Devil and Angel fall in love

Oleh AUnicorn04

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IN REVISIONE Hannah è dolce, sempre sorridente, tenace. Capisce al volo le persone e ama avere il controllo s... Lebih Banyak

Prologo
Cast e Trailer
Cast e Trailer pt.2
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22

Capitolo 8

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Oleh AUnicorn04

"Sei pronta Hannah?" mi chiede Erica entrando in camera. 
"Sì" mormoro guardandomi allo specchio. Ho indossato un jeans rigorosamente nero con sopra una maglia rossa con scollo a barca. Come a mio solito non ho legato i capelli, ma questa volta non gli ho stirati quindi ricadono sulle spalle in morbide onde. Ho indossato i miei immancabili orecchini. E infine mi sono truccata per coprire il rossore che il mio viso ha acquisito dopo essere stato cotto sotto il sole della California.
"Ti ho portato i tacchi," esclama Eri scuotendo davanti al mio naso un paio di decoltè rosse, "Sono perfette con la tua maglietta." 
"Sono alte. Devo proprio metterle?" mi lamento pensando già al dolore atroce ai piedi.
"Ovvio, andiamo ad una festa" mi lancia le scarpe che riesco a prendere al volo per poco.

"Finiremo nei guai" dico mentre allaccio il cinturino delle scarpe. Essere coraggiosi è una continua sfida e io non sono nota per essere un cuor di leone.
"Ma che dici tesoro? Siamo solo due ragazze che vogliono divertirsi." Ghigna e alza le spalle malefica continuando a guardare lo specchio per mettersi il rossetto rigorosamente bordeaux. 
"Certo, due ragazze che stanno andando casualmente nel locale dove va il loro amico insieme a quello che molti definiscono come un ragazzo pericoloso. Noi non cerchiamo il divertimento, ma la morte assicurata." Con l'ansia mi parte la risata isterica. 
"Eddai Hannah, dove hai messo tutta la grinta di ieri sera?"
 Ha ragione, ieri ero molto decisa ad uscire di casa. Ma era stata solo la rabbia causata dalle parole di Mr.arroganza che mi hanno fatto scattare, adesso ho solo una terribile paura di essere scoperta. 

"Guarda il lato positivo, ho l'occasione di mettere questi nuovi pantaloni che mi fanno un culo fantastico" esclama frivola facendo una giravolta per farmi ammirare il suo look. Indossa questi fantomatici pantaloni neri con un striscia di stras ai lati con sopra un top bianco. Ha legato i capelli in due chignon piccolini. Ha uno stile davvero particolare, ma lei lo porta divinamente. 
"Stai benissimo Eri." 
"Anche tu amica mia. Adesso andiamo" afferra la mia mano e insieme ci dirigiamo a quel locale.

"E' questo il posto?" mormoro guardando il locale davanti a noi. Un'insegna con la scritta a neon <<Red Diamond>> brilla su una porta di legno spalancata dove ragazzi, più o meno tatuati e dallo sguardo poco raccomandabili, accompagnati da diverse ragazze entrano con nonchalance. 
"Secondo google maps sì, quindi entriamo." Erica afferra la mia mano trascinandomi verso l'entrata. Dei ragazzi fischiarono al passaggio della mia amica ma lei li fulmina subito facendoli zittire. Io invece la seguo come un'anatroccolo segue la sua mamma.

Dire che questo posto non mi piace per niente è un eufemismo. 

Tanto alcool, tanto fumo, tante persone ci si presentano davanti. Una pista da ballo si trova sul lato destro e la pista è circondata da un lungo bancone degli alcolici dove baristi e bariste servono bevande a profusione.
"Due Martini" ordina Erica alla ragazza dalla lunga treccia bionda al di là dal bancone. 
"Ma..." cerco di oppormi. 
"Niente ma Hannah, bevi." La ragazza, incitata dalla mia coinquilina, mi passa un bicchiere con dentro qualcosa di trasparente. 
"Mi raccomando piccoli sorsi. Non voglio che ti ubriachi, dobbiamo rimanere lucide. Hai visto Jordan?" mi chiede Erica mentre beve un sorso del suo Martini ispezionando la discoteca.
"No." Mi siedo meglio su quello sgabello cercando di placare l'ansia. 
"Stai calma, sembri un'anguilla" ride la mia amica. 
"Continuo a pensare che stiamo facendo una stupidaggine" piagnucolo guardando il fondo del mio bicchiere.
"Uno: al massimo si dice cazzata e non stupidaggine," si alza dallo sgabello alzando il pollice e poi l'indice, "Due: ora noi due andiamo a ballare" mi tira per un braccio portandomi in mezzo a quel casino.

