UMANA ∽ Ritorno sulla Terra

By AriaWriter

191K 13.1K 9.3K

Una squadra di giovani esploratori sbarca sul pianeta azzurro dopo che quest'ultimo era stato abbandonato per... More

AVVISO e BOOKTRAILER!
Umana
Prologo
1. La partenza
2. In Viaggio
3. I Titans
4. L'atterraggio
5. Le lavanderie
6. Lo sbarco
7. Alberi enormi
8. La foresta
9. Il furto delle parabole
10. La città sommersa
11. Gli Antichi
12. La battaglia
13. Summer
14. I nemici
15. Le regole del gruppo
16. Stanchezza
17. Il lago
18. I lupi
19. Pietà
20. Hans
21. Il Nuovo Potere
22. Fardelli pesanti
23. Amicizia
24. Eden
25. La mina vagante
26. Tramonto
27. La cattura
28. Prigionieri
29. Il villaggio
30. La tigre
31. In trappola
32. La storia del villaggio
33. Umanità
34. Liberazione
35. Ulrik
36. L'Anziano
37. Libertà
38. Possibilità
39. Sogno o realtà?
40. Oppio
41. Resterai?
42. Oscure presenze
43. Paura
44. Rivendicazione
45. Guarigione
47. Vita
48. Ritorno
UMANA - L'Antico Potere
Ringraziamenti
Novità, Copertine e Bollini!

46. Speranza

2.2K 179 164
By AriaWriter

Ulrik era piegato sulle ginocchia, in mezzo agli alberi, ben lontano dal recinto del villaggio.

Stava vomitando l'anima.

La schiena era scossa da incessanti conati, mentre gli occhi lacrimavano e la pelle grondava di sudore freddo.

L'avevano aperta.

Quell'immagine non se la sarebbe mai più tolta dagli occhi. Sarebbe rimasta impressa in lui, come gli era rimasto impresso il corpo sottile di Maisie, vestita di bianco, cosparso di sangue...



Il cielo cominciava a farsi meno buio, mentre oltre le montagne alcuni raggi coraggiosi facevano lentamente capolino.

Aniruddha aveva steso Eva su un lungo tavolo rivestito da un telo di cotone. Alcune aiutanti avevano iniziato a far bollire grosse pentole d'acqua, in modo da poter sterilizzare gli strumenti.

Avevano effettuato sull'Umana una rianimazione cardiopolmonare: L'Anziano si era occupato del massaggio cardiaco, mentre Hans aveva fatto da assistente alternando la sequenza delle trenta compressioni toraciche con la ventilazione bocca a bocca. Quando il cuore era tornato a battere, l'avevano attaccata a un ventilatore artificiale.

A quel punto, le era stata somministrato una massiccia dose di morfina.

Il professore aveva preso alcuni strumenti, li aveva disinfettati e consegnati all'Anziano, che nel frattempo, dopo essersi lavato le mani aveva indossato dei guanti di gomma rattoppati in più punti, per adeguarsi alla forma atipica delle sue mani.

L'Anziano aveva girato su un lato la ragazza e aveva inciso la sua pelle, nella parte superiore sinistra dell'addome, per poi divaricarla, mentre Hans drenava il sangue. Una volta isolata dai vasi, la milza era stata tagliata ed estratta con estrema cautela, per non ledere gli organi aderenti. Terminata l'estrazione, una donna del villaggio aveva richiuso l'addome con dei punti di sutura.

L'organo, nel frattempo, era stato gettato in un cestino. Era color porpora, gonfio, molle e grondante di sangue. Dopo alcune ore aveva cambiato colore, virando verso il grigio e aveva iniziato a emanare un odore acre e pungente.

Era stato uno spettacolo agghiacciante, per i giovani Titans. Shani aveva resistito, chiudendosi gli occhi, durante i punti cruciali. Ulrik, invece, era uscito quasi subito.

Nessuno l'aveva più cercato.



Il sole aveva già fatto capolino, quando la splenectomia si era conclusa. Il cielo era di un azzurro spiazzante. Nessuna nuvola in cielo, solo una leggera brezza che increspava le fronde degli alberi.

Il villaggio era in fermento. Solomon e Melchor si erano assunti l'incarico di supervisionare di persona la demolizione e ricostruzione delle capanne che erano state bruciate.

I cadaveri degli Antici erano stati dati alle fiamme, mentre i morti tra i sopravvissuti, in tutto sei persone, compreso Samuel, erano stati avvolti in bianche lenzuola e ricoperti di fiori, in attesa del rito funebre.

