio. E ci sei anche tu.
―Caspio...― risposi confusa.
―Come...? Come posso sognarti se non ti rocrdo?― chiese accigliandosi.
―Mi chiedo la stessa cosa. Credo che siano ricordi, Thomas. Ma per me è più complicato― dissi negando.
―Che cosa?― chiese senza capire.
―Tu... mi facevi svenire, per potermi parlare― detto in quel modo sembrava una pazzia.
―Come?― non capiva.
―Dico sul serio, mi faceva così male la testa da svenire. E poi sei apparso tu, come se fosse un messaggio registrato. Come una chiamata. Mi hai detto come uscire di qui, hai detto che mi conoscevi. E che non c'era più tempo... sembrava che stessi facendo qualcosa di vietato. Magari è per questo che sei qui, questo posto è una specie di castigo...― dissi cercando di usare la logica.
―Ma come ho potuto farti venire?― chiese accigliandosi.
―Non ne sono sicura, ma credo che i Creatori possano controllarci. Ci osservano, possono manipolarci― dissi pensando a Rob, i Creatori parlavano con lui, entravano nella sua mente, prendendone il controllo... che altra spiegazione c'era a parte quella?
―Che ansia― disse guardando il nulla.
―Puoi dirlo forte― feci lo stesso.
―Allora, dici che ci conoscevamo da prima del Labirinto e che ti parlavo per farvi uscire da qui?
―Si, e credo che tu sia qui perché ti hanno beccato mentre lo facevi― dissi guardandolo.
―Beh... ha senso― disse annuendo. E quella era l'unica cosa che volevo, che le cose avessero un senso.
―È molto str...― dissi girando la testa verso sinistra.
―Moltro str?― chiese sorridendo.
―Zitto― dissi alzandomi.
―Che...? Che succede?― chiese alzandosi pure lui.
―Non siamo soli― dissi guardando tra gli alberi. Socchiusi gli occhi e mi concentrai di più. Il busto uscì dal suo nascondiglio.
―Ben?― chiese Thomas.
―L'hanno punto― dissi osservando il viso del Velocista. I suoi occhi ignettati di sangue mi provocarono un brivido.
D'un tratto un'altra persona uscì da dietro un altro albero... era Scott. Entrambi respiravano agitatamente.
―Ma che diavolo...?― chiese Thomas.
―Corri― dissi facendo un passo indietro.
―Cosa?― chiese confuso.
―Corri!― ripetei cominciando a correré.
―Caspio!― disse seguendomi. Girai la testa e vidi come ci seguivano, come se avessero voglia di... ucciderci. Sembravano animali.
―Dobbiamo uscire di qui!― dissi salendo una piccola collina.
―Me ne sono accorto!― rispose il moro con ironia.
Corremo per il bosco senza guardarci indietro, Ben seguiva Thomas mentre Scott mi rincorreva. Un ramo mi apparve davanti, facendomi cadere.
―Mack!― gridò Thomas fermandosi. Ben gli saltò addosso ed entrambi caddero, mentre loro si spingevano io cercavo di spostare Scott da sopra di me.
―Andiamo, Scott, svegliati!― dissi, cercando di allontanarmi dalla sua presa. Uscì un coltello dalla cintura, e lo prese, pronto a spingermelo nel petto con forza. Alzai la gamba, dandogli un calcio nel ginocchio, il ragazzo cadde e io me ne andai correndo.
―Thomas!― gridai guardando il moro.
Prese un pietra e diede un colpo in testa a Ben, ritornando nuovamente a correre. Arrivammo all'uscita del bosco, le gambe mi facevano male e i piedi mi bruciavano per la stanchezza. I malati sembravano avere il vantaggio su di noi, mentre correvamo senza fermarci.
―Aiuto!― gridò Thomas.
―Aiuto!― dissi, cominciando a vedere la Radura.
―Eh! Aiuto!― disse Thomas agitando le braccia disperato, vidi come i radurai ascoltavano le nostre grida e si avvicinavano velocemente. Subito dopo, come se si fossero messi d'accordo, i due ragazzi ci si buttarono di sopra, facendoci cadere per terra.
―AAAAHH!― gridai sentendo come il coltello di Scott mi graffiava.
―Lasciala stare, testa di caspio!― girdò Newt colpendo Scott in testa con una pala.
Gally tolse lo strumento dalle mani di Newt e colpì Ben prima che potesse fare del male a Thomas. Entrambi, insieme ad altri ragazzi, immobilizzarono i due malati mentre si muovevano.
―Stai bene, Mack?― mi chiese Frypan allungando una mano.
―Si...― risposi alzandomi lentamente.
―Ben, che caspio ti succede?― chiese Gally, facendo forza.
―Lasciatemi! Sono stati loro! Loro ci hanno fatto questo!― disse con voce roca e il respiro agitato.