Stiamo ancora ballando quando una voce amplificata da un megafono interrompe la musica: "Signori e signore, la gara sta per cominciare. Questa sera inoltre abbiamo uno scontro imperdibile. Il nuovo sfidante, La Tigre, uno dei campioni di Las Vegas, riuscirà a sconfiggere il nostro veterano, il Diavolo? Se non avete ancora fatto scommesse raggiungete il bancone all'esterno, stasera ci saranno fuoco e fiamme miei cari". La voce metallica si interrompe e molta gente smette di ballare per andare verso un'enorme porta che due uomini hanno appena spalancato che dà sul retro del locale. 
"Che succede Erica?" 
"Non lo so, ma lo scopriremo presto." Inizia a dirigersi verso quella porta immergendosi nel caos. Io la seguo, non voglio perderla di vista. 
"Dove credi che stiamo andando?" sussurra seguendo la folla. 
"Non lo so" sibilo sottovoce. 

"Cos'è questo posto?" quasi urla Erica quando raggiungiamo all'esterno. Davanti a noi si presenta un'enorme folla, c'è molta più gente che dentro e mi chiedo da dove arrivino. La maggior parte è concentrata in un punto che non riusciamo a vedere. Tavoli pieni di alcool e altre cose che non voglio nemmeno immaginare occupano la parte vicina al muro posteriore del Red Diamond.
Il retro del locale è una piccola arena non perfettamente circolare, circondata da muri sgangherati della fine del secolo scorso, e nonostante il muschio e le scrostature sono ancora utili per celare tutto ciò a occhi indiscreti. In lontananza, ma ancora dentro questo spazio segreto, si erge un edificio bordeaux anch'esso tenuto male. L'unica cosa moderna sono le luci a led che formano una macchina in bella vista. 
Le altre cose che potrebbero trovarsi qui nascoste purtroppo sono coperte dai corpi delle persone e posso solo muovermi a tentoni in questa fiumana.
"Vieni andiamo." Questa volta sono io ad afferrala per il polso e immischiarmi nel mucchio di gente spingendo alcuni che mi insultano pure ma li ignoro. Adesso sono proprio curiosa di sapere. 

A suon di spintoni riusciamo a farci spazio e a raggiungere le prime file. Quello che vediamo ci fa ghiacciare sul posto. Una enorme circuito automobilistico, dove delle moto sostano alla partenza, ci si presenta davanti.

Non faccio tempo a parlare che di nuovo la voce di prima richiama tutte le persone.
"Le scommesse sono ufficialmente concluse, adesso inizia la gara. Miei cari fate un saluto al campione di Las Vegas: la Tigre." Un coro di applausi si alza mentre un ragazzo dalla maglia rossa e il pantalone della tuta blu fa il suo ingresso su una moto rosso fiammante.
"E ora il nostro campione, non ho mai conosciuto nessun altro che sappia correre come corre lui. Fate un applauso per il nostro Diavolo." La folla scoppia in un tumulto di applausi, urla e fischi mentre un ragazzo in sella alla sua moto da corsa nera fa il suo ingresso. Il ragazzo, a differenza di quello di prima, indossa già il casco quindi non riesco a vederlo in faccia. 
Tutto ciò raggiunge le vette del ridicolo.

"Credo che ci siamo imbucate ad una gara di moto clandestina," dice Erica, "Una vera figata" 
"Una figata? Questa cosa credo sia illegale" cerco di non urlare. 
"Ovvio che illegale ma...," si interrompe quando sentiamo i rombi del motori aumentare, "Guarda stanno per partire" 

Una ragazza con addosso un vestitino floreale si avvicina alla partenza sventolando in aria un fazzoletto rosso fuoco. "Come sapete, il giro è sempre lo stesso. Il primo che tornerà qui vincerà. Pronti, ai posti, via" urla in modo che sentano tutti, in modo che a tutti si attivi quella adrenalina cattiva nelle vene e infine abbassa il pezzo di stoffa. Le moto partono creando una forte folata di vento che ci colpisce in pieno. Tutti iniziano ad esultare mentre le moto sfrecciano per il percorso. Vanno così veloci che sembrano volare.
Ad essere in testa è la moto rossa seguita da quella nera. Le altre moto li seguono ma ormai sono troppi distanti per recuperare. Continua così per un po' finché all'ultima curva la moto nera accelera superando quella rossa, che per poco non sbanda. Io sono sbalordita, ma per gli altri sembra normale visto che iniziano ad urlarle soddisfatti e fieri il suo nome in codice. La moto nera taglia il traguardo poco prima che la rossa lo raggiunga.
"E il vincitore cari miei è sempre lui, il Diavolo" Altri fischi si disperdono nell'aria per acclamare il ragazzo che scende dalla moto ottenendo sguardi omicidi dagli altri motociclisti e da quelli che hanno scommesso male.
E anche io, non assolutamente complice di qualsiasi cosa sia successa, sento quella strana e velenosa euforia di quando scommetti alla lotteria e vinci. 