Di fianco alle salme molti familiari e amici stazionavano in lacrime per un estremo saluto. Sei fosse erano state scavate nella foresta. Magda avrebbe diretto la cerimonia al calar della sera, in presenza della luna e delle stelle. Infatti era tradizione sull'Arca redigere un discorso da rivolgere all'Universo, per ringraziarlo di aver donato la vita e pregarlo di prendersi cura dei cari che fossero rimasti a compiangere il defunto. Gli Arcadiani non professavano, di norma, alcuna religione. Molti di loro non credevano nemmeno nell'esistenza dell'anima, nella reincarnazione o nella vita dopo la morte. Ma tutti erano accumunati da un archetipico senso di appartenenza all'Universo: colui che li aveva salvati, accolti e ospitati per mille anni, la silenziosa e infinita oscurità che cullava le città galleggianti nello spazio, custodendo la loro esistenza, collaborando alla loro sopravvivenza.

Magda era nella sua tenda, intenta a scrivere, ogni tanto riceveva una compagna in lacrime, l'ascoltava e l'abbracciava, cercando di confortarla. La stanza profumava di oleoresine: sarebbero state bruciate per produrre incenso durante la sepoltura. Erroneamente i sopravvissuti credevano si trattasse di un rito pagano, per difendere i cadaveri dall'aggressione delle carogne. Aniruddha conosceva l'uso liturgico della sostanza, ma riteneva che la ritualità del gesto fosse essenziale per aiutare nell'elaborazione del lutto, quindi non li contraddiceva.

L'unico che non era riuscito a prender parte ai saluti era stato David. Sebbene Thea e Lea si fossero date il cambio, cercando di parlare con il compagno, di fargli le condoglianze, di farlo sfogare sulla loro spalla, l'uomo era rimasto imperturbabile.

Si era impegnato nei lavori di ricostruzione senza fermarsi un minuto. Il suo sguardo era vuoto e la sua bocca serrata. Come un automa aveva eseguito i comandi dei suoi capi: aveva eliminato le tavole bruciate, spaccato la legna, sigillato le travi, trasportato i nuovi basamenti, inchiodato le assi, rivestito la struttura.

Solo al calar del sole, quando il cielo terso si era dipinto di rosso, Ciara si era recata da lui. Il bambino, come al solito, piangeva come un dannato, sulla sua schiena, avvolto in una stretta fascia colorata. Infatti non era riuscito a sentire le sue parole, in mezzo a tutte quelle urla.

«Come hai detto?» le aveva chiesto, guardandola corrucciato.

Cosa ci avesse trovato in Ciara suo fratello, rimaneva un mistero. Era una donna sformata dalla gravidanza, col seno cadente e i fianchi larghi. I suoi capelli erano sempre unti, legati rigidamente in uno chignon sulla nuca. Gli occhi chiari erano nascosti dalle palpebre pesanti.

«Ti ha detto qualcosa di me, tuo fratello?»

La domanda lo spiazzò. Si aspettava il solito "mi dispiace", "ci mancherà", "non doveva capitare a lui", "è terribile", "fatti coraggio", "ti voleva bene" ... Mollò a terra il martello per voltarsi verso la giovane. Il bambino aveva smesso di piangere e si era assopito sulla spalla della madre, stremato dai suoi capricci.

«E cosa avrebbe dovuto dirmi?» le chiese sprezzante.

"Tu non eri la sua donna, tu eri la donna di un altro! Lo sappiamo bene entrambi!" era la frase sottintesa.

Ma Ciara non demordette. Tirò un profondo respiro e poi riprese, con i suoi occhi lacrimosi e le ciglia umide. «Aveva detto che mi voleva parlare, l'altra sera. Era importante. Io non gli ho dato corda. Oliver aveva fame e lo dovevo allattare. Io... Io speravo di parlargli al mattino. Pensavo di avere tempo, capisci? Ma doveva essere importante e quindi... Quindi io ora non... Io non saprò mai cosa avrebbe voluto dirmi.»

Non riuscì a concludere il discorso, scoppiò in lacrime, svegliando il neonato. Entrambi ora singhiozzavano senza sosta, davanti all'espressione imperscrutabile di David.

L'uomo aprì la bocca per inveirle contro, poi il suo sguardo si soffermò sulla capanna dov'era stata operata l'Umana. Là fuori, Shani e Hans attendevano di poterle fare visita. La guerriera era in ginocchio, con la testa tra le gambe, mentre il giovane di fianco a lei, le dava delle gentili pacche sulla spalla, sussurrando parole indecifrabili da quella distanza.

Umanità.

"Umanità non è solo l'insieme dei caratteri essenziali e distintivi della razza umana. È molto, molto di più. L'Umanità è un sentimento di comprensione e compassione verso l'altro, che sottende alla solidarietà reciproca. È mutuo soccorso, comprensione empatia, amore autentico."

La voce di Eva rimbombò nelle sue orecchie.

Ciara alzò lo sguardo verso di lui, incapace di comprendere quel silenzio.