―Li abbiamo visti!― disse Scott guardandomi―. Ti ucciderò!
―Che è successo?― chiese Alby guardandomi.
―No... non lo so, ci hanno attaccato― dissi senza capirci niente, volevano ucciderci. Perché?
Lo sguardo di Alby si fermò su Ben.
―No, no, no, no... no, per favore― disse Ben.
―Alzategli la maglietta― disse Alby. Gally lo fece e alzò la maglietta di Ben―. È stato punto.
―In pieno giorno?― chiese Gally.
―Portateli in Gattabuia― disse Alby―. E dategli il siero.
I ragazzi alzarono ai due e li portarono via, eseguendo gli ordini di Alby. Guardai Thomas e lui a me. Eravamo entrambi esausti.
―Stai bene?― chiese Newt guardandomi preoccupato. Ero ancora arrabbiat con lui, ma non sopportavo più il dolore. Mi tolsi la mano dal fianco, mostrando il taglio che Scott mi aveva provocato.
―Caspio...― disse guardando la mia mano piena di sangue―. Andiamo in infermeria.
Come aveva detto il biondo, ci dirigemmo in infermeria. Mi sedetti su un lettino mentre lui prendeva tutto il necessario, lo posò sopra il tavolo e si sedette accanto a me sullo scomodo materasso.
―Va bene, sdraiati, sarà più facile― disse aprendo il disinfettante.
―Figlio di puttana, mi ha strappato i vestiti― dissi guardando il taglio della mia maglietta. Era sporca di sangue e me la tolsi con attenzione, rimanendo in reggiseno davanti a Newt.
―Eh...― mormorò guardandomi mentre arrossiva.
―Eh!― dissi richiamando la sua attenzione―. La ferita non sta lì su.
―Scusa― disse, spostando lo sguardo, imbarazzato. Mi sdraiai e si concentrò sul taglio che avevo sul fianco.
―Fai presto― disse, notando che ci stava mettendo tanto. Cominciò a pulire la ferita, bruciava molto. Non potei evitare di rilasciare qualche gemito di dolore di tanto in tanto.
―Che facevi nel bosco?― chiese, per parlare di qualcosa. E io non avevo voglia di rispondergli, visto che ero ancora arrabbiata. Ma qualsiasi cosa andava bene pur che mi facesse dimenticare del bruciore.
―Parlare con Thomas― risposi secca.
―Su cosa?― chiese calmo.
―Non sono affari che ti riguardano― risposi guardando il muro.
―Già... non sono affari miei se te ne sei andata nel bosco a "parlare" con Thomas dopo tutti gli sguardi che ti lancia― disse sarcastico.
―Stavo parlando con lui, e sono apparsi Ben e Scott. Ci hanno inseguito e basta― gli spiegai, ma me ne pentii subito, non gli dovevo nessuna spiegazione.
―E... sai perché?
―No, non lo so. Eh, hai finito?― chiesi cercando di guardarlo. Ma non mi mossi molto a causa della ferita.
―No, non ho finito― disse girandomi per poterlo guardare. Cosa che mi fece innervosire―. Che succede?― chiese guardandomi, con uno sguardo profondo. Quel ragazzo mi faceva sciogliere come un cioccolatino.
―Beh, sono arrabbiata con te, ecco cosa succede― dissi sedendomi sul lettino.
―Questo l'avevo capito― disse prendendo un rotolo di bende, cominciò a passarmelo intorno alla vita come un corsé―. Quello che voglio sapere è che ho fatto.
―Pensa un po'― dissi.
―Mmh... no, niente, non mi viene in mente niente― disse arriciando il naso.
Sospirai e decisi di raccontarglielo.
―Dopo aver parlato con Alby sono andata in infermeria. Sono stata ocn Minho e gli chiesi perché era così deciso nel voler uccidere lui il Dolente. Mi ha detto che ti aveva promesso che mi avrebbe protetto. Sono arrabbiata con te perché non ti fidi di me e, come sempre, non mi credi capace di farlo― dissi mettendomi la maglietta dopo che mi avesse legato il bendaggio. Mi alzai, disposta ad andarmene ma mi fermò.
―Mack, solo mi preoccupo per te― disse con un cipiglio.
―Se con preoccuparti per me intendi mandare qualcuno a fare il mio lavoro in caso mi rompi un'unghia, hai qualche problema. Newt, voglio lasciartelo chiaro, non ho bisogno la tua protezione, ne quella di nessun altro. Posso difendermi da sola, va bene? E se mi sbaglio, o mi faccio male, imparerò dai miei errori. Sono venuta qui con un compito, di questo ne sono sicura. E lo porterò a termine, che ti piaccia o no― dissi camminando verso la porta, lo guardai per l'ultima volta e me ne andai.