Il ragazzo del megafono si avvicina a lui consegnando una busta di soldi, immagino sia la ricompensa vinta grazie alle scommesse.
"Erica? Hannah?" io e la mia amica ci geliamo sul posto quando una voce conosciuta ci chiama.

"Vincent che ci fai qui?" chiede la mia amica al suo ragazzo.
"Tu che ci fai qui?" la incendia con lo sguardo.
"Serata tra ragazza. E voi? " ridacchia in evidente imbarazzo Erica aggrappandosi al mio braccio.
"Siamo qui per sostenere un'amico" interviene Dean sorridendomi mente Vinc lo fulmina.
"Oh conoscete il vincitore?" domanda curiosa la mia amica.
"No, il Diavolo è solo uno sbruffone montato" le risponde Dean e vedo il suo sguardo incupirsi.

"A me è sembrato bravo" mormoro non sapendo cosa dire. E' tutto così surreale.
"Certo è ottimo sulla moto, ma è un bastardo nella vita reale." Vincent contrae la mascella.
"Va bene ragazzi, noi andiamo. Vero Hannah?" Erica si attacca al mio braccio.
"Ok. Voi venite?" Mi rivolgo ai due che si lanciano un occhiata.
"Rimaniamo qui, il nostro amico avrà bisogno di un po' di supporto." Vincent si avvicina ad Erica per baciarla. Da quello che mi ha spiegato la mia amica non stanno proprio insieme, certo si vedono, si baciano e fanno molto di più ma lui non considera lei la sua fidanzata come lei non lo considera il suo uomo. Ad Erica sta bene questa cosa, dopotutto le piace divertirsi. Ma se io fossi al suo posto la cosa non mi andrebbe bene, non perché giudico male i rapporti occasionali, ma perché Vincent ha qualcosa di antipatico che non mi convince ed Erica meriterebbe molto di più.

Ci allontaniamo dai ragazzi velocemente per uscire da questo posto.
"Cosa ci faceva lì Vincent?"
"Non ho la minima idea, indagherò anche su quello." Per la prima volta la vedo perplessa sul biondo.
"Sei diventata Sherlock Holmes?"
"Elementare Watson," mi fa l'occhiolino, "Adesso però andiamo." Torna seria iniziando a tirarmi verso la porta da cui siamo entrate.

"È chiusa" esclama quando arriviamo davanti al portone.
"E adesso che facciamo?" piagnucolo stringendomi nelle spalle.
"Seguiamo la massa" mormora sotto voce dopo aver notato che tutti si dirigono verso destra.
Camminiamo seguendo la folla cercando di essere il più calme possibili. Era tutto perfetto, stavamo per raggiungere l'uscita di quel posto quando una voce ci blocca sul posto.

"Cosa non era chiaro delle frase <<non dovete venire stasera>>" sbraita una voce che riconosco essere quella di Blake.
"Davis" lo saluta calma la mia amica. Come fa ad essere così calma mentre io sto sudando freddo? 

"Erica? Hannah?" Jordan si avvicina al suo amico guardandoci con le orbite fuori dagli occhi quando ci riconosce.
"Siamo fottute" sussurra Erica nel mio orecchio. Ha ragione, ci hanno beccato in flagrante.
"Che ci fate qui?" sbraita di nuovo Blake continuando a guardare solo me.
"Serate tra ragazze" Gli risponde a tono la mia amica mentre io non riesco a parlare. Ormai a questa scusa crederebbero solo i sassi.
"Potevate fare un fottuto pigiama party invece di mettervi nei guai"
"Non abbiamo più dieci anni Davis. Siamo entrambe maggiorenni e vaccinate, non rompere i coglioni." Per la prima volta il suo sguardo si sposta su di lei uccidendola con gli occhi.
"Blake..." Jordan gli afferra il braccio come a cercare di fermarlo.
Lui sospira pesantemente per poi rivolgersi al mio amico.