"Questo avete perso, dopo la morte di Luis. L'Umanità. Non so se la mia presenza possa restituirvela."

«David... ti prego.» La donna si aggrappò alla sua maglia, richiamando la sua attenzione.

Fu tentato di allontanarla, di gettare a terra lei e quel moccioso bastardo, di urlarle contro che non voleva aver niente a che fare con loro due, che non sapeva cosa volesse dirle Samuel, ma che probabilmente era colpa del fumo, che adesso erano soli e soli se la sarebbero dovuta cavare, perché suo fratello aveva già perso abbastanza tempo dietro loro due, perché non se lo meritavano uno come lui. Samuel era una brava persona. Un po' coglione, è vero, magari non un genio. Ma una brava persona. Aveva tanti sogni e tante idee bizzarre in testa. Glieli confidava prima di andare a dormire qualche volta. Ripeteva sempre le stesse cose. Non sempre lo stava ad ascoltare.

«Ti amava molto e avrebbe voluto divenire il padre di Oliver. Si sentiva pronto, ma aveva paura che l'avresti rifiutato.» Le parole uscirono prima che potesse frenarle.

Tutto quell'odio immotivato nei confronti della donna del fratello deceduto scomparve. Il peso sul suo petto cominciò a dissolversi mentre la tristezza riempiva quel vuoto fino a farlo straripare.

Si rese conto, in quel momento, che una parte di sé se n'era andata per sempre. Che non sarebbe mai più tornata.

Accolse l'abbraccio di Ciara. Rimasero così a lungo stretti, loro tre.

La morte di un gemello era più di una semplice perdita, era un'amputazione. Una parte di lui era stata recisa. E David si rese conto che non solo aveva perso il suo gemello, lui stesso, come gemello, non esisteva più. Era la fine di due vite. L'inizio di qualcosa di nuovo. Di qualcosa che non poteva ancora accettare.

Oliver li osservò con i suoi occhietti sparuti. Quell'uomo non aveva il profumo del suo papà, eppure gli assomigliava tanto e la mamma l'abbracciava con forza. Doveva per forza essere lui.



«Ulrik.»

Una voce lo colse in flagrante. Il comandante si pulì la bocca, col dorso della mano, ma quando provò a rialzarsi si rese conto di avere le gambe molli e la testa che girava vorticosamente.

«Possiamo farle visita adesso. Sta riposando.»

Il ragazzo non rispose.

«Non è sicuro qui, dopo quello che è successo. È meglio se torni dentro al villaggio.» Il professore si guardò intorno preoccupato. La fitta vegetazione gli faceva venire un forte voltastomaco e brividi di freddo. Si sistemò gli occhiali sul naso.

«L'operazione è andata bene. Almeno, crediamo sia andata bene...»

Gli occhiali gli scivolarono un'altra volta, a causa della pelle sudata.

«...però sai, non avevamo un'attrezzatura, i farmaci...insomma... Dovresti andarla a trovare. Io non so... Non so se si risveglierà» balbettò con tono incerto.

L'altro non rispose.

«Rik...» lo chiamò per l'ultima volta.

«Ti ho sentito.» Il capitano si rialzò in piedi, reggendosi fermamente a un tronco. Continuava a dargli le spalle, non voleva farsi vedere in volto. «Ho solo bisogno di un momento. Poi dovrò recarmi dai capi del villaggio per un'udienza ufficiale sul da farsi. Bisognerà rafforzare le difese, forse inviare una spedizione in avanscoperta.»

«C-cosa?» Il professore non capiva. «Ulrik, devi andare a trovare Eva!»

Hans aveva un difetto, un grandissimo difetto: non riusciva mai a tenere la bocca chiusa. Per questo non era molto popolare all'Accademia. Le sue domande e le sue riflessioni scomode infastidivano studenti e insegnanti.

Il comandante non lo degnò di una risposta, facendo un giro largo, lo superò, dirigendosi verso la staccionata.

«Rik!» Hans lo afferrò per la maglietta, appena prima che potesse sfuggirgli. «Te ne pentirai se non lo fai! Te ne potresti pentire per tutta la vita.»

Il giovane uomo si paralizzò.

Di fronte a sé gli parve di scorgere Maisie. I lunghi capelli corvini le ricadevano in grembo, gli occhi blu oltremare lo trafiggevano, mentre la bocca accennava un sorriso sadico e perverso.

«Lo so cosa stai passando. Stai rivivendo un trauma. È normale che tu sia sconvolto, che ti senta bloccato, che tu non riesca a reagire. È assolutamente normale. Ma Eva non è Maisie! È un'altra persona! Devi farlo per lei, adesso. Devi pensare a lei. Lo sai quanto si era affezionata a te, te ne sarai accorto spero. Io sì. Non puoi lasciarla andare così. La morte di Maisie è stata terribile, una tragedia infausta. Ma ormai fa parte del passato, è una storia chiusa. Eva è il presente. Lei la puoi ancora salutare, ora!»