"Porta a casa l'asiatica rompipalle," dice e vedo Erica sbuffare pesantemente, sembra un toro pronto all'attacco, "Tu vieni con me" dice prendendomi per il polso trascinandomi da qualche parte. 
"Ehi lasciami immediatamente" provo a divincolarmi dalla sua presa ma è inutile. Sento Erica da lontano urlare contro Jordan ma le loro voci scompaiono quando Blake mi porta in quel palazzo bordeaux, quello che sembra essere il negozio di un meccanico. 

"Che ci fai qui?" rompe il silenzio accendendosi una delle sue infinite sigarette. 
"Io e Erica siamo uscite, qualche problema? O non posso fare nemmeno questo?" incrocio le braccia la petto cercando di tenere il tono più fermo possibile. 
"Credi che io sia così stupido da non aver capito che voi due volevate scoprire cosa fa Jordan," si allontana dalla porta avvicinandosi a me, "Ma facendo così vi intromettete anche nei miei affari e se c'è una cosa che odio sono i ficcanaso." Mi gela sul posto quando arriva ad un palmo dal mio viso. 

"Volevamo solo assicurarci che il nostro amico non finisse nei guai" ammetto, ormai è inutile mentire. Abbasso lo sguardo non sapendo più cosa dire. 
"Angelo," con le dita afferra il mio mento costringendomi a guardarlo di nuovo negli occhi, "Jordan è al sicuro, non permetterò che lui finisca nei giri sbagliati"
"E tu finirai in dei giri sbagliati?" sussurro. Appena pronuncio questa stupida frase me ne pento immediatamente ma ormai l'ho detta e posso mordermi solo la lingua per punirla.

"Ti ho appena detto che non mi piacciono i ficcanaso e tu indaghi?" ride e il suo sorriso è sopraffino. 
"Non sono ficcanaso, sono solo curiosa" preciso.
"Da quello che so io sono sinonimi" ribatte prontamente lui con quell'aria sicura di se. 
"Posso almeno sapere perché tu e Jordan eravate ad una gara di moto clandestina?" sibilo furante e il suo sguardo si spegne di nuovo. Non ho dimenticato quello che è appena accaduto

Un rumore forte giunge fino alle nostre orecchie facendo scattare sull'attenti Blake. 
"Sono delle sirene" tira fuori delle chiavi dalla tasca della sua giacca di pelle. 
"Cosa significa?" 
"Polizia" mormora tirandomi per quella officina. Raggiungiamo uno spiazzo aperto dove, al centro, è parcheggiata una moto.
Quella moto, la moto nera che ha gareggiato. E' diversa dalla solita con cui lo vedo di solito e per questo non avevo neanche preso in considerazione che fosse lui il vincitore della gara, ma non credo ci siano altri dubbi.

"Tu..." Dal suo pomo di Adamo che si muove irregolare e dalla piccole goccioline di sudore colpevole che iniziano a scendere dalla fronte capisco che sta prevedendo le mie domande. E ha paura. Sa che ho compreso fin troppo bene da sola tutta la situazione e che non potrà tenermela segreta allungo.
"Ti concederò una domanda, ma adesso devi indossare questo e salire. Obbedisci a questo ordine almeno, per davvero." Mi passa un casco mentre sale a cavallo di quella moto. Sono molto perplessa e anche un po' spaventata.
"Non abbiamo molto tempo Hannah"
"Ok, ok" deglutisco cercando di mantenere la calma.

Appena salgo a fatica toglie il cavalletto immergendosi nel traffico di Los Angeles. Una sirena rosso fuoco noto brillare nello specchietto. Una macchina della polizia ci sta seguendo.
Blake appoggia una mano sulla mia coscia lanciandomi un'occhiata eloquente attraverso lo specchietto. Mi stringo di più a lui quando inizia a sfrecciare velocissimo superando le macchine che gli suonano contro. Probabilmente stiamo superando i limiti di velocità e tutto intorno a me gira e gira facendomi scoppiare la testa.  

Le mie meningi pulsano così forte che mi abbandono ai ricordi...

"Allora volete andare a mangiare la pizza o l'hamburger?" ci chiede nostro padre abbassando la radio che Olivia ha messo a tutto volume per creare il concerto privato mio e suo. 
"Pizza," urlo cercando di sovrastare la voce di mia sorella che urla Hamburger, "Eddai Liv, prendiamo la pizza, i panini gli abbiamo presi la volta scorsa. Sono io la bambina qui." Mi imbroncio iniziando a calciare il sedile davanti su cui è seduta mia sorella. 
"Va bene ragazze, stasera pizza." Mio padre blocca la mano di Olivia che volava girarsi per colpirmi le gambe. 
"Siiii grazie papà" urlo facendo la linguaccia a mia sorella maggiore. 
Intanto il mio papà gira la macchina prendendo la strada per la nostra pizzeria preferita. Stiamo ancora cantando e parlando quando vedo solo una scia rossa colpire il fianco destro della macchina. Da lì tutto è sfuocato. Ricordo solo fiamme, fuoco, sangue, dolore dappertutto. E poi l'odore odioso del disinfettante di un ospedale e un dolore tremendo al cuore.  

"Angelo, Hannah," qualcuno mi scuote la spalla, "rispondimi cazzo, Hannah!" 
"Devo scendere, devo scendere" ripeto come un mantra cercando di scendere da quel bolide che ha corso troppo veloce. Così veloce da far riesumare antichi ricordi.
"Stai attenta" qualcuno mi afferra i fianchi poco prima che cada. 

"Blake" sussurro guardandolo, riconoscendolo veramente. Tutto mi torna in mente: non mi trovo più là, in quella notte fredda di tanti anni fa, sono qui a Los Angeles, con Blake.
"Cazzo Hannah, che cosa è successo?" 
"Niente" dico guardando il nulla. 
"Niente non è una risposta adatta. Hai iniziato a tirarmi dei pugni sulla schiena e a piangere, mi hai fatto preoccupare. Non dovevo andare così veloce per la prima volta, scusami" riporta per la millesima volta della serata i miei occhi nei suoi. E non mi aspettavo da lui questa parole, questo modo ci comportarsi così gentile e comprensivo.

"Perché dovrei risponderti, tu non rispondi mai alle mie domande." Adesso però non ho voglia, neanche il tempo, per un interrogatorio.
"Facciamo così io risponderò ad una tua domanda e tu risponderai alla mia" soffia dopo un po' avermi osservato, tentandomi come un suonatore di serpenti.. 
"Ok, sei tu il Diavolo?" vado subito al punto.
"Immaginavo che volessi chiedermi questo," stringe i pugni, "Sì, ma non puoi chiedermi altro." Mi ricorda quando provo a domandarli qualcos'altro.
"Ora tocca a te" 
"Andavi troppo veloce, mi ha ricordato solo quando ho avuto un'incidente" deglutisco rumorosamente. Ho detto solo una mezza verità, non sono pronta a parlarne apertamente. 

"Capisco," dice togliendo la mano dal mio fianco che non avevo neanche notato, "dovresti andare a letto adesso e riposarti un po'. Dico davvero." Indica severo con il capo il palazzo dove abito. Sono così scossa che non mi ero nemmeno accorta che eravamo già arrivati da tempo.

"Ciao Blake" lo saluto. 
"Ciao Angelo," toglie il cavalletto, "Ci vediamo a scienze." Strizza l'occhio per poi scomparire per le strade affollate di Los Angeles.  


Ciaooo, 
I'm back con un nuovo capitolo anche prima del previsto. Quanto mi amate? 
Per farmi perdonare della assenza direi che vi ho proposto un capitolo con tante rivelazioni che portano ad altri punti domande. Che ne dite? Il nostro Blake è soprannominato il Diavolo, chissà perché? Oltre a gare clandestine in cosa è immischiato? Cosa, invece, è successo davvero ad Hannah? 

Ho un sacco di cose da comunicarvi: 
1)ho iscritto la mia prima storia "An impossible love" (chiunque non l'abbia letta la trova sul mio profilo) ad un concorso chiamato #concorsiamo2k19 sotto consiglio di una mia amica. Quindi che dire teniamo le dita incrociate, anche se non credo di vincere. In ogni caso vi avviserò se ci saranno aggiornamenti.
2)ho pubblicato una nuova opera che però questa volta non si tratta di una storia ma di un servizio che ho deciso di offrire visto la mia pasione per la "grafica": un servizio di copertina (la copertina di questa storia l'ho creata io). Andando su questo nuovo "libro" Covers for you potrete richiedere una copertina per un vostro libro ovviamente gratis. Andate a dare un'occhiata se vi interessa o condividete il libro con chi credete ne abbia bisogno.

Scusate se ci sono errori, 

AUnicorn04

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