Maisie chinò la testa di lato e ammiccò maliziosa. La pelle candida filtrava la luce solare, mentre quel sorriso arrogante scavava un buco nel suo petto, là dove una volta risiedeva un cuore, un cuore vero, non una protesi valvolare cardiaca in titanio.

«Non ti avevo mai visto piangere Rik, nemmeno da bambino. Abbiamo quasi la stessa età, io e te. Ti conosco da sempre. L'allievo più promettente dell'Accademia. Sei stato la mia prima cotta.» Le guance di Hans divennero scarlatte. Ma la sua mano non mollò quel pezzo di stoffa, non cedette di fronte all'imbarazzo. «Tu credi che nessuno sappia come sono andate realmente le cose tra te e Maisie. Ma io lo so, io so tutto.»

La ragazza di fronte a Ulrik gli fece l'occhiolino. Gli occhi del comandante si inumidirono ancora di più.

«Ci sono degli eventi che ci segnano per sempre. L'hai vista morire tra le tue braccia, probabilmente hai rivissuto quella scena più e più volte, durante il sonno e la veglia. È un ricordo intrusivo che continua a riproporsi nella tua mente, ancora e ancora, non ti da pace, non ti lascia libero, si aggrappa a te, con tutta la forza che ha, alterando le tue emozioni, rendendoti incapace di provare felicità, gioia, soddisfazione, affetto, amore...»

Maisie rise vivacemente, scuotendo la testa divertita. I capelli neri ondeggiarono intorno a lei.

«Ed ora la stessa cosa si ripete con Eva. Anche lei la vedi cadere sotto i tuoi occhi, anche lei muore tra le tue braccia.»

L'espressione della ragazza si contorse in una smorfia arcigna. Gli occhi blu lo bloccavano lì dov'era: non poteva sfuggirgli. Quello sguardo era una catena invisibile, un arpione nel suo petto, una gabbia senza uscita, un incubo senza fine.

Le parole di Hans divennero un sottofondo riecheggiante di cui non riusciva a percepire il senso.

Maisie si toccò l'addome. Il vestito bianco ondeggiò, scosso da un'arietta leggiadra. La sua mano si macchiò di rosso. Tutto l'abito cominciò, lentamente, a cospargersi di quel colore.

La ragazza non smise di fissarlo.

Alla fine, quasi compiaciuta, gli porse la sua mano sporca di sangue.

«No.» Ulrik deglutì. Si sentì soffocare.

La mano di Maisie era così vicina che avrebbe potuto afferrarla. La sua pelle era sempre più cadaverica, gli occhi si erano cerchiati di nero e la bocca era virata al viola.

«...per questo ora devi andare da lei. Non puoi rivivere la stessa storia due volte. Non devi lasciare che il tuo passato incida sul tuo presente!» continuava a insistere, in lontananza il professore.

«Rik.» La voce seducente di Maisie lo chiamò. L'udì candidamente, risuonò nelle sue orecchie.

Si sentì mancare.

«Maisie...»

Il professore lo girò con forza. Ora che erano faccia a faccia, si era reso conto che il capitano non era totalmente in sé.

«Cos'hai detto?»

Ulrik fissò Hans come se fosse la prima volta che lo vedeva. Quegli occhiali antiquati, le orecchie sporgenti, i capelli dorati, un po' troppo lunghi, sulla fronte.

«Maisie...non è affar tuo.»

Si voltò e percorse velocemente il tragitto verso il villaggio.

Attraversò a testa china il fantasma del suo passato. Si gettò alle spalle l'ennesima allucinazione visiva dell'unica donna che l'avesse mai amato.

E sarebbe rimasto per sempre così, si ripeté, tra sé e sé. Sarebbe rimasto per sempre così.

Non avrebbe mai più lasciato che nessuno si avvicinasse a lui.

Nessuna avrebbe più subito quella sorte tremenda.

Continue Reading

You'll Also Like

372K 15.3K 62
COMPLETATA Dopo anni di odio arriva la guerra a separarli definitivamente, ma se dopo la guerra Draco e Hermione fossero cambiati? Cosa succederebbe...
202K 1.9K 9
Brys ha sedici anni e una vita perfetta: è una famosa modella, invidiata da tutti, e la figlia prediletta del ricco Amministratore Europeo della Spid...
1.6M 85.1K 87
(3) Ultimo capitolo della trilogia di "Elements". Sophie Hunter è arrabbiata e brama il sentimento che più disprezza, la vendetta. È decisa a dominar...
581K 39.4K 62
Lilith ha appena scoperto la sua vera natura, quella di essere una Creatura Magica, ed è stata catapultata in un mondo che non credeva potesse mai ap...